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Fiumicino: una farsa tragica che non lascerà il segno

http://www.vitalmicroscopio.net/2015/06/04/terminal-3-di-fiumicino-ora-si-pensi-alla-salute-dei-lavoratori/

Proprio stamattina, mentre mi preparavo ad arrivare al laboratorio dove è finito il nostro microscopio, sentivo la notizia di una galleria stradale doppia che collega Marche a Umbria costruita teoricamente secondo

un certo capitolato. Pare sia stato solo grazie ad una trasmissione televisiva che qualcuno si sia accorto che il calcestruzzo che dovrebbe reggere l’opera non è quello pattuito ma è, e non di poco, più sottile. Il rischio? Beh, niente di che: semplicemente la galleria doppia può crollare senza preavviso e chi c’è dentro in quel momento non ha grandi probabilità di cavarsela.

 

Non si tratta certo di qualcosa d’insolito. L’abitudine inveterata nel Belpaese (meglio sarebbe se esistesse solo il formaggio) è quella di progettare e costruire opere pubbliche lasciando tutto in mano, nella migliore delle ipotesi, a perfetti imbecilli. Spesso le mani sono quelle di personaggi “distratti”, il che, tradotto, significa corrotti fino al midollo, i quali, come bene illustrò Cesare Beccaria nel suo Dei Delitti e delle Pene pubblicato nel lontano, ma solo lontano nel tempo, 1764, sono convinti dell’impunità. E la convinzione è con incredibile frequenza confortata dai fatti. E poi, anche se ti pescano, dopo qualche giorno di clamore non di rado condito da brevi scene d’isteria, tutto si spegne al cospetto di un Festival di Sanremo, di una finale di Champions League o anche solo perché “tanto…”

Fiumicino con il suo rogo non è da meno e rientra nella normalità italiota. Nessuno controlla la fedeltà al capitolato e, se succede qualche disastro, si strepita un po’ per mostrare quanto siamo scandalizzati e poi finisce tutto lì. Le istituzioni, colpevoli al massimo grado per non aver fatto ciò per cui sono profumatamente pagate, cioè controllare, salvano grottescamente la faccia taroccando i dati dei vari rilevamenti a disastro avvenuto. Magari i rilievi non li fanno neppure, limitandosi a fingerli. In fondo, l’itagliano con tanto di gielle è già tacitato così. Intanto qualcuno si ammala e, più o meno velocemente ma quasi sempre in un lampo, ci si dimenticherà di loro e della loro sorte che resterà ignota e, anzi, priva d’interesse. I morti? Ma che cosa pretendete: la vita eterna su questo pianeta?

La tragedia non è tanto la catastrofe occasionale. La tragedia è che ci abbiamo fatto il callo e tutto passa nella più totale indifferenza. Le istituzioni, quelle di controllo in primis, non risponderanno mai di nulla e, anzi, i loro funzionari continueranno ad essere contrabbandati per uomini di scienza e non per i ciarlatani che troppo spesso sono. Noi? Noi siamo milioni di Pantalone. Noi paghiamo e basta. Con i soldi e, ahimè, a volte con la vita.