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Amianto al Sant’Anna di Torino

La Direzione dell’Ospedale Sant’Anna ha recentemente dichiarato che non c’è nessun allarme per l’amianto all’interno della struttura.
Io ho i documenti di valutazione del rischio amianto presso l’ospedale e penso di poter affermare, dati scritti alla mano, che la situazione sia più preoccupante.

In particolare è stato trovato nei sotterranei non solo l’amianto crisotilo, che comunque è cancerogeno, ma anche l’amosite, la cui presenza viene negata (fotografie allegate).

Anche se i rilievi ambientali hanno rilevato un numero ridotto di fibre di amianto, va ricordato che il solo monitoraggio ambientale non è un criterio adatto per valutare la dispersione di fibre.

Allego un riassunto della legislazione vigente.

Cordiali saluti.

 Dott. Roberto Topino

Specialista in Medicina del Lavoro

Spesso i cittadini che protestano per il rischio amianto vengono tranquillizzati con le valutazioni ambientali delle polveri, il cosiddetto monitoraggio.
In realtà, in situazioni di degrado evidente dei manufatti di amianto, il monitoraggio può non rappresentare la realtà dei fatti.
Il legislatore è stato molto chiaro:

IL MONITORAGGIO AMBIENTALE NON PUÒ RAPPRESENTARE DA SOLO UN CRITERIO ADATTO PER VALUTARE IL RILASCIO DELLE FIBRE DI AMIANTO.

Decreto Ministeriale del 06/09/1994
Normative e metodologie tecniche di applicazione dell'art. 6, comma 3, e dell'art. 12, comma 2, della legge 27 marzo 1992, n. 257, relativa alla cessazione dell'impiego dell'amianto.

Allegato – Normative e metodologie tecniche per la valutazione del rischio, il controllo, la manutenzione e la bonifica di materiali contenenti amianto presenti nelle strutture edilizie.

VALUTAZIONE DEL RISCHIO.

Se il materiale è in cattive condizioni, o se è altamente friabile, le vibrazioni dell'edificio, i movimenti di persone o macchine, le correnti d'aria possono causare il distacco di fibre legate debolmente al resto del materiale.
Per la valutazione della potenziale esposizione a fibre di amianto del personale presente nell'edificio sono utilizzabili due tipi di criteri:
– l'esame delle condizioni dell'installazione, al fine di stimare il pericolo di un rilascio di fibre dal materiale;
– la misura della concentrazione delle fibre di amianto aerodisperse all'interno dell'edificio (monitoraggio ambientale).
Il monitoraggio ambientale, tuttavia, non può rappresentare da solo un criterio adatto per valutare il rilascio, in quanto consente essenzialmente di misurare la concentrazione di fibre presente nell'aria al momento del campionamento, senza ottenere alcuna informazione sul pericolo che l'amianto possa deteriorarsi o essere danneggiato nel corso delle normali attività.