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Il macigno rotolante della corruzione

…e, allora, il bon ton vuole che ci si scandalizzi. Ma, tranquilli: domani penseremo ad altro.

Davanti a certi eventi ammetto di provare un brivido di divertimento. Mi accade quando qualche magistrato racconta di famiglie mafiose (‘Ndrangheta, Camorra, Sacra Corona non fanno differenza) facendo nomi e cognomi e, addirittura, tracciando confini di precisione millimetrica sui loro territori di competenza e liste pignole della merceologia trattata. Si sa tutto, ma quei signori (o, piuttosto, dovrei dire imprenditori?) continuano indisturbati a svolgere la loro attività, magari coccolati e difesi da parte della popolazione locale che di loro si fida più che dello stato.

Mi diverto quando si riferiscono le cifre accurate relative all’evasione fiscale, da quella “per necessità” dell’arrotino che, se dovesse emettere tutti gli scontrini, mangerebbe quello che trova nei cassonetti dell’umido a quella multimilionaria perpetrata laddove i quattrini girano veramente. Tra parentesi, la differenza è che QUANDO ti becco nel primo caso ti rovino e SE ti becco nel secondo andiamo in tribunale e ne parliamo tra vent’anni.

Ora mi sono divertito quando ieri sera ho sentito Raffaele Cantone dire che in campo sanitario la comunità italica spende, centesimo più, centesimo meno, sei miliardi per la corruzione imperante. La sanità “è il terreno di scorribanda da parte di delinquenti di ogni risma,” dice il presidente dell’Autorità nazionale anti corruzione. Oh, chi lo avrebbe mai immaginato? Be’ io, per esempio. Certo io non sarei capace di dare i numeri e non ho idea di come quel sei con nove zeri sia stato calcolato, ma che la sanità sia quello che Cantone ha affermato è noto da sempre a chiunque abbia anche solo sfiorato il settore. Chi ha letto il mio vecchio libro Il Girone delle Polveri Sottili ci troverà anche qualche episodio descritto perché vissuto di persona, ma il letamaio è conosciuto lippis et tonsoribus.

Cantone parla senza equivoci di quattrini che, sotto i tavoli, magari quelli operatori, cambiano di mano, ma la corruzione è, forse soprattutto, anche altro.

Corruzione, per esempio, è non effettuare i controlli sui farmaci, dal non analizzarne il contenuto al permettere la loro messa in commercio senza le dovute, indispensabili precauzioni. Peggio è raccontare frottole al popol bue, dando ad intendere che non solo i controlli ci sono, ma che è tutto rigorosissimo e tutto esce lindo e immacolato. E questa corruzione coinvolge non solo i politici, gli enti di controllo e i medici, ma anche gli organi di cosiddetta informazione che operano effetti devastanti sui cervelli sempre più sonnacchiosi.

Sono certo che, almeno a grandi linee, molti ricordino la tragedia che ebbe come carattere principale il professor Duilio Poggiolini il quale, in cambio di banconote che stipava nel divano di casa, dava il suo augusto placet alla circolazione di sangue infetto da trasfondere. Per quella “marachella”, peraltro una delle tante che corrono nel settore, i morti e i malati furono un numero che temo sfugga ai nostri pur attenti e zelanti contabili. Il filosofo napoletano Gianbattista Vico sosteneva che la Storia è la maestra della vita ma, alla luce dei fatti, si tratta di una maestra con ben pochi allievi. Nulla, infatti, sembra che abbiamo imparato da quella lezione e, tanto per fare un esempio, nessun ente preposto ha voglia di controllare davvero i vaccini, limitandosi a borbottare nel sonno che va tutto benissimo.

Corruzione, per esempio, è inventare l’esistenza di epidemie.

Corruzione, per esempio, è arrampicarsi sugli specchi per negare che i militari spediti allegramente scoperti tanto di attrezzature quanto d’informazione a lavorare in missioni “di pace” si ammalino per quello che respirano e per quello che mangiano.

Corruzione è raccontare che fare falò di rifiuti è la cosa più sana del mondo.

Corruzione è raccontare che le centrali cosiddette “a biomasse” siano un toccasana per l’agricoltura e che l’ammendante che producono fa benissimo alle colture.

Corruzione è lasciare che i cementifici brucino rifiuti che addirittura importano attraversando un oceano.

Corruzione è cercare di convincere il gregge a disertare il referendum a proposito dell’ennesimo crimine che stiamo commettendo contro i nostri figli: la trivellazione del mare per mettere altri quattrini nelle tasche dei soliti noti. E potrei continuare a lungo.

Date un’occhiata a tutti questi temi e vedrete che, in un modo o nell’altro, coinvolgono tutti la salute. E allora, quei sei miliardi andrebbero moltiplicati per una cifra tutt’altro che irrilevante.

Andate a rileggervi il mito di Sisifo figlio di Eolo e di Enarete e vi accorgerete che la sua pena assomiglia molto alla nostra. Ognuno di noi spinge il suo macigno fin sulla vetta del monte per vederlo rotolare giù ogni volta. La differenza con il re di Corinto è che molti di noi non sanno nemmeno di spingere il macigno.

1 Comment
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gelu
8 anni fa

geologa per il NO
Dott. Montanari,
che ne dice di questo?

http://www.meteoweb.eu/2016/03/referendum-trivelle-una-geologa-ecco-perche-io-non-andro-a-votare-e-se-proprio-fossi-costretta-voterei-no/653980/

RISPOSTA

Perché un geologo dovrebbe essere informato? In tutt’altro ambito e in tutt’altra proporzione, la logica della signorina mi ha ricordato quella che lessi in alcune lettere di medici impiegati nel Lager nazisti. Filava tutto alla perfezione. Mi sfugge solo un particolare: a parte le tortuosità retoriche, perché la signorina non vota NO?