Qualcosa sta mutando nell’opinione pubblica, lo avverto nell’aria, nei discorsi della gente, nei bar, fra amici. Le menzogne del sistema stanno perdendo il controllo sulla coscienza delle persone. Tanti ormai hanno capito che non c’è né destra né sinistra, ma un’unica casta politica che usa il voto dei cittadini per autoleggittimarsi al potere. E per esercitare poi questo potere contro i cittadini.
Sulla carta, il popolo è sovrano. Il parlamento è fatto di rappresentanti del popolo che curano gli interessi del popolo. Un sistema dove il popolo ha il potere di determinarsi e di eleggere dal basso in alto i propri dipendenti. Nella realtà, il popolo è suddito. Il parlamento è fatto di rappresentanti di oligarchie, elite finanziarie e società segrete che curano gli interessi propri e di chi li controlla. Un sistema dove il popolo è costruito nell’opinione e controllato dall’alto in basso.
Il sistema funziona totalmente al contrario. Siamo disgustati, arrabbiati e delusi. Noi non vogliamo essere assolutamente partecipi di questo sporco gioco. Ma, volenti o nolenti, le decisioni del sistema ricadranno su di noi. Comunque ne saremo partecipi. Possiamo cambiare Paese, o Pianeta, allora sì che ci tireremmo fuori. Non possiamo scegliere fra stare fuori o stare dentro al sistema. Dentro siamo e dentro resteremo. Possiamo solo scegliere se vogliamo avere un ruolo attivo o passivo.
Non si vada al voto! Il nostro non voto è la manifestazione suprema della nostra dignità di cittadini. Noi vogliamo protestare contro il sistema, perché il sistema non va. E non votare, è la rivincita del nostro orgoglio di cittadini contro questo sistema a cui sentiamo di non appartenere più. Così, pieni di dignità e orgoglio, bruciamo le nostre schede elettorali e osserviamo col petto gonfio Veltrusconi che sale al potere. Osserviamo tronfi i soliti sporchi noti prendere di nuovo il controllo della nostra vita.
Noi siamo quelli che protestano contro il sistema. Il sistema va cambiato. La critica al sistema è la nostra ragione di vivere, di lottare. Il nostro ego si riempie del sottile sensazione di potere che sta nel non riconoscere il potere ai politicanti chi vorrebbero detenerlo. Ci sentiamo arrabbiati e impotenti. La lotta al sistema è la nostra ragione di esistere. Ci sentiamo schiavi e allora ci ribelliamo al padrone che ci opprime. Siamo guerrieri nella nostra indole più profonda, e abbiamo bisogno di lottare contro qualcuno, per poter dare un senso alla nostra esistenza. Non possiamo permettere che il nostro padrone smetta di esistere. Il sistema deve esistere, perché noi possiamo sferrare i colpi contro di esso. Ecco perché alle elezioni non voteremo. Urleremo con tutta rabbia che abbiamo in corpo:”Vaffanculo!” Non avrete mai il nostro voto!”. La casta salirà comunque al potere, e così noi avremo ancora un motivo per urlare ancora e ancora “Vaffanculo!”. Siamo ribelli purosangue, il sistema è nostro nemico e ne abbiamo bisogno. Non votiamo, urliamo il nostro dissenso e facciamo in modo che il nostro nemico torni ai posti di comando. Non possiamo permettere che il sistema cambi veramente. Non possiamo sferrare l’ultimo colpo di grazia, anche se ne avessimo l’opportunità. Perché non avremmo allora niente verso cui lottare. Ci sentiamo schiavi sudditi e abbiamo bisogno di un padrone da combattere. Ci sentiamo schiavi ribelli, ed è solo questo l’unico vero potere del nostro padrone.
Sono ingiuste le regole del gioco, noi allora non giochiamo. Vorremmo cambiare le regole del gioco, ma non possiamo. Se vogliamo fare fuori gli avversari dobbiamo usare queste regole. Altrimenti gli avversari useranno queste regole per fare fuori noi. Allora ci tiriamo indietro. Chi vuole giocare giochi. Noi vi voltiamo le spalle e ci bendiamo gli occhi. Anche se non riusciamo a tirarci fuori dalle conseguenze del gioco, esprimiamo con forza la nostra dignità diventando spettatori passivi, piuttosto che attivi. Fate di noi ciò che volete, ma non vi daremo mai la sensazione di avervi dato il potere di farlo. Se poi voi vi prendete ugualmente questo potere da soli, questo esula dalla lotta che vi stiamo conducendo contro. Il nostro orgoglio, il nostro ego, il nostro “senso di giustizia”, la nostra “dignità di cittadini”, ci dicono che non ci importa se prendete il potere, ci importa solo non essere noi a darvelo, per dimostrare a noi stessi che abbiamo abbastanza forza per rivoltarci.
