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In piazza o nella torre d’avorio?

Di 23 Febbraio 2012 5 commenti

E vabbè, niente record.

Tanti anni fa, quando facevo i primi, timidissimi passi nel mondo della ricerca, qualcuno – non ricordo chi – mi disse che, se mai avessi scoperto qualcosa che smentiva la scienza acquisita, avevo la quasi certezza di aver preso un abbaglio. Quasi certezza non significa che avevo per forza sbagliato, ma le probabilità erano enormi.

Io di scoperte che smentivano la scienza acquisita non ne ho mai fatte. Magari qualcosa che smentiva non la scienza vera ma quella di comodo sì, e non da solo, ma non altro. Comunque, per i primi trent’anni abbondanti della mia carriera io me ne sono stato zitto o quasi.

Uno degli atteggiamenti che non ho mai apprezzato negli scienziati o, almeno, in una parte di loro, è quello del salottino: all’interno di una torre d’avorio si mette qualche poltrona e lì siedono solo gli amici. Da quella torre sono esclusi tutti gli altri “colleghi” e, soprattutto, è esclusa la gente, vale a dire proprio chi dei risultati della scienza deve beneficiare. Questo atteggiamento significa potere perché permette sia di nascondere certi risultati scomodi sia di distorcerli, due cose molto apprezzate in certi ambienti.

A volte, però, accade che la notizia di una scoperta o, ben più spesso, di un inizio d’indagine trapeli, magari per ansia di protagonismo dello scienziato di turno, e arrivi al grande pubblico, troppo spesso impreparato. Ecco, allora, che un risultato del tutto preliminare ottenuto su cellule isolate illude che la cura di una malattia sia a portata di mano o che la scoperta della funzione, vera o presunta che sia, di qualche gene faccia pensare che si possa affrontare – dico tanto per fare un esempio – la mania del gioco d’azzardo con un’aggiustatina al DNA.

A proposito di scoperte sconvolgenti, sono certo che molti ricorderanno come, pochi mesi fa, dal CERN di Ginevra arrivò la notizia del record universale di velocità dei neutrini, particelle elementari costituenti fondamentali della materia. Secondo quanto fu comunicato dai media il CERN di Ginevra aveva scoperto che  questi oggettini centinaia di migliaia di volte più piccoli di un elettrone viaggerebbero ad una velocità superiore a quella della luce, cosa che, se fosse vera, rivolterebbe come un calzino ciò che sosteneva Einstein. L’allora ministra Gelmini spiegò a tutti i particolari di quel record: “Alla costruzione del tunnel tra il CERN ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l’esperimento, l’Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro.” Insomma, secondo la mitica onorevole Maria Stella (a onor del vero mai eletta da nessuno), esiste una galleria di 700 e passa chilometri scavata da non si sa bene chi ma da qualcuno che si è intascato i nostri soldi che va da Ginevra al Gran Sasso, e in questa i cronometristi del CERN fanno correre i loro neutrini da record. Un po’ di milioni spesi per quel lunghissimo buco ma ne valeva la pena.

Quei cronometristi furono molto corretti e furono i primi a mettere pesanti dubbi sulla precisione della loro rilevazione, ma i media furono molto frettolosi su questo particolare. Oggi da Ginevra gli scienziati comunicano che si erano sbagliati. Tutto bene e apprezzabile per onestà (del resto non avrebbero potuto fare altro) ma temo che ancora oggi ci sia chi pensa che il povero Einstein avesse sbagliato tutto.

Ma accade pure che si sia obbligati per regolamento a rendere pubblici certi risultati di ricerca anche quando questa ricerca è in itinere. Un esempio che ha coinvolto il nostro gruppo è stato quando, partecipando ad un progetto europeo chiamato DIPNA di cui mia moglie era a capo, si scrisse sul sito Internet dedicato che le nanoparticelle entrate nel nucleo cellulare non uccidono la cellula stessa. In base alla lettura di quel dato, peraltro ineccepibile, ci fu chi, pur non avendo la minima preparazione culturale in proposito, strepitò che noi ci stavamo occupando di un problema inesistente perché le particelle sono ospiti perfettamente innocui delle cellule. Dunque, siamo dei furbetti che si sono intascati i soldi della Comunità Europea per studiare una bufala. È vero che chi scrisse e si affrettò a lanciare incontrollabilmente in rete quell’esternazione era una sciocchina che faceva del pettegolezzo la sua vita (a proposito, esiste un gene anche per questo?), ma la cosa fu ripresa all’infinito da personaggi intellettualmente, culturalmente e, soprattutto, moralmente di pari levatura e, come insegnava Joseph Goebbels, dopo tre ripetizioni ogni fandonia diventa “verità”. Da qui, un po’ di massacro per noi. Nella mia ingenuità io cercai di spiegare ai non addetti ai lavori che quelle particelle facevano qualcosa di ben peggiore della soppressione della singola cellula: ne mutavano il DNA, così innescando la generazione di cellule alterate che sconvolgono un organo. Naturalmente non ci fu nulla da fare perché, come è tristemente noto, il mondo non appartiene a chi è onesto e, modestamente, non si permette di sputare sentenze su argomenti di cui è perfettamente ignorante. A consolazione resta il fatto che la scoperta è reale ed accettata dagli scienziati.

A questo punto, che fare? Escludere il pubblico per evitare le intrusioni dell’imbecille di giornata o rischiare l’intrusione e tenere il mondo informato? Certo che, dopo aver assaggiato l’imbecille, la tentazione della torre d’avorio è forte.

5 Commenti
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gelu
13 anni fa

brescia
[url]http://quibrescia.it/cms/?p=88292[/url]

RISPOSTA

Forse sarebbe opportuno che Legambiente ci dicesse chi è. Non di rado io l’ho trovata coinvolta in porcate ambientali degne del miglior Chicco Testa e vedi proprio, tra l’altro, Brescia (“termoutilizzatore”) con il loro mitico Paolo Degli Espinosa. Con Legambiente siamo di fronte al tipico bifrontismo italiota modello Beppe Grillo.

edimattioli
13 anni fa

curiosando tra le pagine di internet, mi sono trovata tra le mani un ennesimo caso di diversamente onesto. Dal punto di vista legale nulla da ridire ma eticamente? Moralmente?
http://www.pieroiannelli.com/?p=529

ed ancora in tema di energia … http://lapulcedivoltaire.blogosfere.it/2011/04/legambiente-azionista-nelle-centrali-di-de-benedetti.html

RISPOSTA

Un paese dove l’onesto è Grillo Legambiente è perfettamente in armonia. Credo sia comprensibile perché io rifiuti di partecipare a conferenze organizzate da quell’associazione.

edimattioli
13 anni fa

Rimini e la MMT
E’ stupefacente come il Vero Potere si muova veramente e con velocità fulminea non appena sniffa il primo vero pericolo. Bang, scatta e paralizza tutto l’organismo fin nel capillari più microscopici e periferici. Ma tutti!! Neppure il Gazzettino di Sant’Arcangelo di Romagna ha parlato di questo Summit. Doveva, in un Paese anche semi-libero, esserci ogni Tv, giornale importante, intellettuali, docenti, politici, sindacati, imprenditori. Nulla, zero. Neppure i network ‘alternativi’.
http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=333

Ludovico il Moro
13 anni fa

x Edi, MMT di Rimini…
… Accidenti che sfiga. Prossima volta ci si dovrà coordinare meglio con le manifestazioni No-TAV in Valsusa, sennò finisce che un evento oscura l’altro 🙂

RISPOSTA

E’ bello leggere di tanto in tanto commenti così intelligenti. Da questi possiamo pronosticare il futuro della Nazione.

edimattioli
13 anni fa

Non ho potuto resistere …“[i]allora[/i]” … Stefano, lei è troppo “signore” !!!Grande soddisfazione nel vedere e ascoltare questo video http://www.youtube.com/watch?v=_7YDljI94Iwe alla fine una domanda sorge spontanea, ma che ci avrà nella testa Matteo Incerti? RISPOSTA Nella mia vita, prima che si provvedesse a privarmi dello strumento, ho avuto occasione di analizzare migliaia di reperti, alcuni dei quali di enorme interesse. Malauguratamente, però, non ho avuto la fortuna scientifica di poter mettere sotto il microscopio un pezzetto della materia grigia del signor Matteo Incerti, materia grigia che sono quasi sicuro debba esistere ma su cui non posso pronunciarmi con cognizione diretta… Leggi il resto »