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Egregi signori, mi avete stufato

Egregi signori,

Mi avete stufato ed è meglio chiarire le cose definitivamente rinunciando per una volta all’ipocrisia da salotto che piace tanto, appunto, agl’ipocriti da salotto.

La coscienza che non pochi problemi sanitari, non di rado gravissimi, abbiano origine ambientale si va fortunatamente diffondendo. Al di là di ogni

ipocrita modestia, mia moglie ed io abbiamo avuto una parte fondamentale in tutto ciò e per rendere edotta la popolazione sull’argomento io ho tenuto centinaia di conferenze pagandomi viaggio, vitto e alloggio. Lasciamo poi perdere il fatto che, per poter tenere queste conferenze a base di scoperte esclusivamente nostre, noi abbiamo speso tutto quello che avevamo. In cambio abbiamo ottenuto valanghe di fango, e scrivo fango al posto della parola molto più cruda e maleodorante che dovrei usare.

 

Ora un paio di miserabili (uso l’aggettivo a ragion veduta) che si spacciano per scienziati arriccia il naso. Questi due esemplari di nullità umana hanno in comune anche la nullità scientifica, ma questo non pare avere la minima rilevanza. Insomma, al di là delle chiacchiere questi personaggi non hanno mai fatto una scoperta e, anzi, uno dei due non ha mai nemmeno messo piede in un laboratorio, mentre l’altro da un laboratorio ricava pane e companatico senza produrre null’altro che routine. Così ciò che il loro pubblico va ad ascoltare sono dei pastrocchiati copia-incolla da Internet di ricerche fatte da altri. Ma Internet, come è noto, ospita qualunque cosa e i due non sono all’altezza nemmeno di capire se ciò che vanno a scopiazzare abbia qualche valore o sia il parto di qualcuno pari loro.

In tutto questo non ci sarebbe niente di male: ognuno è libero di frequentare le conferenze che crede, sempre che frequenti conferenze. Ciò che mi fa una pena infinita è che quei due tali si permettono di criticare il fatto che ora io pretenda di essere pagato per le mie conferenze. Tra parentesi: una signora molto vicina ad un comico mi diede per lungo tempo del fesso perché io facevo “spettacolo” gratis. A questo punto è opportuno si sappia che io non ho né uno stipendio né una pensione come, invece, hanno quei due. Da undici anni abbondanti il mio stipendio ammonta alla bellezza di zero Euro, una cifra che non mi pare particolarmente elevata. Da undici anni abbondanti io pago tutte le ricerche e quelle ricerche sono anni in anticipo rispetto a qualunque altra ricerca si faccia al mondo sulle nanopatologie (disciplina, peraltro, fondata da mia moglie e da me). Da undici anni abbondanti io sono subissato da richieste e pretese da parte di innumerevoli persone, alcune affette da patologie gravissime, alcune trasudanti solo capricci (DEVI dirmi che cosa c’è nella lozione per capelli che uso o nelle merendine con cui ingozzo mio figlio obeso).

E allora, una domanda: chi paga il mio lavoro e le mie ricerche? Ma si sappia: i soldi che pretendo per fare una conferenza definita strapagata finiscono fino all’ultimo centesimo a sostenere le ricerche i cui risultati vengono pretesi come se questo fosse un diritto.

Il mio consiglio, se non ci si vuole separare da un Euro, è che si vadano ad ascoltare i due miserabili. Quelli si vantano di non pretendere un soldo. In cambio danno ciò che chiunque può avere semplicemente facendo come loro: saccheggiando Internet.

Chiedo scusa se mi sono permesso di parlare con durezza, ma mi sono davvero scocciato. In fondo, nessuno è obbligato ad avermi per una conferenza né io sono obbligato ad andare. E, già che ci siamo, chi continua a subissarmi di richieste perché io “dia un’occhiata”, naturalmente gratis, a un pacco di documenti per impedire la costruzione di un inceneritore o di un impianto a biomasse quando non per fermare un cementificio che cuoce decine di migliaia di tonnellate di rifiuti può serenamente rivolgersi altrove.

Da ultimo, se non ho fatto nomi è perché chiunque li può indovinare e chiunque può applicare al suio caso ciò che ho scritto quando gli saltasse il ghiribizzo di organizzare una conferenza.

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Francesco Michelacci
9 anni fa

nomi
Sia buono Stefano, con la consueta franchezza se proprio non vuol far nomi, renda comunque disponibile qualche ulteriore indizio.