L’agenzia ADNkronos pubblica con grande risalto un paio di articoli dedicati ad una bambina cinese di otto anni che è morta di cancro ai polmoni a causa delle polveri PM2,5. L’evento viene etichettato come un record. L’agenzia scrive pure che in 10 anni i morti (non i casi: i morti) di cancro al polmone
a Pechino sono aumentati del 56% (http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Cina-bimba-muore-di-cancro-a-polmoni-per-smog-e-la-piu-giovane-a-essersi-ammalata_32823116797.html).
Che la notizia, certo dalla vita effimera, vada data è naturale. Dove stia la sorpresa, non saprei dire. Certo da noi non va tanto meglio, soprattutto per quanto riguarda i bambini nati, quelli che non ce la fanno a nascere e quelli che nasceranno comunque.
Per mille motivi la Cina è un ottimo laboratorio per valutare questo tipo di problema, disponendo anche di quelle che, in un certo senso, sono cavie umane a centinaia di milioni, ma, al di là del caso specifico e della statistica, non c’è proprio niente di nuovo.
Forse qualcuno ricorderà come qualche anno fa un noto businessman italiano che si occupa di cancro e che viene spacciato per uomo di scienza sosteneva che l’inquinamento ambientale incide in modo irrilevante sull’innesco dei tumori. Poi, un po’ alla chetichella almeno per quanto riguarda la fruizione pubblica, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) pubblicò quella che è a tutti gli effetti una smentita alle affermazioni anche a lume di buon senso deliranti di quel personaggio (http://www.iarc.fr/en/media-centre/iarcnews/pdf/pr221_E.pdf e http://www.iarc.fr/en/publications/books/sp161/index.php) dicendo che, sì, le polveri fanno venire il cancro ai polmoni e pure, guarda un po’, alla vescica. E poi, magari, anche ad altri organi. Per inciso: le particelle sono ora classificate come concerogeno di classe 1, cioè al top della cancerogenicità. Meglio tardi che mai.
Non so se sia più una specie di macabro divertimento o più la rabbia: noi quelle cose le avevamo dimostrate diversi anni fa addirittura attraverso progetti di ricerca europei (Nanopathology e DIPNA) e con lavori che sono pure finiti, e con successo, in tribunale. E avevamo dimostrato molto di più. Mi chiedo che cosa abbiano aspettato i burocrati della scienza a svegliarsi. Mi chiedo quanto aspetteranno ancora per accorgersi che quelle polveri arrivano dappertutto nell’organismo e polmoni e vescica non sono che due dei tanti bersagli. Mi chiedo che cosa aspettino per rendersi conto che i cancri non sono che una delle patologie di cui le polveri sono responsabili. Mi chiedo che cosa aspettino i legislatori ad imporre che le polveri secondarie, di gran lunga superiori in massa rispetto alle primarie ma mai di fatto considerate, vengano controllate negl’impianti in funzione e valutate teoricamente prima di concedere altri permessi demenziali a costruire inceneritori e impianti a biomasse o a lasciare che i cementifici brucino allegramente rifiuti. Sono quelle polveri a trasportare i veleni organici cancerogeni quanto le particelle. Quanto dovremo aspettare prima che le polveri debbano per legge essere individuate negli alimenti e nei farmaci vietandone, in caso di ritrovamento, la commercializzazione? Qualcuno si sveglierà o dovremo trasformare il mondo in un moderno lazzaretto?
So bene che non ne usciremo, ma, magari, qualcuno si ricorderà che c’era chi queste cose, peraltro elementari e comprensibile da chiunque abbia cervello e non abbia interessi strani, le diceva da tempo immemorabile. Per informazione, la Comunità Europea pubblicò nel lontano 2002 la foto di particelle che erano spontaneamente entrate nel nucleo di una cellula. Lo facevano allora e lo fanno adesso e allora come adesso scombinano il DNA. Quella foto l’avevamo fatta noi. Che cosa si aspetta?
Ora non parlo dell’Italia, paese al quale, comunque, non sono certo fiero di appartenere, ma parlo dell’Homo sapiens signore del Pianeta: noi siamo ben rappresentati universalmente dalla frase di quel genio dell’Università di Modena che, messo davanti al fatto che l’inceneritore locale (ora gonfiato ulteriormente nella sua capacità di sputare veleno) avrebbe fatto disastri rispose con la frase ormai famosa “Se ci saranno, dei morti, li seppelliremo.” Ecco: seppelliamo, aspettiamo, nascondiamo le porcherie come hanno fatto i nostri “governanti” con le deposizioni di Carmine Schiavone (il mio post del 12 settembre in proposito sfiorò il record del chissenefrega e, dunque, è giusto che non si sappia), continuiamo ad eleggere sindaci e parlamentari mascalzoni sì ma pronti a prometterci un posto di lavoro (meglio uno stipendio senza l’incomodo del lavoro), lasciamo che la ricerca vera resti imbavagliata e sia sostituita da quella sovvenzionata dai mercanti di morte. In fondo, come disse un funzionario della “salute” pubblica quando invitò a fare le frittate con le uova del posto piene di diossine, di qualcosa dobbiamo pure morire.
l’immoralità degli Enti Pubblici
dovrebbero imporre per legge il marchio Particle Free brevettato da …. per cibo, acqua, aria, fumi industriali ….
Fanno invece bene a non segnalare sui distributori di benzina la tossicità, sarebbe inutile e fastidioso quanto le scritte sui pacchetti di sigarette
centrali a pollinaIntanto vorrei ringraziare il Sig. Montanari per la sua propensione a dire le cose vere come stanno, senza usare mezzi termini, apprezzo molto la chiarezza e la sua onestà intellettuale. Doti rarissime al giorno d’oggi! Detto questo vengo subito al punto: dalle mie parti un privato allevatore di polli vuole costruire una centrale elettrica a biomassa di pollina. Per accreditarsi presso l’opinione pubblica ha il supporto di un prof. dell’univ. Pd di cui metto il link ( http://youtu.be/4K6JK7RStb0 ), il quale dice che non c’è rischio per una centrale così fatta. Volevo sapere il suo parere. Inoltre volevo… Leggi il resto »
CoerenzaGentilissimo, ricordo di averla sentita in conferenza dal vivo anni fa presso una palestra in prov. di Treviso, nella quale esponeva chiaramente la pericolosità delle nanoparticelle che sfuggono ai controlli Arpav…incredibile la superficialità delle nostre istituzioni!!. La sua risposta al quesito delle centrali a pollina mi conforta e mi chiarisce meglio alcuni aspetti delle problematiche legate a questi business Per concludere vorrei chiederLe il permesso di citare questo suo scritto su post, per illuminare un rappresentante del Parlamento, con il quale sono in contatto. Cortesemente mi faccia sapere, eventualmente in mail privata [email protected] . Cordialmente RISPOSTA Nessun problema a riportare… Leggi il resto »