I commenti fuori tema saranno cestinati
P.S. del 5 marzo: a richiesta, ricordo che gli estremi per eventuali contributi, 8 per mille compreso, si trovano facendo clic su Sostienici o su "Ricerca è Vita Onlus" scritto in blu in questo post o, direttamente, sul disegno dello scienziato disperato a destra della homepage.
Chi segue questo blog forse ricorda che l’estate scorsa tentammo di mettere in piedi, grazie all’aiuto di un’associazione fiorentina, una raccolta fondi per sostenere la ricerca sulle nanopatologie e, in particolare, sulle malformazioni fetali da inquinamento particolato.
Poi, come si ricorderà, ci furono problemi legati al nome dell’associazione, si dovette chiudere tutto e si partì con la burocrazia per fondare una onlus ad hoc.
Alla fine nacque Ricerca è Vita Onlus e in quella si riversò la massa di denaro raccolto dall’associazione precedente, chiedendo che chi poteva e voleva donasse qualche soldo alla nuova onlus.
Il risultato di tutto questo, dall’estate 2008 ad oggi, è una raccolta di 3.000 Euro. Il che, tradotto in termini pratici, significa, nella migliore delle ipotesi, la copertura delle spese legate a tre campioni bioptici. Il che, ancora, significa, sempre in termini pratici, che la nostra ricerca non interessa a nessuno.
A questo punto, presa fredda coscienza dei fatti, mi chiedo come si possa continuare a mandarmi mail (la media è di una ventina la settimana) con le quali mi si chiede di andare a fare conferenze qua e là a titolo gratuito, anzi, a mie spese (qualcuno scrive che è disponibile, se proprio non se ne può fare a meno, a pagare le spese di trasferta). “Di fronte all’asilo costruiscono una centrale a turbogas.” “Da noi raddoppiano l’inceneritore.” “Con quello che sputa il cementificio, non ce la facciamo a respirare.” “L’ARPA dice che è tutto a posto, ma noi stiamo male.” E via discorrendo. Poi:
“Siamo una piccola associazione e non abbiamo soldi.” “Siamo un comitato squattrinato.” “Per favore, dai un’occhiata a questi documenti [centinaia di pagine] e dicci che cosa possiamo fare.” “Che cosa c’è nella polvere che trovo ogni mattina sul davanzale [campione incluso]?” E, ancora, via discorrendo.
Prima di toccare con mano questo fenomeno, non avrei mai pensato che qualcuno possa non rendersi conto di come ciò che serve a lui siano i risultati della nostra ricerca, e che la nostra ricerca, ahimé, costa un sacco di quattrini. Domanda: dove li prendiamo quei quattrini? Noi non facciamo parte del salottino bene degli amici degli amici, di Telethon, dei banchetti in piazza con fiori e frutta, delle fondazioni milionarie, ecc. Altra domanda: se il comitato è squattrinato, perché devo trovare io i quattrini per il comitato? E perché, ulteriore domanda, non si riuniscono cinque, sei, dieci comitati, invece di guardare ognuno l’orticello suo per far spostare l’ennesimo ecomostro un chilometro più in là?
Non colpevolizzerò nessuno, perché è giusto che ognuno si comporti come gli pare senza dover rendere conto delle proprie scelte, non annoierò nessuno raccontando per l’ennesima volta le condizioni in cui ormai da cinque anni ci ritroviamo a lavorare o gl’insulti che ricevo perché sono costretto ad elemosinare, né ricorderò a nessuno i cachet dei vari personaggi che si esibiscono nei luoghi deputati allo spettacolo, ma deve essere chiaro che, se qualcuno ha bisogno di noi, deve contribuire al mantenimento in vita di questa ricerca.
In caso contrario, è evidente che di noi si può tranquillamente fare a meno e, dunque, scusate il disturbo, non chiedetemi nulla ma rivolgetevi alle autorità competenti o ai milionari che, con tutto il rispetto da parte mia per loro, si corre con il cappello in mano ad ingrassare.