I commenti fuori tema saranno cestinati
Visto che, quando andai allo sbaraglio alle passate elezioni, il 99,7% degl’Italiani m’ignorò o mi rifiutò, non credevo di suscitare qualche curiosità con la storia delle candidature.
Comunque, per chi vuole sapere, venerdì scorso fu Umberto Guidoni a propormene una. Io stavo andando a Pavona (a fare che, non si sa, visto che l’inceneritore di Albano è partito senza alcuna difficoltà), Umberto mi chiamò al cellulare e restammo d’accordo che ci saremmo visti il pomeriggio seguente a Firenze dove lui sarebbe stato insieme con altri esponenti di Sinistra e Libertà per un incontro pubblico.
E così ci vedemmo.
Io ho una grandissima stima di Umberto e, dunque, mi sembrava che affiancarlo in Europa, sempre che lo scoglio incostituzionale del 4% fosse superato, potesse essere una cosa giusta e, soprattutto, utile. Per di più Umberto aveva mostrato con me grande sensibilità per i problemi ambientali e di salute ed era stato onestissimo dicendomi che lui, al di là di un’adesione di pelle e di buon senso a ciò che noi propugnamo da anni, non aveva strumenti scientifici adatti. A maggior ragione, dunque, io avrei potuto dare una mano.
Quando vidi, però, che SL riuniva i cocci dei verdi, Vendola e soci, e i socialisti, capii che non ce l’avrei mai fatta.
A Firenze fu fatto parlare Fabio Roggiolani, verde, con cui, a suo tempo, ebbi una prolungata e vivace “differenza di vedute” sul DISMO, una sorta di grottesco inceneritore che il suo partito, per motivi che non voglio indagare, sponsorizzava attivamente. Ma tra i verdi occorre ricordare, tra le altre, la presenza dell’ineffabile Sergio Golinelli, l’assessore all’ambiente alla provincia di Ferrara, verniciato di verde pure lui, che riuscì a far passare il progetto, a dir poco mostruoso, della centrale a turbogas cittadina. E, se si volesse fare l’elenco di tutte le malefatte ambientali dei verdi, temo ci sarebbe di che passare un fine settimana.
E Vendola? I pugliesi che
respirano l’aria che l’ex rifondarolo sta loro propinando sanno di che sto parlando.
Poi ci sono i socialisti, opportunisticamente tacitati al momento sul nucleare ma nuclearisti nel cuore.
Non avendo io il carisma di una signora siciliana che, tratta la spada, rivolterà come un calzino un partito dove i sornioni Misiti e Borghesi covano un piano che metterà l’Italia in mutande economicamente e in pigiama per quanto riguarda i ricoveri ospedalieri, ho misurato le mie forze e mi sono detto che non sarei mai stato pari all’impresa. Resta, comunque, la mia disponibilità a rendermi utile se ci dovessero essere delle esigenze “culturali”.
Dunque, no a Sinistra e Libertà, anche se con il pianto nel cuore perché, a costo di ripetermi, dichiaro ancora la mia grande stima per Umberto Guidoni (che bello sarebbe stato averlo con noi in Per Il Bene Comune!).
Qualche giorno dopo mi arriva un messaggio telefonico di un’altra persona cui do tutta la mia stima e che si colloca altrove nell’anacronistico schieramento di destra e sinistra: Paolo Majolino dei liberaldemocratici cui noi di Per Il Bene Comune dobbiamo gratitudine perché nel corso della campagna elettorale del 2008 ci diede una mano senza nulla pretendere. Inoltre, Majolino è dotato di acutissima sensibilità ambientale. Il mio no era abbastanza scontato, se non altro perché, facendo un ragionamento pragmatico, il traguardo del 4% per i liberaldemocratici è pura utopia.
Raccontata in breve la vicenda, adesso veniamo ad immaginare che cosa sarebbe accaduto se io avessi accettato una candidatura. Tormentato come sono da una piccola turba di pettegoli, sempre sul chi vive per cogliere ogni occasione che si presti anche solo vagamente a partorire le stravaganze più improbabili sul mio conto, sarebbe saltato fuori chissà che. Basta restare nella mia città, Modena, per pronosticare gli strepiti di un gruppetto di squallidi personaggi che non hanno nemmeno il coraggio di accettare i miei pur reiterati inviti ad un confronto.
Concludendo, chi asserisce che io non ho le qualità per essere un “politico” ha assolutamente ragione, sempre che la parola politico sia confinata tra due rocciose virgolette. Purtroppo io non sono persona da compromessi, da “inceneritore in qualche caso sì”, da Ponte no gridato e Ponte sì sottobanco, da concessioni a spese di tutti per ottenere in cambio qualcosa per il partito e, perché no?, qualcosa per me. Così, se PBC riuscirà in qualche modo a sopravvivere e a riscuotere tante adesioni da far sì che valga la pena sottostare a tutte le bizzarrie di una burocrazia fatta apposta per chi detiene il potere, io ci sarò. L’alternativa è che esista un partito disposto ad offrirmi senza compromessi carta bianca per ambiente, salute e “grandi opere”. Il che mi pare, a dir poco, improbabile.
Per ora sono troppo impegnato a far sopravvivere la ricerca, visto che, ad elezioni fatte in modo che non ci sia il rischio di perdere la faccia, ci sarà chi scatenerà l’offensiva per sottrarci quel microscopio senza il quale noi dovremo chiudere. E, già che ci siamo, se vogliamo sopravvivere è indispensabile che qualcuno sacrifichi una serata in pizzeria e doni qualche Euro all’Associazione Ricerca è Vita Onlus . (Poco più di 4.000 Euro arrivati da luglio 2008 ad oggi).