Chi vuole veramente cambiare il sistema, non si nutre della lotta che fa contro il sistema. Da sempre, tutto ciò che è antagonista, è anche complementare. Se viviamo di antagonismo, viviamo anche di complementarietà. Se scompare il nostro nemico, scompariamo anche noi. Se vive l’uno, deve vivere anche l’altro. Non c’è destra senza sinistra, non c’è padrone senza schiavo. Non c’è ribelle senza sistema.
L’acqua deve essere pubblica, non privata. Gli inceneritori non vanno costruiti. La TAV non va fatta. La stramaledetta legge sul precariato va cancellata. Il sistema di informazione è colluso con il potere politico e va resettato. Cercate, cercate nelle liste politiche un programma elettorale che preveda tutto questo. Lo troverete? “No, il sistema è tutto marcio”, risponde lo schiavo ribelle. Si invece, lo troverete. Un programma del genere esiste, è pronto per essere votato. Ci sono persone serie e oneste, incensurati, non politici corrotti, non iscritti ai partiti, che promuoveranno tutto questo per noi. Fanno parte di una Lista Civica Nazionale, e sono candidati alle elezioni politiche del prossimo aprile. Candidati a sedere al parlamento per rompere i piani a Veltrusconi, per controllare come gruppo solido di minoranza tutto l’operato della casta, per fare i guastatori ad ampio raggio, per mettere a tacere l’ignoranza dentro le aule del Parlamento.
Il sistema elettivo è fatto per esprimere una preferenza, non per negare una preferenza. I voti sono soltanto assertivi e non detrattivi. Si può solo dire “io voto per” e non “io voto contro”. Se siamo contro qualcosa o qualcuno, se siamo contro il sistema, contro i politici corrotti, contro la casta dei giornali, il voto non ci permette di esprimere il nostro modo di essere. Ma se siamo per una politica pulita, per una informazione libera, per uno stato dei cittadini, il voto ci permette di farlo. Possiamo votare perché l’acqua sia pubblica. Oppure possiamo non votare, e continuare a lottare contro quelli che la vorranno privatizzare. Possiamo votare perché ci sia una politica di smaltimento intelligente dei rifiuti, oppure non votare e continuare a lottare contro quelli che vogliono costruire gli inceneritori. La persona cieca vota a favore del sistema. Lo schiavo ribelle non vota, esprime dissenso e tiene il sistema in vita per continuare a lottare. La persona libera vota per abbattere il sistema.
A tutti i movimenti, meet-up, comitati e associazioni protagonisti del nuovo rinascimento italiano, vi scrivo perché riflettiate. Fra di voi ho potuto conoscere persone straordinarie, pieni di proposte, di voglia di fare e di spirito innovatore. Fra di voi ho anche conosciuto persone ribelli, pieni di rabbia e frustrazione, di voglia di disfare e di spirito combattivo. Il modus vivendi di questi ultimi rimane quello di un suddito che ha bisogno che qualcuno gli impartisca delle direttive. Ha solo cambiato padrone: da uno cattivo che non gli somiglia, a uno buono che gli somiglia. Questo padrone buono ha una grandissima responsabilità sociale. Non può permettersi di agire per interesse egoistico.
Se ciò accade, la rivoluzione declamata in lungo e in largo non darà risultati. Il guerriero pieno di ego e di spirito combattivo mantiene in vita il nemico, perché dalla sua vita dipende la propria. Il suo orgoglio ne sterilizza la spada. La vera rivoluzione ha luogo quando le persone smettono di percepire e di portare dentro di loro il marcio che sta fuori, e cominciano a portare fuori il buono che percepiscono stare dentro. La lotta vera non è contro il sistema, ma è per raggiungere la nostra libertà individuale. Solo una persona libera può liberare un sistema, uno schiavo ribelle può solo tenerlo in vita.
Le prossime elezioni sono un’occasione unica per sferrare un colpo deciso, anche se non ancora mortale, al sistema che vogliamo cambiare. Comportiamoci da persone libere, e non da ribelli.
F.M.M., libero cittadino