Qualche anno fa mi trovavo a St. Paul, la capitale del Minnesota. Era l’inizio di Dicembre e faceva un freddo cane: più o meno il loro zero, quello Fahrenheit, quello che da noi è meno 17.
La sera cominciò a scendere qualche fiocco di neve e la mattina dopo, la mattina in cui sarei dovuto tornare in Italia, mi svegliai con mezzo metro di neve.
Già rassegnato a prolungare il mio non proprio entusiasmante soggiorno al gelo, giusto per scrupolo telefonai all’aeroporto per sapere quale fosse la situazione. Chi mi rispose avrà pensato che avevo voglia di fargli perdere tempo: l’aeroporto era regolarmente aperto e il mio volo era previsto in orario. E così fu.
Ieri ero a Roma. La versione meteorologica accettata nell’Urbe era che stava nevicando. In effetti, qualche timido fiocco di neve era avvistabile ogni tanto, ma le strade, bagnate che erano, di neve non portavano traccia. Però il traffico cittadino era quasi paralizzato e i treni partivano e arrivavano con modalità fortunose (per esempio, quelli per Albano Laziale erano tutti cancellati).
La sera alle 19 e 10 avevo l’Eurostar di ritorno. L’arrivo a Bologna era previsto per le 21 e 32 e da Bologna avrei poi proseguito per casa mia: Modena.
Arrivato in stazione sotto una pioggia che nemmeno la fantasia più sfrenata o un ricorso stiracchiato all’entelechia aristotelica avrebbero contrabbandato per neve, trovo il caos. Qualche migliaio di persone ferme, in silenzio, a naso in su a leggere i tabelloni con le informazioni sui treni, informazioni che non arrivavano e, quando arrivavano erano un bollettino di guerra.
Trovato il binario del treno dopo un’emozionante caccia al tesoro (la disposizione ludica delle FS è proverbiale) e scoperto che il ritardo in partenza sarebbe stato di 15 minuti, cioè in orario, se vogliamo stare agli usi e costumi del folclore ferroviario peninsulare (quello isolano della Trinacria è più particolare e meriterebbe trattazioni a parte), mi siedo al mio posto. Alle 19.50, vale a dire a 40 minuti dall’orario ufficiale, il treno si muove. Non per molto, però: a poche centinaia di metri percorsi, il convoglio si ferma. Sta lì un po’ e poi riparte. Poi si riferma e poi riparte. Poi si triferma e triparte. Si quadriferma e quadriparte… Senza fretta arriviamo a Firenze. Non alla Stazione Centrale, però, perché Santa Maria Novella è chiusa per neve (ce ne sono quasi 15 centimetri sui tetti!). Si va a Campo di Marte. Si sta lì un pochino e veniamo avvertiti che la prossima meta sarà la stazione di Rifredi: cinque minuti scarsi con il bel tempo, 75 ieri. Ma l’abbiamo detto: c’era la neve.
E ora, la traversata dell’Appennino con in testa i versi del vate Carducci: Ansimando fuggía la vaporiera/ Mentr’io così piangeva entro il mio cuore…
È tardi. Lo stomaco reclama. Vado al bar del vagone 3. Prendo l’ultimo pacchetto rimasto di Ringo Pavesi. Devo fare la pipì. Per trovare una ritirata (dizione ferroviaria d’antan per il gabinetto) che sia agibile (non decente: semplicemente aperta) ringrazio la mia attitudine al podismo.
Alla fine, arrancando, si arriva. Insomma, a mezzanotte si sbarca a Bologna dove pure è nevicato (non la situazione terrificante di Firenze, ma quasi sette centimetri ne saranno certamente venuti). Nessuno si lagni del ritardo, però, perché basta uno sguardo al tabellone luminoso per vedere attese di 305 minuti (305: che precisione!) e noi siamo appena alle due ore e mezza.
Da Bologna a Modena c’è una quarantina di chilometri. La statale 9, l’antica consolare romana non l’ha pulita nessuno e nemmeno oggi a mezzogiorno, la mattina dopo la calamità naturale dell’ovviamente infausto venerdì 17, era venuto in mente a qualcuno che sarebbe stato carino far passare gli spazzaneve. Ma, dopotutto, a che sarebbe servito? Basta un briciolo di pazienza e arriva la primavera!
Stamattina ho trovato divertente ascoltare i racconti degli automobilisti bloccati per tutta la notte sulla leggendaria autostrada Bologna – Firenze o di quelli che, in Umbria, erano congelati in fila mentre un’ambulanza apriva la strada ad un’auto blu.
Ora, la domanda è: come faranno in Scandinavia, in Canada, in Russia, dove ogni inverno che dio manda in terra ci sono almeno tre metri di neve e quando è tiepido si sta a meno 30? E questo per mesi.
Ma la preoccupazione vera è un’altra: come siamo messi con San Marino? Sì, dico, se al Titano gli viene la luna storta e ci attacca con il suo esercito in una giornata come ieri, quelli ci conquistano con una Blitzkrieg che Hitler se la sognava. Se si accorgono che con mezzo palmo di neve siamo in ginocchio…
STRADE BLOCCATE, CUORI GELIDI, CERVELLI IN FUGA…
IMMOBILISMO DA NEUROSCHIAVI, NON E’ COLPA DI NESSUNO NO? L’ITALIA POST-UMANA DI FINE 2010, SEPOLTA DAL MALAFFARE, NON DALLA NEVE… IL SISTEMA DOPAMINERGICO DELLA POPOLAZIONE ORMAI SI ATTIVA SOLO DAVANTI ALLA TV…
Finti manager
Ferrovie e strade sono gestiti da FALSI MANAGER, che in realtà sono dei politici, vale a dire il peggio della nostra società. E questi sono i risultati.
mattioli copia e incollaIeri, il premio “eroe del giorno” che assegno giornalmente alle più alte cariche dello Stato per l’impegno che esercitano nel raggiungere il più alto standard di benessere è andato al ministro Mattioli. Non vorrei aver frainteso le sue parole. In un passaggio della conferenza stampa di ieri (20/12/10), a me è sembrato dicesse che il prossimo anno, alla prossima nevicata, quindi alla prossima emergenza, bisogna migliorare la comunicazione con il cittadino in modo che rinunci a viaggiare in certe condizioni. 😮 Ma per 20 cm di neve!!!Anche l’anno scorso si verificò un’ondata di gelo “anomala” a ridosso… Leggi il resto »
Dario, è Matteoli … Matteoli !!!
inoltre, credo che in Italia , abbiamo “[i]gli italiani[/i]”, ma non solo “[i]politici italiani”[/i] ma anche il “[i]popolo italiano[/i]” … possibile che quando un [i]italiano[/i] acquista un auto non si doti anche di catene da neve!!! e le va a cercare con la neve a 20 cm!!! fose a Helsinki ci sono i finlandesi e tutto è diverso!!!
giappone
http://www.youtube.com/watch?v=ffOVs3jJNTg&feature=related
Non ci sono parole: i politici parlano di cm di neve e non fanno parola di temperature (sotto zero fanno danni anche solo i 5 cm), ma anche in giappone….le cose vanno diversamente.