Al rogo!

Rispondo attraverso il blog perché non riesco a farlo rivolgendomi singolarmente a tutti coloro che mi chiedono notizie a proposito dell’esposto che un gruppo di privati chiamato Patto Trasversale per la Scienza avrebbe presentato alla magistratura nei miei riguardi.

Dal punto di vista ufficiale non ne so niente perché niente mi è stato fatto pervenire. Dunque, so quello che sapete voi e che probabilmente, se avete avuto la pazienza di farlo, avrete letto. Si tratta di una decina di pagine in cui si riportano brani di interviste che ho rilasciato inframmezzati da considerazioni scritte in una prosa su cui ognuno esprima il proprio giudizio.

A lettura ultimata, confesso di non avere capito di che cosa mi si accusi e temo che anche il cardinale gesuita Roberto Francesco Romolo Bellarmino avrebbe faticato a scovare un capo d’imputazione.

Il Patto Trasversale per la SCIENZA: giusto per puntualizzare, anche se la cosa è molto scarsamente rilevante, scienziato è chi si occupa di scienza e ha fatto qualche scoperta. Questo, almeno, era il parere di tale Enrico Fermi. È scarsamente rilevante perché chiunque ha il diritto di esprimere in libertà il proprio parere. A maggior ragione, il diritto ce l’ha lo scienziato se la questione è scientifica.

Ora è necessario precisare che la scienza, quella dinamica, è la ricerca della verità materiale e ricerca non significa affatto che la meta sia stata raggiunta ma significa che, anzi, si è in cammino. A questo punto la domanda è: qual è il cammino giusto? La risposta è: quello seguendo il quale si cerca di fare meno errori, quello in cui non ci sono condizionamenti, quello che si è disposti a correggere. Ma come si fa a correggere se non c’è possibilità di sapere se si sta sbagliando strada o se chiunque avanzi un dubbio circa la bontà del percorso è zittito? Risposta: non è possibile.

Insomma, la via verso la conoscenza procede per tesi, possibilmente corroborate da risultati, e confutazioni, altrettanto possibilmente corroborate da risultati. Senza queste due gambe, non c’è più scienza, cioè non c’è più la possibilità di camminare verso la conoscenza, cosa che qualunque scienziato sa. È proprio per questo che lo scienziato vuole il confronto, e chi rifugge dal confronto scienziato non può essere e si pone nella condizione di un ipotetico atleta che pretende di vincere senza gareggiare.

Per quanto riguarda il Patto Trasversale per la Scienza, si tratta di un gruppo di persone che, pur non essendo riconosciute da nessun ente pubblico ma del tutto legittimamente, esprimono le loro opinioni. Dove la legittimità cade è nella pretesa di tacitare chiunque esprima opinioni diverse dalle loro e, dunque, per tornare all’immagine precedente, nella pretesa di tagliare una delle due gambe.

Se posso esprimere un pronostico, penso che nessun magistrato potrebbe mai dare seguito a qualcosa di così grottescamente non solo superato ma condannato dagli ultimi secoli di epistemologia e di etica. Peraltro, l’articolo 21 della Costituzione è chiarissimo in proposito, e così è l’articolo 3. Ma l’uomo saggio, e invecchiando la saggezza aumenta per averne viste tante, non si stupisce di niente.

Intanto, ascoltate https://www.byoblu.com/2020/03/31/negare-il-confronto-radicalizza-la-societa-claudio-messora-a-radio-radio-byoblu/