Gent.mo dott. Montanari,era già da un po' che sentivo parlare di lei e ieri sera dopo averla vista in televisione mi è venuta voglia di saperne qualcosa di più. Premetto che sono lavoro nell'ambito degli inceneritori, pur non ritenendoli una soluzione definitiva al problema dei rifiuti. Prima di tutto mi permetta di esprimerle la mia perplessità sull'esito del suo intervento di ieri sera su rai due. Mi è sembrato in difficoltà evidente, forse per gli attacchi implacabili dei giornalisti, ai quali ha saputo rispondere portandoli sempre e soltanto sul campo delle nanopatologie, qualunque fosse l'argomento d'origine della domanda. Capisco le sue preoccupazione e le condivido, ma ritengo la sua posizione poco ampia e tutto sommato un po' sterile, poco produttiva. Cercherò di farle capire cosa intendo, riportando di seguito alcuni estratti di articoli trovati, e letti, sul suo blog, seguiti da considerazioni e domande alle quali gradirei ricevere risposta da parte sua. …esistono sistemi assai più moderni e civili di affrontare il problema dei rifiuti…Potrebbe gentilmente farmi un resoconto dettagliato, eventualmente anche corredato di validi riscontri scientifici, di quali sono tali sistemi “più moderni e civili”?…Viviamo in una civiltà ove non solo si assiste ad un costante aumento della quantità dei rifiuti prodotti dal nostro stile di vita, ma soprattutto all'incremento della tossicità ad essi correlata…
Questo mi sembra il vero punto del problema. I rifiuti ci sono e sono in continuo aumento e il tipo di società che ci viene imposto non fa altro che incentivare una maggior produzione di rifiuti. Vedevo l’atro giorno in televisione uno spot in cui vengono reclamizzate ottime prugne, ciascuna delle quali incartata singolarmente in un sacchettino di plastica per preservarne le caratteristiche, e poi tutte raccolte in un bel contenitore, comodo per essere posato sugli scaffali dei nostri ipermercati, dilaganti templi del consumismo.
Non crede che le battaglie debbano essere condotte sin dall’origine del problema? E perché allora non sento la sua voce ribellarsi contro il “sistema di produzione dei rifiuti” con la stessa forza, decisione e convinzione che usa nei confronti del “sistema di smaltimento” degli stessi?…La palese contraddizione è insita nel fatto che tali materiali, da privilegiarsi in qualsiasi ottica di raccolta differenziata, costituiscono oltre il 90% del potere calorifico dell'impianto stesso. Gli inceneritori bruciano quindi prevalentemente i materiali che dovrebbero essere recuperati e riutilizzati……gli inceneritori non producono ma consumano energia e principalmente bruciano rifiuti con alti contenuti energetici come carta e plastica (proprio le frazioni che dovrebbero essere riciclate)…Come le dicevo all’inizio di questo mio scritto, lavoro nel campo degli inceneritori e non posso non esprimere il mio parere in merito a questi due estratti. Gli inceneritori di RSU (rifiuti solidi urbani) bruciano e bruciano prevalentemente ciò che viene gettato dai cittadini nei cassonetti. Di recente mi è capitato di vedere camion compattatori scaricare in fossa rifiuti carichi di freni a disco dei quali qualche civile meccanico si è voluto liberare, motori elettrici, computer, biciclette, lavatrici, carichi di scarti di frutta e verdura forse appartenenti a qualche bravo ortolano. Oltre a questo gli inceneritori possono essere autorizzati per bruciare anche una parte di rifiuti speciali e non le farà piacere sapere che ho dovuto vedere camion pieni di bottiglie di plastica provenienti da raccolta differenziata essere scaricati in fossa rifiuti. Vede Montanari, quando va dal benzinaio lei non sa cosa sta per essere immesso nel suo serbatoio e ripone le sua fiducia sul commerciante, sperando che il motore della sua auto riesca a “digerire” senza troppi danni ciò che sarà costretto a bere. Prima di ogni critica aprioristica credo che sarebbe opportuno “fare scuola”, anche intensiva, ai cittadini e indurli all’educazione civica, che poi non è così lontana dal buon senso a lei tanto caro. …La riduzione della produzione di rifiuti all'origine, unitamente al riutilizzo, al recupero ed al riciclaggio delle materie prime reso possibile da una raccolta differenziata "spinta" al 70-80%, costituisce l'unica alternativa virtuosa al dispendioso e pericoloso ciclo della produzione costosa di beni superflui…
Sono perfettamente d’accordo, tenuto conto di quanto sopra scritto, ma le faccio una domanda. Del 20-30% rimanente a seguito di una raccolta differenziata “spinta” al 70-80% cosa si intenderebbe farne? Posto che sia tecnicamente, economicamente e socialmente possibile arrivare alla soglia del 70-80% di raccolta differenziata, siamo sicuri che il 100% del differenziato sia fonte di nuovi prodotti senza avere come conseguenza la produzioni di nuovi rifiuti sottoforma di scarti di lavorazione? Posto, infine che il 100% del differenziato dia luogo a nuovi prodotti senza generare scarti, il mercato consumistico, schizzinoso e modaiolo di oggi sarebbe disposto a comprare tutto il 100% prodotto?
Le pongo infine un’ultima questione.
Poniamo che sia possibile spengere domani tutti gli inceneritori di Italia e chiudere tutte le discariche, innegabili fonti di inquinamento atmosferico prima e territoriale poi, cosa potremmo farci con le centinai di migliaia di tonnellate di rifiuti prodotta quotidianamente da tutti noi?
I miei più cordiali saluti.