E’ da preferirsi il repubblicano Mc Cain che incrementerà l’estrazione petrolifera in Alaska o il democratico Obama che punta tutto sul rilancio del nucleare, con la benedizione del premio Nobel Gore?
Le scelte energetiche, e quindi ambientali degli USA (20,2 tonnellate di CO2 per abitante l’anno, il meno “virtuoso” e principale membro del G8), sono queste a prescindere dalle “retoriche” dell’ambientalismo “europeo”, e degli ambientalisti in pelle e ossa, quelli che seguono alla lettera (i più inconsapevolmente) i dettami dell’Ecocapitalismo egemone: Kyoto (con relativa Borsa della CO2 e mercificazione dell’aria), i picchi petroliferi (sempre più ravvicinati e catastrofici), l’energia “giustamente” pagata a caro prezzo (agli speculatori finanziari), il principio “chi inquina paga” (ed intanto può inquinare), e che si basa, soprattutto, sull’assunto che il danno sanitario è inevitabile, che si può ignorare o minimizzare a fronte di priorità “ambientali”o, come va più di moda in questo periodo, “ meteorologiche e climatiche”.
La strategia energetica ed ambientale europea ( il cui Paese più importante, la Germania, produce 10,3 tonnellate di CO2 per abitante l’anno, un po’ più della metà degli USA) prevede che il 20% della energia sia prodotta dalle fonti cosiddette rinnovabili entro il 2020.
Tra le fonti “rinnovabili” le normative europee prevedono anche la combustione delle cosiddette “biomasse” compresa la “termovalorizzazione “ della parte biodegradabile dei rifiuti urbani ed industriali.
In Italia, secondo Paese più “virtuoso” del G8: solo 7,9 tonnellate di CO2 per abitante l’anno (meglio fa solo la “nuclearizzata” Francia con 6,2 tonnellate di CO2 per abitante l’anno, mentre il Giappone è a 9,5, il Regno Unito è a 9, il Canada è a 17,3 e la Russia è a 10,6 tonnellate di CO2 per abitante l’anno), si sta’ puntando, e si punterà, soprattutto, sulle centrali per le “biomasse” e i “termovalorizzatori” dei rifiuti (dai 2/3 ai 3/4 del totale).
Queste fonti energetiche “rinnovabili” sono state, del resto, nel nostro Paese, anche nel passato, di gran lunga le più privilegiate nell’assistenza “pubblica” (pagata con i soldi dei consumatori) ai grandi gruppi industriali notoriamente incapaci di stare nel mercato “vero”: dalla “cosca” Romiti, alla”casta” Marcegaglia, i “clan” Ligresti e Benetton e via dicendo.
I meccanismi sono noti: CIP6 prima, Certificati verdi adesso e per il futuro: sponsor tutte le maggiori forze politiche e buona parte degli ambientalisti, a cominciare dalla maggiore associazione nostrana Legambiente, da sempre impegnata a favorire in tutti i modi la “termovalorizzazione” inserita in un fantasioso e sempre citato “ciclo integrato dei rifiuti”.
Se l’Italia è particolarmente “virtuosa” sul versante della CO2 è probabilmente più merito delle alte tariffe elettriche, che delle centrali a biomasse e i “termovalorizzatori”, che di CO2 ne producono in abbondanza ( oltre, purtroppo, agli inquinanti veri e propri, quelli nocivi per gli esseri umani e le altre specie viventi).
Dal punto di vista del cancro nei bambini, invece, la “virtuosa” Italia ha il poco invidiabile record europeo: la crescita di nuovi casi di tumori è del 2% l’anno, negli ultimi 15 anni, quasi il doppio del dato europeo.
I tumori infantili, a differenza della CO2 (che non è un inquinante dannoso per la salute), sono un buon indicatore dell’inquinamento ambientale, inoltre per i bambini non si può certo invocare la predominanza dei “cattivi stili di vita”, quale causa principale del cancro, tanto cara ai mistificatori sanitari ed ambientali vecchi e nuovi.
Sul versante dei tumori infantili, comunque, anche l’Europa non è poi messa tanto bene, negli ultimi 15 anni il trend è in discreta crescita: 1,1% l’anno, a fronte di un poco significativo 0.4% negli USA (dove si è avuta la delocalizzazione all’estero di molti settori industriali inquinanti ed è assai scarso il ricorso alla “termovalorizzazione”).
Peggio dell’Europa è la Cina (3.6 tonnellate di CO2 per abitante l’anno, ma due anni fa erano 2.6 tonnellate) dove la situazione sanitaria è disastrosa e, non a caso nemmeno coperta dai dati statistici (cosi come del resto avviene in vaste aree italiane ed europee).
Il luogo comune degli USA viziosi ed Europa virtuosa, sul versante ambientale, sarebbe, quindi, da ridimensionare, infatti nonostante (o forse a causa?) degli ambientalisti europei, specie quelli del nord Europa ( tutti ipersensibili alla CO2 e completamente ignoranti su diossina, metalli pesanti o nanoparticolato), la normativa ambientale europea è sempre più permissiva a favore degli inquinatori, e peggiore di quella USA.
Evidentemente le forze politiche europee: popolar-cristiane, cattoliche, socialdemocratiche, democratiche, ed anche “sinistre”, “destre” e Verdi-ecologiste, riescono ad essere addirittura peggiori dell’amministrazione Bush.
Questo paradosso, purtroppo reale, dovrebbe impone un’analisi adeguata e l’uscire da un conformismo ambientale oramai solo controproducente.
Iniziamo con la modifica degli indicatori ufficiali, italiani ed europei, in campo ambientale: pretendiamo come parametro guida l’incidenza (i nuovi casi) dei tumori infantili al posto della produzione della CO2, nonché, preliminarmente, l’estensione di una adeguata rilevazione del fenomeno, mediante Registri Tumori, estesi a tutto il territorio nazionale ed europeo.
salute
michelangiolo bolognini
da http://www.medicinademocratica.org/article.php3?id_article=204