I commenti fuori tema saranno cestinati
Confesso di essere stanco. Molto stanco.
E confesso di non avere voglia di rispondere alle domande ed obiezioni che il mio post su Sonia Alfano hanno suscitato. (Sonia Alfano non signorina ma signora, m’informa qualcuno, e mi scuso dell’unica inesattezza che credo di aver commesso).
Non ho voglia di rispondere e mi pento. Mi pento non di ciò che ho scritto ma di avere scritto.
Avrei dovuto saperlo: è una battaglia persa contro un muro di gomma. Saltano fuori le solite cose, dalla filosofia del “meno peggio” (che, nella valutazione di qualcuno sarebbe proprio rappresentato dalla signora Alfano) a quella del “per qualcuno bisogna pure votare” (che è, tutto sommato, sovrapponibile alla considerazione precedente), fino ad arrivare a chi non riesce più nemmeno a farmi arrabbiare: “Io sono un sostenitore di XY.”
Certo, sosteniamo XY come si sostiene una squadra di calcio o un concorrente di un reality show. Acriticamente. Con la benda sugli occhi e con il cervello in licenza premio. Sosteniamo XY con il cuore o con altro organo a caso, perché farlo con il cervello potrebbe riservare sorprese. Tanto, che importanza ha? In fondo, si tratta solo di timonare una nazione di sessanta milioni di persone, una nazione, per giunta, coinvolta in una crisi mondiale che non ha precedenti per vastità e per novità. Una nazione in cui l’aria sta diventando piano piano (ma mica poi tanto piano) impossibile da respirare, dove l’acqua viene sporcata dalle cave e viene usata per lavare ghiaia o per raffreddare inceneritori, centrali a turbogas e prossimamente, nella mente di qualche psicotico che conta, per raffreddare le centrali nucleari. Questo quando l’acqua non finisce nel mare dopo essere schizzata fuori dalle falde bucate dai tunnel per un treno che serve solo ad ingrassare chi è già obeso. Una nazione dove le “grandi opere” costano
innumerevoli volte più di quanto non costino altrove perché qui c’è da mantenere una corte dei miracoli quasi infinita. Una nazione dove l’università ha abdicato da un pezzo (si vedano le classifiche mondiali ogni giorno più umilianti) e dove, di conseguenza, avremo per forza di cose una classe dirigente di qualità estrapolabile da quelli che vengono spacciati come “scienziati”. Ridicoli? Forse, ma solo se visti da molto lontano. Da vicino fanno rabbrividire.
E, allora, qual è la soluzione? Votare il “meno peggio”.
Già abbiamo un parlamento affollato di pinup e di personaggi la cui dignità politica è confinata all’essere in qualche modo famosi in ambito popolare, un parlamento che assomiglia molto a certe grottesche festicciole di VIP impasticcati e/o plastificati, e a questo parlamento, italiano o europeo che sia, vogliamo aggiungere i “meno peggio”.
Perfetto: liberi di farlo.
Però, a questo punto, qualcuno mi dovrà spiegare perché chi si è sempre battuto per un ambiente compatibile con la salute dovrebbe considerare “meno peggio” la signora Sonia Alfano. È un dato di fatto incontrovertibile che Italia dei Valori è schierata a favore di inceneritori, turbogas, centrali cosiddette “a biomasse”, ecc. E, se qualcuno cita un vecchio post del 2007 firmato Di Pietro in cui l’ineffabile onorevole giura sulla sua contrarietà agl’inceneritori, non si rende conto che sta semplicemente aggiungendo l’ennesima, avvilente prova della coerente volubilità (scusate l’ossimoro) del sunnominato. Chi ha assistito alla puntata di Matrix in cui io ero presente non può non aver notato come Di Pietro abbia affermato chiaramente che all’incenerimento non c’è alternativa. Oggi è bianco, domani è nero. Semplicemente ignorante? Speriamo sia solo quello. Incoerente? Sì, ma che importa? Se in un paese normale un comportamento simile avrebbe comportato una gogna mediatica a chi se ne fosse reso protagonista, non è così per noi: noi appetiamo tutto e non ci chiediamo nemmeno che diavolo ci stiano servendo in tavola.
Che dire, poi, di Aurelio Misiti, ideologo dell’ambiente di IdV? Se si avesse la pazienza e l’onestà d’informarsi andando sul sito Internet di Misiti stesso, scomparirebbero i dubbi.
TAV, MOSE e Ponte sullo Stretto sono altri temi che mi portano ad un personalissimo disprezzo verso chi sostiene quelle che, a mio parere, per quello che vale, sono attività degne della peggiore criminalità organizzata. Va da sé che io non pretendo né mendico il consenso di nessuno, però qualcuno mi dirà come mai va in piazza a strepitare contro quelle bestialità e poi ha le visioni mistiche al cospetto del presepio di Di Pietro.
Ora, sempre in tema di spiegazioni, chi m’illustra perché la signora Alfano è entrata nelle fila di Italia dei Valori se non ne condivide gl’intenti? Per le altre statuine del presepio di cui sopra, De Magistris in testa, nessuna eccezione. Sempre restando al mio parere, mi sembra che un atteggiamento del genere sia a dir poco una spericolata presa per i fondelli oltre ad una maniera su cui mi permetto di storcere il naso allestita per dirottare consensi approfittando di una psicologia non proprio sana delle italiche masse.
Per chi votare? A questa domanda non ho risposta. Come mi è stato fatto notare, io non sarei degno di ricevere un consenso. Il perché non è spiegato ma è superfluo, perché l’Italia, come continuo a ripetere, è stata inequivocabile nei miei riguardi.
Io, comunque, non darò mai il mio consenso a chi vuole devastare questa povera penisola, comunque costui si abbigli. Se, poi, questo mi si presenterà vestito di una pelle d’agnello, aggiungerà solo disprezzo a disprezzo.
E voi? No, non chiedetemelo: io non sono degno.
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