L'indagine fu affidata al Laboratorio di Epidemiologia Ambientale del Dipartimento di Medicina Ambientale e Sanità Pubblica dell'Università degli Studi di Padova. E’ stato varato un progetto di indagine, concordato tra l'Ente di Bacino Padova 3, l'ASL n° 17, l'ARPAV e l'Università degli Studi di Padova: in particolare, le strutture coinvolte nell'indagine sono state per l'ASL 17, la Direzione Sanitaria, il Dipartimento di Prevenz. ed il Dipartimento di Statistica, Informatica e Comunicazione, per l'ARPAV, la Direzione Generale, il Servizio Valutazione Esposizione Ambientale ed il Dipartimento Provinciale di Padova e per l'Università, il Laboratorio di Epidemiologia Ambientale del Dipartimento di Medicina Ambientale e Sanità Pubblica e la Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva. Fu deciso, inoltre, su richiesta della Direzione Sanitaria, di estendere l'indagine su tutto il territorio dell'Azienda ULSS e di non limitarla alla sola zona interessata dalla discarica. Il territorio dell’ASL 17 comprende 46 Comuni, ma solo 4 (Montagnana, Este, Monselice e Conselve) hanno una popolazione di una certa entità: per il resto si tratta di piccoli Comuni con popolazione inferiore ai diecimila abitanti. Si è provveduto alla raccolta dei seguenti dati relativi alla popolazione: 1) dati demografici; 2) dati di mortalità; 3)aborti spontanei; 4) nati sottopeso Hanno aderito 23 MMG, dislocati su 14 Comuni del territorio dell’ASL 17, con un numero di assistiti pari a circa il 15% di tutta la popolazione, e in possesso di un sistema informatizzato per la registrazione dei dati. Sono stati effettuati uno studio di prevalenza ed uno studio di incidenza.
RISULTATI DECESSI RESIDENTI ASL 17
Da un’analisi sui dati medi del quinquennio 1995-1999 è emerso che, in relazione alle 17 grandi cause di morte, la causa principale di morte risulta essere “malattie del sistema circolatorio” che per le femmine risulta pari a 4,8 per 1.000 abitanti e per i maschi risulta pari a 4,2 per 1.000 abitanti. La seconda causa di morte è costituita dalla causa “tumori” che incide maggiormente nel sesso maschile (3,7 per 1.000 ab.) risp.al sesso femminile (2,3 per 1.000 ab.).
Molto distanziate seguono poi le cause dovute a “malattie dell’apparato respiratorio” e “traumatismi e avvelenamenti” e successivamente tutte le altre.
Confrontando i dati divisi per sesso, la mortalità nel sesso maschile è nettamente superiore per le malattie neoplastiche e per le morti violente, mentre nel sesso femminile sono maggiormente rappresentate le malattie del sistema circolatorio e gli stati morbosi mal definiti.
COMMENTI
Per i tumori più importanti si riscontra una incidenza maggiore rispetto ai dati regionali e provinciali; ad esempio per il tumore trachea-bronchi e polmone (cod. 162) troviamo nei maschi un incidenza di 152,3 e nelle femmine di 31,5 casi x 100.000 abitanti contro il 123,3 casi x 100.000 abitanti nei maschi e 44,7 casi x 100.000 abitanti nelle femmine della provincia di Padova.Per quanto riguarda il tumore della mammella il tasso di incidenza è di 190 contro il 142,7 x 100.000 abitanti della provincia di Padova.
DISCUSSIONE E IDENTIFICAZIONE PRIORITÀ
Analizzando la mortalità degli anni 95–2000 si evince che le grandi cause di morte che riguardano i residenti nell’ULSS 17 sono in ordine le malattie del Sistema circolatorio (39%), i tumori (34,5%), i traumatismi e gli avvelenamenti (6,8%), malattie dell’apparato digerente (4,8%) per il sesso maschile. Per il sesso femminile le malattie del Sistema circolatorio hanno una rilevanza ancora maggiore essendo responsabili di più della metà dei decessi (51,6%); seguono i tumori (24,3%), le malattie dell’apparato respiratorio (5,7%), le malattie dell’apparato digerente (4,3%), gli stati morbosi mal definiti (3,9%) e solo al 6° posto i traumatismi e gli avvelenamenti.
