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Il microscopio restituito e altre amenità

Mai come oggi il mondo è disinformato. Quando si fornisce un’informazione corretta sorgono mille dubbi, mille domande, l’esigenza di mille spiegazioni e la richiesta della presentazione di mille documenti. Sarà vero? No, non credo: un amico mio ha sentito al bar da uno che aveva letto non ricordo dove una notizia che aveva detto la tibbù… Insomma, non è vero. Ma per l’imbecille di giornata non ci sono problemi: quello si alza da letto dopo una notte allietata da tanti sogni e, con le briciole della merendina intinta nel cappuccino ancora sul mento, spara la sua. E nessuno si porrà questioni: ERA SU INTERNET.

Ecco allora che la macchietta di Crozza raccatta “notizie” smentite dai fatti innumerevoli volte, le fa sue e, di conseguenza, stante il suo potere, le fa verità universalmente accettata.

Basta leggere le stramberie che un certo personaggio raggiano, pur uomo d’intelligenza luminosa e di onestà cristallina, da anni ammannisce ai suoi (fortunatamente per lui pochi) lettori, a partire da un’interrogazione parlamentare ai danni miei e di mia moglie risalente a un paio d’anni fa e alla quale nessuno si prese la briga di rispondere stante la sua mortificante infondatezza unita all’imbarazzo di dover constatare che sette senatori della Repubblica (o di quel che ne resta) si occupavano degli affari privati di un’amichetta, peraltro sulla base d’informazioni stravaganti. Poi la promessa che un non meglio specificato tribunale ci avrebbe fatti finire appesi per gli alluci nelle segrete del castello o giù di lì. Ma di scempiaggini diventate “notizia” e immediatamente “verità” ce n’è di che fare indigestione.

Una delle ultime è che ci sarebbe stato restituito il microscopio che ci fu sottratto il 22 gennaio 2010 dopo sei mesi di battaglia. Come sia nata un’enormità simile non saprei dire. Comunque sia, non solo non è vero ma non sarà mai vero. Quell’apparecchio non tornerà mai più dove i donatori avevano stabilito e, dunque, non vale nemmeno la pena parlarne. Il solo motivo per il quale una corbelleria simile ha trovato ospitalità nei mezzi di presunta informazione è per far sì che la raccolta fondi per l’acquisto del microscopio necessario alle nostre ricerche non avesse più motivo di essere.

Invece di dare credito a panzane avvilenti, chi continua a pretendere informazioni e consigli da noi ci metta in condizione di lavorare fornendoci almeno un microscopio adeguato e i mezzi per mantenerlo. Se, per ragioni che non m’interessano, la condizione non sarà soddisfatta, i sullodati sono pregati di rivolgersi altrove. L’Italia pullula di esperti di qualunque argomento, è ricca di atenei prestigiosissimi dove si accalcano geni luminosi e, mal che vada, abbiamo sempre Cecchi Paone, la famiglia Angela, la signorina Toffa, la mammina della pertosse, la signora Lorenzin…

Concludendo: quando nascono notizie che mi riguardano, accertatevi che rispondano ai fatti telefonandomi.