Guerra? La voglio anch’io!

Da settimane non riusciamo più a goderci un giornale radio decente: notizie di megaconcerti di rockettari, vicende pepate di escort e perfino cambi di allenatori calcistici sono soverchiati da quella noia dell’Ucraina (ora laggiù sparano a un aereo civile: e con ciò?), dalle botte che due popoli stucchevolmente ripetitivi si scambiano tra Striscia

di Gaza e Israele (che pizza!) e dagl’integralisti iracheni che avanzano. Se non altro questi ci danno almeno qualcosa su cui eccitarci un po’: mutilazioni ai turpi genitali femminili (ma le donne non si vergognano di averli?) e vergini concesse in giusto premio ai miliziani, presumo per preparare il loro cuscus. Insomma, per fortuna c’è ancora chi ragiona in questo mondo che, non fosse per queste menti illuminate, andrebbe a rotoli.

 

Guerra dovunque. Da noi, però, d’estate la guerra va in vacanza e solo il 21 settembre, a due giorni dall’equinozio d’autunno, la riprenderemo. Per gioco, naturalmente, perché noi siamo italiani e da noi tutto si fa per gioco. Va da sé che si tratta di un gioco che qualche rischio lo prevede, ma, se sono i sardi a correrlo, tutto bene. In fondo, come diceva quel tale, si tratta di pocos, locos y malunidos, e poi a farsi scoppiare le bombe a due passi da casa e a farsi avvelenare li abbiamo abituati da decenni. L’altro vantaggio è che i sardi sono mansueti e a lagnarsi sono in pochi.

Non starò a ripetere ciò che è scritto all’indirizzo Internet http://informazioneconsapevole.blogspot.it/2014/07/sardegna-da-settembre-cavia-militare.html

Mi limito solo a fare da passaparola.