L’alternativa esiste ed è la raccolta differenziata, che consente di riciclare e riutilizzare percentuali di rifiuti che possono arrivare anche al 90% e oltre, mentre l’inceneritore produce ceneri nocive, che devono essere smaltite in discariche apposite, pari al 30% del peso originale dei rifiuti, senza contare il grande uso di calce, ammoniaca, carboni attivi utilizzati nei filtri e lo spaventoso consumo d’acqua, pari a circa un litro e mezzo per chilogrammo di rifiuto trattato. Un inceneritore come quello del Gerbido di Torino consumerà quasi 2 milioni di litri d’acqua al giorno!
Per fare la raccolta differenziata basta raccogliere separatamente gli scarti di cibo e le bucce della frutta, il cosiddetto «umido» (30%), la carta (28%), la plastica (16%), il vetro (8%) e siamo già all’82%, restano ancora il legno e gli stracci (4%) e i metalli (4%) che portano la percentuale di riutilizzabile al 90%. Il restante 10% può essere stabilizzato e smaltito senza problemi.
Insomma: il termovalorizzatore necessita di una discarica di servizio per rifiuti pericolosi, quella stessa discarica può essere utilizzata per il residuo, non pericoloso, della raccolta differenziata.
Un termovalorizzatore in meno, tanti malati in meno e tanti posti di lavoro in più!
Troppo complicato?
P.S.: ho cercato di essere chiaro e sintetico, direi quasi a prova di stupido.
Purtroppo non a prova di furbo o di furbetto.