Intanto, oltre l’Atlantico, Maurizio Pallante veniva clamorosamente smentito. Di lì a poco, sulla nostra stampa nazionale sbocciarono decine di articoli che annunciavano come Brescia aggiungesse alle sue glorie quella di avere il miglior “termovalorizzatore” del mondo. E il premio era stato conferito nientepopodimenoche dalla prestigiosa Columbia University. L’ineffabile professore prestato alla politica si prese allora la sua rivincita, bollando gli oppositori come oscurantisti, presuntuosi e incompetenti. Diversi professori di varie università sorrisero con indulgenza, si strinsero la mano davanti al riconoscimento prestigioso e si dissero “noi l’avevamo sempre detto.” I partiti politici, quasi compatti, si rallegrarono.
Una delle abitudini di molti giornalisti è quella di non andare a controllare le fonti. In alcuni casi, quando le fonti vengono controllate, l’articolo passa direttamente nel cestino della carta straccia del direttore. Se in questo caso se ne fossero presi la briga, i giornalisti avrebbero scoperto che il “premio” arrivava dalla WTERT della Columbia University che ha come sponsor la Martin GmbH, socia della Technip, la multinazionale che costruisce inceneritori e che sta lavorando con profitto in Sicilia. A beneficio degli azionisti attuali e futuri tali, la Martin GmbH dichiara di voler costruire tanti begli inceneritori (la parola “termovalorizzatore” non ha il coraggio di usarla, anche perché è un’esclusiva tutta nostrana) e l’Italia è uno splendido mercato, visto che altrove il business langue. Per raggiungere lo scopo, però, occorre neutralizzare le opposizioni che, ahimé, in Italia esistono, mica tra i politici che contano: tra la gente. E allora, ecco che occorre coinvolgere, anzi, interessare, i media, i politici e gli uomini d’affari. Un po’ di denaro per affittare qualche “scienziato” che non sia troppo schizzinoso, un altro po’ per qualche entertainer televisivo che ripeta come un pappagallo il copione, un po’ di disinformazione ben concepita e ben distribuita, e il gioco è fatto.
Sull’onda di questo gioco si fa credere alla gente (studenti universitari non esclusi) che ciò che viene incenerito scompare in barba al principio di conservazione della massa, che dagl’impianti si ricava energia, che ciò che esce dai camini è aria di montagna, che le malattie che ogni medico vede intorno agl’inceneritori sono un’illusione, e che esistono tecnologie miracolose capaci di stravolgere le leggi della natura. Se qualcosa viene sottaciuta, è solo per non creare ingiustificato allarme e vivere tutti tranquilli. Così, ecco progettare addirittura il ristorante sulla bocca del camino dell’inceneritore o le scampagnate nel parchetto approntato appena sotto con tanto di piste ciclabili. Il camino tinto d’azzurro, poi, rallegra ulteriormente gli animi.
E già che ci siamo, ecco estrapolare anche per altri tipi d’impianto, da quelli a biomasse a quelli a turbogas e, a proposito di questi ultimi, ecco arrivare ad altre forme di follia come quella che si sta perpetrando a Modugno, alle porte di Bari, dove il costruendo impianto di una centrale a turbogas sta a poche centinaia di metri dall’ospedale e verrà raffreddato con 7.300.000.000 di metri cubi d’acqua (avete letto bene: sette miliardi e trecento milioni di metri cubi) ogni anno, mentre per gli abitanti l’acqua sarà razionata.