I principali fattori di rischio sono ben conosciuti :•fattori ambientali, ad esempio la diffusione nel terreno del radon, •fattori comportamentali, ad esempio il fumo quale fattore di rischio più importante della neoplasia polmonare; STUDIO DI PREVALENZANel periodo di osservazione stabilito, dal 1995 al 2001, la popolazione totale osservata dai 23 Medici di Medicina Generale dei 14 Comuni situati nel territorio dell’Azienda ULSS 17 del Veneto, i tassi, standardizzati per età e sesso, registrati per i singoli gruppi di patologie hanno mostrato i seguenti valori medi: per le neoplasie si è registrato un tasso del 6.2‰, per il diabete del 7.8‰, per le malattie cardiovascolari del 42‰, per le patologie dell'apparato respiratorio del 12.6‰, per quello gastro-intestinale del 2.2‰ e per le malattie della pelle dell'1.6‰.Le malattie dell'apparato respiratorio risultano essere al secondo posto nella frequenza registrata ed anche questo dato rispecchia la situazione riscontrabile in altre popolazioni.Per quanto riguarda i tumori, che nella lista delle patologie considerate sono situati al terzo posto, si possono evidenziare quelli che compaiono con maggiore frequenza: nell'elenco dei primi dieci compaiono, in ordine decrescente, il tumore alla mammella femminile (2.39‰), tumore alla prostata (0.88‰), il tumore al colon (0.47‰), tumore alla pelle (0.43‰), tumore alla mammella maschile (0.38‰), tumore alla vescica (0.36‰), tumori alla trachea, bronchi e polmoni (0.23‰), tumore al rene (0.2‰), tumore della laringe (0.17‰) e tumore della tiroide (0.15‰). STUDIO DI INCIDENZALo studio ha considerato i nuovi casi di tumore che si sono manifestati tra gli assistiti dei 23 Medici di Medicina Generale che hanno aderito all’iniziativa, dal 1995 al 2001.La patologia neoplastica che più frequentemente è stata registrata nel periodo 1995-2001 è stata quella relativa al polmone, con una incidenza dello 0.43‰, seguita dal tumore alla prostata, con una incidenza dello 0.32‰: seguono quindi il tumore alla mammella (0.25‰), il tumore al colon (0.15‰), il tumore allo stomaco (0.12), quello al fegato (0.10‰), il linfoma non Hodgkin (0.09‰), il tumore al pancreas (0.08‰), il tumore alla vescica (0.06‰) e la leucemia (0.056‰). Seguono poi altri tipi di tumori con minore incidenza. Tra questi ultimi va segnalato il tumore al retto che, con la registrazione di 9 casi, se aggregato al tumore al colon, porta l’incidenza di questo tipo di patologia al valore dello 0.20‰. Ancora, sono da evidenziare i 10 nuovi casi di tumore all’esofago che portano l’incidenza di questa patologia al valore di 0,05.Dati sul carcinoma colon-rettale indicano una incidenza annuale in Italia di 30-50 casi per 100.000 evidenziando quindi una notevole diminuzione nella zona da noi considerata che esprime un valore di circa 20 nuovi casi per 100.000. Confrontando i dati di dimissioni ospedaliere per cancro alla mammella, riportati su "Prometeo, Atlante della sanità Italiana – 2001", si nota come i dati siano molto simili a quelli denunciati dai Medici di Medicina Generale (2.6‰ contro 2.4‰).(1) Si tratta dei cittadini residenti tra Sant’Urbano e Ospedaletto Euganeo, sedi di discariche che protestavano negli anni ‘90 per la presenza di odori e il sospetto di aumento delle malattie gravi respiratorie e neoplastiche. Anche se ..dopo tanti anni:
E' grande 55 ettari: e' stata definita una discarica 'tattica', perche' serve per tamponare situazioni di emergenza, se mai se ne dovessero presentare, relative a difficolta' di smaltimento dei rifiuti in qualsiasi angolo del Veneto, e non solo nella provincia di Padova, a Sant'Urbano, ove e' ubicata.
