Ho letto alcuni documenti sulla certificazione europea del pellet.
Alcuni componenti che devono essere ricercati (piombo, cromo, cadmio, mercurio, arsenico) denotano una certa diffidenza nei confronti del pellet, che in ultima analisi potrebbe essere un veicolo per "termovalorizzare" a domicilio tutta una serie di rifiuti, anche speciali.
Mescolare rifiuti pericolosi nel pellet potrebbe essere un affare di proporzioni notevoli: vendere rifiuti di difficile e costoso smaltimento.
Una curiosità riguarda le dichiarazioni dell’ARPA di questi giorni: il pellet da bruciare non è radioattivo, lo diventa se bruciato.
Il Cesio 137 che c’era prima ci sarà anche dopo, sarà soltanto più concentrato, pertanto, misurando i Becquerel per chilogrammo, le ceneri risulteranno "arricchite", cioè con una maggiore concentrazione di Cesio 137.
Temo che, con queste dichiarazioni, cerchino di giustificarsi per i mancati controlli sui materiali di provenienza dubbia, dicendo che da imballati non erano radioattivi.