Nella prima metà del Seicento Pedro Calderón de la Barca scrisse un dramma in versi intitolato La Vita è Sogno in cui il protagonista, un principe rinchiuso in un castello, non riesce a distinguere la realtà del mondo dal sogno notturno. L’impossibilità di valutare reale, percezione e immaginario è stata al centro di filosofie disparate e centro d’interesse per tanti scrittori, e pare che il fenomeno di quell’impossibilità resti nei cervelli di molti inquilini di questo pianeta. Della situazione c’è, e non potrebbe non essere, chi approfitta per accumulare l’unico valore certo, cioè i quattrini.
Chi andasse a curiosare tra le scartoffie ufficiale, le dichiarazioni dei nostri politici, dei nostri burocrati, dei nostri “scienziati” (ho messo le virgolette) e dei nostri mezzi d’informazione troverebbe ampia testimonianza di ciò che ho scritto. E fra i tanti esempi ci può stare quello relativo al cancro, una malattia un tempo tutt’altro che comune e che oggi tocca di fatto quasi ogni famiglia italiana, una malattia che non risparmia nessuna classe d’individui, neonati compresi.
È difficile conoscere i dati veri. Più o meno di cancro italiano si fanno mille diagnosi ogni giorno, ma pare che la cosa interessi ben poco. “Io speriamo che me la cavo” è la filosofia imperante. Insomma, speriamo che tocchi a qualcun altro.
Chi solleva il problema di un aumento vertiginoso dell’incidenza è un terrorista. Chi avverte che in certi luoghi esistono situazioni che fanno preludere al cancro e lo fa, come sogliono dire i medici, in scienza e coscienza si becca una denuncia per procurato allarme. Da noi non sono i criminali che inquinano o quelli che negano l’evidenza potendo in qualche modo operare in tema di prevenzione ad andarci di mezzo. Quelli sono persone rispettabili che ci fanno vivere sereni. Cattivoni sono quelli che sbirciano sotto il tappeto e quelli vanno puniti.
Di tanto in tanto qualcuno si sveglia e bisbiglia qualcosa. Ora, per esempio, Il Quotidiano della Calabria esce con un articolo in cui dice qualcosa che chi non ha le classiche fette di prosciutto sugli occhi vede e sa da anni: al Sud, segnatamente in Calabria, si schiatta più che altrove. E chi l’avrebbe mai detto? Ma la Calabria non è una regione incontaminata o quasi? Beh, proprio incontaminata no. Chi è stato, per esempio, a Strongoli ha visto una centrale a biomasse gigantesca che brucia quantità immani di combustibile. Chi c’è stato avrà magari notato come questa centrale sia a un tiro di sputo da una scuola e da abitazioni varie, e come intorno si coltivino ortaggi. Non si può? Ma chi l’ha detto? Noi siamo uomini di mondo. E poi le autorità sanitarie ci rassicurano: è tutto a posto. E, se lo dicono loro, ci possiamo fidare.
Il cancro? Il cancro aumenta in Calabria perché i calabresi sono sfortunati, perché c’è il malocchio e perché una volta non si facevano diagnosi. Ora laggiù il servizio sanitario è così efficiente che ti diagnosticano il cancro dopo cinque minuti. Eppure diagnosticare un cancro non è mai stato difficile. Lo si faceva anche venti secoli fa. Ma, vedi mai, oggi il cancro è diverso.
E poi, restando al Sud, mica è solo in Calabria che si muore. A Taranto, dico tanto per fare un esempio, qualcosa c’è, qualcosa sicuramente da imputare al fatto che i tarantini fumano come turchi. Chi l’ha detto? Un tale professor Giorgio Assennato, luminare pugliese dell’ambiente. Chapeau.
Fortunatamente oggi di cancro si guarisce. Noi facciamo le statistiche di sopravvivenza a cinque anni e i risultati sono splendidi.
L’altro giorno parlavo con qualcuno, un terrorista, che mi diceva che la medicina di oggi non tende a far guarire dal cancro ma ad allungare la vita del malato. Perché? Perché – mi rispondeva quel pazzoide – in quel modo ogni malato diventa una sorta di pensione per chi dalla malattia ricava pane e companatico. Le statistiche a cinque anni sono consolanti. A sei o sette…
Ma l’importante è vivere sereni. Come si fa? Semplice: ci raccontiamo un sacco di balle e, dopo che le avremo sentite un numero sufficiente di volte, ci crederemo pure. Parola di tale Joseph Goebbels, ministro della propaganda del Terzo Reich.
businessIl giuramento di Ippocrate, secondo il mio modestissimo parere, è una barzelletta per molti medici e C. E’ più importante il denaro. Vien da dire che al business…non si comanda. 🙁 RISPOSTA Faccio di tutte le erbe un fascio e, per questo, vado incontro ad ovvie critiche. Del resto, io non ho mai mendicato consensi e non ho mai avuto remore a dire ciò che penso.Premettendo che nella mia vita ho incontrato esempi luminosi di medici, in 43 anni di esperienza vissuta accanto a loro non ne ho mai trovato uno che potesse essere definito scienziato a rigor di termini.… Leggi il resto »