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Italia dei Valori contro il porta a porta

 

Quando c'è da massacrare l'ambiente, Italia dei Valori non si tira mai indietro. Il signor Scarpetti, esponente marchigiano del partito di Aurelio Misiti, ha colpito ancora. Stavolta a IdV solletica il THOR.(Stefano Montanari)

 Scarpetti e no comment.
 
Sulla stampa locale sembra si sia è scatenato il pandemonio. Di fronte cioè alle ovvie problematiche create dall'estensione del progetto di raccolta differenziata porta a porta a Pesaro, chi protesta perché il servizio non raggiunge la perfezione (appena partito!), chi come il Sindaco di Pesaro annuncia comunque "modesti" incrementi dei costi, chi, invece, come l'amm. delegato di Marche Multiservizi, l'aumento dei costi lo paventa come inevitabile, in controtendenza con tutti i comuni italiani dove la raccolta oltre il 50% si fa e senza aumenti. C'è anche chi come il signor Acacia Scarpetti, annuncia di aver scoperto la mitologica soluzione di tutti i mali della cittadinanza rispetto ai rifiuti: il Thor.
 
Pare voler far risparmiare soldi a HERA, col THOR (Total house waste recycling), Scarpetti. Così propone il sistema di micronizzazione dei rifiuti indifferenziati, che produce CDR, combustibile da rifiuti a maggior valore energetico, forse da bruciare negli inceneritori di Hera, la quale sembra sia già indaffarata con incontri e slides esplicative a Tavullia per proporre un inceneritore sul territorio.
Una domanda: ma l’amministratore pubblico Scarpetti, non dice di essere dalla parte dei cittadini? Perché allora sostenere un sistema, il THOR, che, invece di responsabilizzare i cittadini a produrre meno rifiuti ed a differenziarli alla fonte, recupera una modesta quantità di vetro e metalli e macina tutto il resto dei rifiuti per la combustione?
I rischi della combustione dei rifiuti sono ormai noti a tutti, di recente anche validi esponenti dello stesso CNR ne hanno ammesso l'alta tossicità.
 
Il problema della produzione e dello smaltimento di rifiuti non è risolvibile coerentemente se non con la raccolta differenziata spinta ad oltre l’ 80%, e col trattamento meccanico del residuo. Con questa metodologia, e tanti comuni italiani lo dimostrano, si arriva a stoccare in discarica meno del 20% del totale dei rifiuti prodotti e soprattutto a riciclare il resto dei materiali per renderli di nuovo impiegabili (le cosiddette materie prime seconde) e creando nuovi posti di

lavoro. E ciò con la partecipazione di cittadini sia per la riduzione a monte dei rifiuti che nei guadagni.
Abbiamo esempi virtuosi di Centri riciclo, come quello di Vedelago, continuiamo a ripeterlo, che dimostrano che si può addirittura trattare anche quel 20% di indifferenziato che resta. Perché allora continuare a de-responsabilizzare i cittadini, perché accanirci a proporre soluzioni che favoriscono solo la produzione indistinta di rifuti a monte, e chi vuole bruciare il CDR? Forse perché è più semplice: non bisogna rimboccarsi le maniche e mettere in atto una strategia seria d'impresa con la predisposizione di centri riciclo, di impianti di compostaggio, insomma non c'è bisogno di darsi da fare per creare impresa e lavoro a vantaggio di tutti.
 
Perché, nel nostro Paese, sono sempre i cittadini a pagare per la disorganizzazione e la pochezza strategica dei politici e degli amministratori? E' vero, ora pagano anche i “cittadini disonesti”: con una norma incostituzionale, il 31 ottobre, il Consiglio dei Ministri ha stabilito che chi in alcune aree abbandona rifiuti in strada rischia l'arresto.
Ma chi gestisce rifiuti pericolosi senza tenere il registro di carico/scarico rischia al massimo una sanzione amministrativa (art.258, c.2, TUA)! No comment.
 
Coordinamento dei comitati di difesa delle valli del Metauro, