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Enel inquina i nostri mari – grave episodio

Una chiazza oleosa di fronte la Centrale Enel Alessandro Volta di Montalto di Castro ha fatto scattare, nella giornata di domenica, l’allarme inquinamento per il litorale viterbese. Una patina iridescente si era estesa in un fronte lungo 700 metri per 50 all’altezza dello scolo delle acque dell’impianto di Pian dei Gangani.

Decido di copiare qui questo articolo, già pubblicato su http://noalcarbone.blogspot.com, in virtù della gravità dell'accaduto, e del fatto che -com'era prevedibile- i media non hanno dato rilievo all'accaduto. 

Il fatto.

Domenica 4/11/07 mi trovavo a Montalto Marina (Vt), sulle sponde del fiume Fiora, dove si trovano gli ormeggi delle imbarcazioni da diporto. Erano circa le 11 di mattina quando mi sono imbattuto in un vecchio amico, subacqueo per passione da tanti anni, appena rientrato dopo un'immersione in compagnia di alcuni suoi colleghi. "Il mare è impestato, c'è tutta questa roba. E' pieno, dappertutto!". Detto questo, l'amico mi ha indicato, con un cenno, un recipiente in cui aveva raccolto dell'acqua di mare: vi galleggiavano (e non) numerose masse gelatinose sferoidali semitrasparenti, dall'aspetto simile a uova di rana, ma prive di nucleo. Il diametro approssimatico era di circa 1 – 1,5 cm.

Ci siamo chiesti di cosa avrebbe potuto trattarsi: plancton, forse? Qualche sorta di inquinamento chimico? Osservandole in piena luce, sulla superficie di ognuna di queste masse si notava un fitto reticolo regolare di punti neri. Dopo qualche discussione ci siamo salutati, riproponendoci di far analizzare il tutto all'ARPA di Viterbo.

Ieri mattina appare una prima risposta alle nostre domande. Sul sito "maremmaoggi" il seguente articolo:

Una chiazza oleosa di fronte la Centrale Enel Alessandro Volta di Montalto di Castro ha fatto scattare, nella giornata di ieri, l’allarme inquinamento per il litorale viterbese. Una patina iridescente si era estesa in un fronte lungo 700 metri per 50 all’altezza dello scolo delle acque dell’impianto di Pian dei Gangani. Una telefonata al 1530 della capitaneria di Porto, fatta da un diportista, ha messo in moto la macchina dei controlli e subito sul posto, via mare è arrivata la Capitaneria di Porto con il capitano Lorenzo Savarese e il maresciallo Giuseppe Romiti, il gommone della Protezione Civile e la Polizia Ambientale locale. Il mare calmo infatti evidenziava la chiazza che galleggiava sul fronte mare della Centrale Enel. All’interno dell’impianto intanto erano scattati i controlli per verificare che nessuna rottura, fosse in atto, nei tubi che trasportano l’olio combustibile fino ai gruppi di produzione. Subito è emerso dalle verifiche dei tecnici Enel e dalle apparecchiature elettroniche che monitorano la Centrale che non c’erano perdite di olio in atto . In uno dei canali, quello che porta le acque piovane al mare, continuava però ad arrivare la patina composta da idrocarburi. Vedi qui per l'articolo intero. qui per l'articolo intero.


Considerazioni in ordine sparso.
Parliamoci chiaramente: una fuoriuscita del genere non può passare inosservata agli operai della centrale. Il mare di questi tempi è pochissimo frequentato, si sa, probabilmente qualcuno sperava in questo; non per intervenire in silenzio: per non intervenire affatto. E che senso ha fare riferimento alle piogge? Perché quella zona era impregnata di certe sostanze? Non viene comunque inquinato, il NOSTRO terreno? E dove finisce il tutto?

Ahinoi, viviamo in un ecosistema, tutto è in relazione sistemica, tutto è collegato. In primis la nostra ignoranza di cittadini, che permette tutto questo.

L'atteggiamento di Enel ci è ben noto: insistere a negare ogni responsabilità per le malefatte compiute ai danni della collettività. Sino a tentare di rovesciare i fatti a forza di bombardamenti mediatici a la Goebbels. Che hanno successo, grazie a cittadinanze passive e media asserviti. Tutto in vista dell'unico fine: il lucro. Lucro ad ogni costo, tantopiù che l'onere è a carico dei cittadini. Altrettanto note sono ormai le dinamiche politico-amministrative che si attivano in casi come questo. Tutto finirà insabbiato, minimizzato, al prezzo -al massimo- di qualche sconcia elemosina.

Il litorale di Montalto Marina aveva guadagnato, anni fa, il riconoscimento di secondo migliore del lazio, dopo Ponza, nella classsifica stilata annualmente da Goletta Verde. In realtà chi, come il sottoscritto, frequenta spesso Montalto e conosce bene il suo mare, sa che episodi simili di inquinamento non sono nuovi. Attribuibili a chi, ora non so dirlo.

Una fitta al cuore prende chiunque osservi -dall'interno, dal mare, o dalla costa- il litorale da Civitaveccha in su: torreggiano i segni di una società decadente, le due ciminiere condannano l'orizzonte, invano lo sguardo tenta di cancellare dal bel paesaggio le sinistre sagome delle centrali. Quando la foschia mitiga la violenza di quelle forme, su mare e terra è la cappa ocra a ricordarci della loro esistenza; da queste parti i tramonti assumono spesso un colore insolito. A Montalto Marina, dalla foce del fiume Fiora, lo sguardo che a nord si colma del verde aspro della macchia mediterranea maremmana, inevitabilmente si infrange contro la velenosa mole dell'Alessandro Volta e il cupo esoscheletro della vecchia centrale nucleare**, rigato da un'interminabile emorragia rugginosa.

Evidentemente lontano è, ancora, il tempo possibile in cui le masse cesseranno d'esser tali e sceglieranno di non fuggire la responsabilità dei destini.

**Nota a margine

costruita sopra un banco di sabbia, nel dicembre dell'87, prima ancora di entrare in funzione, aveva subito allagamenti. Ora giace abbandonata, a dare schifosa mostra di sé, a perpetua memoria della pochezza dei nostri amministratori politici, oggi come ieri impegnati solo a spartire i foraggiamenti di Enel.

Il comune di Montalto di Castro riceve annualmente da Enel 8 milioni di euro solo per l'ICI. Poco dopo la recente ristrutturazione del palazzo comunale, è comparso un nuovo ufficio al suo interno; non appena varcata la soglia del portone d'ingresso, troviamo infatti un bel CENTRO D'ASCOLTO ENEL.

Davvero emblematico.

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