Ormai non ne posso più di parlare di vaccini, ma pare che si tratti di un argomento che appassiona più o meno come il campionato di calcio con i suoi bravi tifosi al seguito. Così, su questo mi si continua a sollecitare.
Per ragioni non del tutto chiare ma che probabilmente hanno a che fare con il gusto ancora vivissimo dell’arena romana, io vengo presentato come un “antivaccinista” ad oltranza. Inutile dire che le cose stanno in tutt’altra maniera e, anzi, che io sono uno dei pochi, forse addirittura l’unico, che cerchi di salvare quei farmaci dalla devastazione.
Chi ha avuto la pazienza unita al piacere del trash di guardare le trasmissioni TV di Nadia Toffa, di Luca Telese, di Riccardo Iacona, tanto per non citare che qualcuno tra gl’imbonitori di regime, con la processione tra il grottesco e il terrificante della ministra della salute, del presidente dell’Istituto superiore di sanità, della presidentessa del Consiglio superiore di sanità e di qualche “lei non sa chi sono io” assortito ha elementi sufficienti per farsi un’idea dello stato delle cose. Chi ha assistito all’esibizione del burosauro di San Mauro Pascoli, per non dire della sindachessa, o chi ha sentito gli sproloqui mediatici della mamma angosciata dalla pertosse può misurare il livello di cultura cui siamo arrivati a livello popolare, un livello ulteriormente abbassato da siti Internet addirittura sponsorizzati a spese pubbliche.
I personaggi che, per ragioni su cui non voglio entrare, calcano quel palcoscenico non hanno né la cultura né l’intelligenza per capire che, continuando a raccontare frottole sempre più incredibili, a negare evidenze, a ignorare fatti nascondendone altri, a dipingere i vaccini per quello che non sono, a minacciare, a imbavagliare finiranno per decretarne l’abbandono o, quanto meno, il loro uso residuale. I primi passi sono già stati fatti. Ecco, allora, la mia ennesima intervista (http://www.vitalmicroscopio.net/2016/03/02/sui-vaccini-chiediamo-solo-chiarezza/) con l’ennesima richiesta di fare finalmente quella chiarezza che, sola, potrà ristabilire i vaccini al posto che compete loro.
Come qualunque altro farmaco, i vaccini devono essere studiati, sperimentati, prodotti, controllati, indicati e somministrati come si deve. È evidente che, se le case farmaceutiche devono continuare a fare quattrini, tutto questo sarà impossibile, ma un punto d’incontro (e non ho detto un compromesso) va trovato. Se non ci libereremo di tutta la zavorra e di tutti i parassiti che caratterizzano il mondo dei vaccini, non ci sarà scampo. Chi ha qualche idea di farmacologia e conosce abbastanza il mondo della sanità non può non accorgersi che si sta rischiando di cadere, pur se con caratteristiche diverse, nel guaio che stiamo cominciando a sperimentare per gli antibiotici. Il loro abuso ne sta decretando, se non la morte, la riduzione drastica dell’efficacia e l’allontanamento dei produttori dalla fase di ricerca innovativa. Nessuno di loro, infatti, è disponibile ad investire quattrini per creare un prodotto la cui vita presumibile è inferiore al tempo che occorre per ripagare i costi della ricerca. E, allora, come ho detto mille volte, non potremo far altro che buttare l’acqua sporca a rischio di buttare anche il bambino, sempre che il bambino esista e sia vivo. Poi ricominciamo da capo, puliti, in scienza e coscienza.