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Clair Patterson, in memoriam

 

Ieri, facendo due chiacchiere con uno scienziato australiano, mi sono trovato in leggera difficolta’.

Ormai non sono piu’ abituato a colloquiare con universitari per bene, universitari che non abbiano qualche furberia infilata nella manica, qualche aggancio “utile”, qualche consulenza con qualche industria perche’ tengono famiglia, e quant’altro. Cosi’, parlando, mi sono venute in mente alcune cose che alla scienza, quella, comunque, scritta con un’iniziale abbondantemente minuscola, non fanno del tutto onore.

L’amianto, in primis, della cui cancerogenicita’ la Medicina sapeva da molti decenni e che non era ignota nemmeno a Plinio il Vecchio, restato in uso, anzi, in grandissimo uso, fino al 1993 proprio grazie alla prostituzione di pseudoscienziati di nome, seppure non di sostanza.

E il tabacco, di cui Richard Doll, l’epidemiologo di maggiore spicco per quasi tutta la seconda meta’ del Novecento, decantava le proprieta’ anti-Parkinson rendendosi magari ridicolo a chi lo osservasse oggi, ma quanto mai funzionale alle multinazionali delle sigarette che lo citavano ad ogni pie’ sospinto. Del resto, Doll scriveva pure che la diossina e’ un “blando cancerogeno” solo per i ratti… Ebbene, pur essendo stata scoperta la documentazione scritta che testimonia come Doll si vendesse a chi lo pagava meglio ed affermasse cio’ che gli chiedevano di affermare, lo “scienziato” viene ancora citato da qualche esperto improvvisato quando si tratta d’inquinamento ambientale, argomento su cui l’epidemiologo si produsse in testi memorabili per assurdita’.

E il “miracoloso” quanto “innocuo” DDT che ci ha salvati da un’infinita’ di guai?

E che dire dei CFC, i cloro-fluoro-carboni’, quei gas, come il Freon, che per decenni hanno riempito i frigoriferi e i condizionatori d’aria e che per secoli continueranno a mangiarsi l’ozono che ci protegge dai raggi deleteri del sole? Tanto per informazione, un kg di CFC distrugge 70.000 kg di ozono. La scienza furbetta ha fatto da baluardo per anni e anni contro chi voleva toglierli di mezzo, e ancora qualche successo ce l’ha, perche’ nel cosiddetto Terzo Mondo sono tuttora in uso.

Curioso: l’inventore di quei gas, un certo Thomas Midgley, fu anche colui che introdusse all’inizio degli Anni Venti, in grande stile, il piombo nell’ambiente, inventandosi una molecola,

il piombo tetraetile, che per mezzo secolo e’ stata aggiunta alla benzina.

Ricordare in breve questa storia puo’ far meditare qualcuno.

Nel 1948 un geologo americano, tale Clair Patterson, cercando di capire quanto vecchia fosse la Terra (e, peraltro, riuscendo nell’impresa) si accorse che l’atrmosfera era strapiena di piombo, un elemento neurotossico che, fino all’introduzione del piombo tetraetile, era pressoche’ assente nell’aria, come provano i carotaggi di ghiaccio effettuati in Groenlandia.

Andando a rivedere quanto era accaduto nelle fabbriche di quel composto, fu chiaro che ci fu una vera e propria moria tra gli operai, moria negata dalla fabbrica della sostanza , la Ethyl Corporation, e, manco a dirlo, dagli scienziati che questa affittava. Tra le varie amenita’, amenita’ che meriterebbero un libro ma che restano coperte da un pudico velo, l’azienda, diventata subito ricchissima, affido’ ad un medico uno studio “serissimo”, della durata di ben cinque anni, sulle interazioni di quel prodotto con l’organismo umano e, va da se’, il risultato fu la piu’ perfetta innocuita’. Cio’ che il dottore fece fu di cercare il piombo nelle urine e nelle feci di volontari che stavano a contatto con il piombo tetraetile e mai ne rinvenne traccia. Il che e’ quanto meno ovvio, visto che il piombo si fissa nel sangue e nelle ossa, due tessuti che, chissa’ perche’, non vennero presi in considerazione.

Cosi’ il geologo Patterson s’impegno’ in una campagna lunga e indefessa per far togliere quella roba dalla benzina, cosa che gli valse il successo finale e la rovina della sua vita. Personaggi di altissimo rango, compreso chi stava a capo della Corte Suprema degli Stati Uniti e il direttore della National Geografic Society, lo perseguitarono senza posa. L’American Petroleum Institute e l’United States Public Health Service cancellarono i progetti di ricerca che avevano con lui e le industrie che trattavano piombo fecero di tutto perche’ la Caltech, l’universita’ presso cui Patterson lavorava, lo buttasse fuori. Offrirono pure dei soldi, e tanti. Al colmo del ridicolo, nel 1971 il National Research Council mise in piedi una ricerca sui danni da piombo, inserendo “scienziati” ad hoc con l’ormai non piu’ sorprendente esclusione proprio di Patterson.

Alla fine, il nostro geologo ce la fece e il piombo tetraetile fu bandito senza troppi clamori, ma a che prezzo per lui! Puo’ essere interessante notare come, poiche’ il piombo non si degrada, il suo livello nel sangue degli americani di oggi sia 625 volte maggiore di quello che era nel sangue dei loro nonni prima degli Anni Venti.

Oggi la Ethyl Corporation (ora TEL) continua comunque a prosperare, Patterson e’ morto nel 1995, tanto sconosciuto che la rivista “Nature” lo nomina appena di striscio nella recensione di un libro, addirittura prendendolo grottescamente per una donna, e di tutta quella vergogna di cui la scienza distorta per squallidi interessi si macchio’ non se ne fa mai menzione.

A me vengono in mente tante cose: una e’ la raccomandazione di guardare sempre da chi e’ pagato uno scienziato e l’altra e’ cercare di capire perche’ uno scienziato venga imbavagliato.

Un saluto doveroso ad Umberto Veronesi, a Michele Giugliano, a Franco Battaglia, a Chicco Testa, a Silvio Berlusconi, a Maurizio Gasparri, ad Antonio Di Pietro, ad Aurelio Misiti, ad Ermete Realacci, a Piero Angela e chissa’ quanti ne sto dimenticando.

Imagine da: http://www.nap.edu/html/biomems/photo/cpatterson.JPG