"Chi va a Sant'Urbano – spiega il Presidente del Veneto, Giancarlo Galan – nemmeno si accorge della presenza di 55 ettari utilizzati a discarica. Ne' odori, ne' veleni, ne' proteste (vedi invece, già dagli anni ’90, motivo della ricerca/verifica da parte dell’ASL 17). Sant'Urbano e' un paese amministrato come meglio non si potrebbe, anche perche' i suoi cittadini ricevono, quali misure di compensazione ambientale, 2 milioni e mezzo di euro l'anno". Da qui il monito: "Cari amici di Napoli e della Campania, avete letto bene? Un piccolissimo paese del Veneto gode ottima salute e di una prospera amministrazione per aver deciso di regalarsi una gigantesca e magnifica discarica – spiega Galan – nel piu' assoluto rispetto della salute del paesaggio". "Sant'Urbano e' un paese amministrato come meglio non si potrebbe, anche perche' i suoi cittadini ricevono, quali misure di compensazione ambientale, 2 milioni e mezzo di euro l'anno" conclude Galan, che abita a una ventina di chilometri proprio da S. Urbano.
Su questo impianto insistono anche il grande impianto di trattamento e trasformazione di rifiuti della SESA (Este) e molti allevamenti intensivi (AVA). Un'area già fortemente penalizzata dal punto di vista ambientale che già aggrava la situazione di inquinamento provocato dai cementifici. La proposta, nuova nella formulazione, non lo è nelle intenzioni di destinare questa parte della bassa padovana all'impiantistica dell'incenerimento: infatti in zona c'è la discarica regionale tattica di Sant'Urbano e da tempo ci sono proposte per un inceneritore di rifiuti nella zona di Piacenza d'Adige. Non a caso il PTCP in via di approvazione sottolinea come questa sia una zona in cui la gestione dei rifiuti può trovare siti idonei al mantenimento dell'attuale situazione e alla sua implementazione. I Verdi per bocca dell'assessore comunale di Este Marco Granziero e attraverso mie dichiarazioni hanno, non solo bocciato, l'idea ma ribadito la determinazione a mobilitarsi contro questa nuova assurda proposta. Le associazioni ambientaliste a loro volta hanno fatto sentire la propria voce con la stessa determinazione. (Comitato Popolare "Lasciateci respirare") (2) Nel Veneto: le quattro aree a rischio individuate dalla Regione Veneto sono: Marghera, valle del Chiampo, Delta del Po e area dei cementifici di Monselice e Este. In queste aree comitati di cittadini e amministrazioni comunali stanno protestando contro i rischi connessi a progetti che potrebbero aggravare la situazione atmosferica. Si tratta di casi conosciuti da tempo come quello del polo chimico di Marghera o del distretto delle concerie nella valle del Chiampo od oggetto di recenti contrasti come quello della centrale ENEL nel Delta del Po, dove si continua a bruciate sostanze molto pericolose mentre si prospetta il passaggio ad un combustibile – l'orimulsion – la cui qualità maggiore è l'economicità dei costi di reperimento. Emblematico della gravità del ritardo nell'approvazione di questo strumento è il caso dei cementifici di Monselice e Este: il Piano dice espressamente che la situazione di rischio atmosferico è determinata dalle emissioni di tre cementifici in un arco territoriale di 10 km e dal forte traffico pesante (in parte a causa dell'attività degli stessi). Nel 2003, l’Italcementi, con il consenso della Provincia, intendeva incenerire nei forni del proprio cementificio farine animali con il maggiore rischio di emissione di diossina nell'aria. Il tutto, attraverso un ipotetico periodo di sperimentazione dove il gestore sarebbe stato, di fatto, anche il controllore, visto che Provincia e Arpav avevano (2003) dichiarato di non essere in grado di monitorare ora per ora, giorno per giorno, le emissioni e tanto meno il rilevamento della diossina.
