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A un anno dalla morte di Roberto Topino

Di 1 Settembre 2011 2 commenti

Un anno se n’è andato senza di te.

Non è stato capace nessun uomo: è stata la morte, l’atto di un momento che

si congela nell’eternità, la condizione che ci sottrae a quell’eccezione brevissima che è la vita, a sottrarti a noi.

A noi la morte ha portato via un generale di poche parole, pesate e pesanti, dette con il tono triste e ironico che ti contraddistingueva. Di parole non ce n’è mai stata una pronunciata con astio, non ce n’è mai stata una che non colpisse il bersaglio, non ce n’è mai stata una che non fosse perfettamente inutile.

Sì, caro Roberto, amico mio che te ne sei andato pagando caro il tuo debito misterioso con il destino: nella tua grandezza sei stato inutile perché nessuno, nessuno che “conta”, ti ha mai ascoltato. So che la retorica imporrebbe che io dicessi altro, ma tu non hai mai avuto simpatia per la retorica e non hai mai accettato niente che non fosse la verità. Margaritas ante porcos: le perle ai porci, dice il Vangelo di Matteo, e tutte le tue perle sono finite lì, regalate a uomini che del porco non hanno la dignità.

Noi, qui, su questo ignobile palcoscenico che assomiglia troppo all’inferno, continuiamo a farci del male esattamente come quando eri con noi e la china che tu hai conosciuto così bene si fa ogni giorno più ripida.

Nessuno ha la sfrontatezza di levare una parola contro ciò che hai lasciato, e allora per te, ingombrante com’eri, si è fatta la sola cosa che si poteva fare: dimenticarti. Forse, no: ti hanno riposto altrove dove chi rischiava di svegliarsi alle tue parole potesse distrattamente ignorarti. Nemmeno la tua città, nella sua ridicola ipocrisia, ha sentito il dovere di ricordarti. La tua città ha dedicato vicoli, strade, piazze, giardini, targhe, busti e monumenti generosamente a chiunque. Non a te. Il tuo ricordo è imbarazzante e, allora, facciamo che non esista. Il tuo ricordo denuderebbe coscienze oscene e, allora, coliamogli intorno una colonna di silenzio come si fa altrove con il cemento.

Loro no. Loro che non possono smentire ora come non potevano allora fosse anche una sola delle tue parole ti sono passati accanto fingendo di non vederti e indicando spettacoli inverecondi ad un popolo di pecore ottusamente pronte a volgere gli occhi dove il dito punta. Loro no, ma io continuerò a cantarti, maestro Roberto, e ti chiedo, se mi senti, se puoi, se vuoi, di continuare ad ispirarmi e di far sì che io conservi tutta la forza che ho ancora. Come te, io non mollo.

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MARTINELLI
13 anni fa

UN ANNO IN FRETTA (1993) – Audio 2Dedicato al mio amico Roberto. Un anno è passato più luce negli occhi io avrò tu che corri troppo in fretta. Sorpreso cambiato non mi riconosco così io con pochi sogni ancora. La verità chissà dove sarà chissà se cambieremo chissà se ancora… Noi, foglie nel vento noi sospesi al centro di un quadro già dipinto con un tocco di mano e poi sicuro ci sarà chi ci assomiglierà e più colore avremo e questa è la vita, questa si. Girando di sera, t’accorgi del tempo che va eh si, la gente non… Leggi il resto »

RosannaNovara
13 anni fa

GRAZIE!Un grande grazie a Stefano ed a tutti gli amici, che continuano a ricordare mio marito Roberto,Rosanna Novara RISPOSTA Cara Rosanna, Quasi non passa giorno senza che io ricordi Roberto, e, ad ogni occasione, mi viene la pelle d’oca. Qualche giorno fa, nel corso di una conferenza, mostravo l’immagine di particelle che avevano provocato trombosi sia venose sie arteriose e, subito dopo, proiettavo un articolo di giornale in cui si strombazzava come un gruppo di ricerca milanese insieme con uno americano avesse scoperto or ora quel fenomeno (solo in campo venoso, però). Il tutto grazie ad un bel finanziamento generosamente… Leggi il resto »