"E Pandora aprì il vaso: da esso ne uscirono tutti i mali del mondo. Dentro al vaso restò solo la speranza, l'ultima a morire.."
Il mito del Vaso di Pandora possiede numerosi significati ed insegnamenti, uno dei quali è proprio dato dalla speranza che, essendo l'ultima a morire, permetterebbe di rinchiudere di nuovo tutti i mali nel vaso da cui si sono liberati. La medicina, dal mio punto di vista, fa proprio questo: ogni successo medico, ogni terapia di successo, permette di rimettere un male di nuovo dentro al vaso, ma alcune malattie sono estremamente difficili da curare. Nella vita sono un ricercatore bio-medico e le mie ricerche mi hanno portato ad identificare un microrganismo molto particolare, anomalo, che può essere collegato a numerose patologie umane, ma di cui se ne parla poco, come se si trattasse un un qualcosa di scomodo e sgradito al sapere medico e, quindi, alla terapia. Si tratta di un vaso di pandora microscopico. Il suo nome è MICOPLASMA.
I micoplasmi, detti in passato anche agenti di Eaton o PPLO, sono abbondantemente presenti in natura come parassiti di uomini, animali, rettili, pesci, artropodi e piante. Sono distinti fenotipicamente dagli altri batteri in base alle loro minute dimensioni (200-250 nm) e alla completa mancanza di parete cellulare. A causa di ciò sono soggetti a pleiomorfismo: infatti la loro forma dominante è sferica, anche se possono assumere forme allungate, presentare strutture terminali come filamenti di varia lunghezza e filamenti elicoidali.
Generalmente, i micoplasmi esibiscono una specificità d’ospite e di tessuto e ciò, probabilmente, in risposta alle loro diverse esigenze nutrizionali, anche se esistono numerose eccezioni.
L’habitat primario per i micoplasmi umani ed animali è dato dalle superfici mucose dei tratti respiratorio, uro-genitale, gli occhi, il canale alimentare, le ghiandole mammarie e le articolazioni. Essi sono anche in grado di infettare cellule in coltura, le quali vanno a costituire un ambiente artificiale innaturale per questo microrganismo, la cui coltivazione specifica in vitro risulta molto difficile.
Il meccanismo con il quale i micoplasmi entrano nelle cellule è ancora poco chiaro, ma una volta entrato nella cellula, il batterio si localizza in tutto il citoplasma, oppure nella regione perinucleare e ciò è stato evidenziato in cellule in coltura.
L’invasione produce alterazioni delle funzioni e dell’integrità delle cellule ospiti, portando a alla lisi le cellule infettate, dalle quali si liberano numerosi micoplasmi. La localizzazione intracellulare, anche se per brevi periodi, protegge i micoplasmi dalle risposte del sistema immunitario dell’ospite e dagli antibiotici, sequestrandoli dall’ambiente extracellulare, il che contribuisce alla loro difficile eliminazione, promuovendo uno stato di infezione latente o cronico.
Sono numerose le patologie alle quali sono collegati i micoplasmi (gli studi nella letteratura scientifica sono molteplici), per citare alcuni esempi: la polmonite atipica interstiziale (da M. pneumoniae), infezioni a carico dell'apparato uro-genitale (recentemente ho trovato alcuni studi anche sulla cistite interstiziale), manifestazioni autoimmuni, sindrome da stanchezza cronica, malattia di Crohn, artriti, AIDS, tumori solidi e leucemie.
Per brevità e per introduzione ho scelto questi contenuti, ma mi riservo di inserire un articolo più specifico sulla relazione tra infezione da micoplasmi e tumori umani, argomento oggetto in maniera più approfondita dei miei studi e delle mie ricerche.
dott. Luigi Cristiano (dottore magistrale in biotecnologie mediche)