Nel 2005 oltre all'ENI e alla Polimeri Europa Spa sono state solamente 2 le aziende IPPC del Veneto ad emettere nell'aria in un anno più di 1000 kg di benzene: cementeria Radici e la Italcementi con rispettivamente 1523 Kg e 1619 kg.
L' Unione Europea al fine di prevenire e per quanto possibile eliminare l'inquinamento generato dall'industria, ha emanato la direttiva 91/61/CE meglio nota come IPPC (Integrated Pollution Prevention and Control) istituendo il registro INES (Inventario Nazionale delle Emissioni e loro Sorgenti). Tra le industrie IPPC (cioè ad elevato impatto ambientale), che hanno l'obbligo di dichiarare annualmente le loro principali emissioni nell'aria e nell'acqua, rientrano i CEMENTIFICI. Questi dati sono il frutto di un "self-reporting" da parte dei gestori e sono disponibili sul sito dell'Agenzia Nazionale per la Protezione dell'Ambiente.Tra le informazioni riportate, abbiamo concentrato l'attenzione sulle dichiarazioni d'inquinamento trasmesse delle cementerie di Este e Monselice.La novità? Italcementi nel 2004 non superava neanche i 1000 kg, ora ha addirittura superato Radici. Non solo! Altri due primati per Italcementi: nel 2005 l'Italcementi ha superato la soglia di 10 tonnellate di Ammoniaca. Infatti dalla dichiarazione INES 2005 risulta l'emissione di 30 tonnellate di ammoniaca. Nel Veneto a superare questo limiti sono stati solamente 3 impianti: la SICIT 2000 SpA, Eurofibre SpA e l'Italcementi appunto.Facciamo notare che l'Italcementi ne ha emesse oltre 30 tonnellate mentre la Sicit 2000 SpA ne ha emesse 11,3. Il confronto dei dati risulta allarmante se consideriamo che l'attività svolta dalla SICIT 2000 consiste nell'eliminazione di oltre 50 tonnellate al giorno di rifiuti dell'industria conciaria.Italcementi è anche una delle 8 aziende del Veneto che hanno superato il valore soglia delle emissioni di mercurio. Con più di 15 kg emessi nel 2005 è l'unica cementeria veneta e l'unico stabilimento del Padovano con questi numeri.A nostro avviso, ciò conferma la necessità che il Sindaco chieda il rispetto della delibera comunale votata all'unanimità dal Consiglio Comunale di Monselice, con la quale s'invitava l'Italcementi a sospendere l'uso dei rifiuti nel processo produttivo.Ma chiediamo anche al direttore Generale dell'ARPAV, i dati dei flussi di massa (cioè i grammi all'anno) anche di diossine e metalli dell'ultimo triennio. E' un dato che ormai bisogna rendere pubblico.Insomma nel 2005 a Monselice sono stati emessi più di 3.000 kg di benzene, più di 15 Kg di mercurio, più di 30 tonnellate di ammoniaca, più di 290 tonnellate di anidride solforosa, più di 2.200 tonnellate di ossidi di azoto, più di 120 tonnellate di PM10, migliaia di tonnellate di anidride carbonica e poi dovremmo stare zitti!Recentemente l'Ass. all'ambiente di Monselice, Gianni Mamprin ha dichiarato che: "Le cementerie inquinano meno di quanto si dice". Monselice 10-04-07 COMITATO POPOLARE "LASCIATECI RESPIRARE" (3) L’area indicata come “il triangolo della morte” è posta tra i comuni di Pozzonovo, Bagnoli e Conselve, è nota pressi i medici della zona e le amministrazioni per l’elevato numero di tumori ndd.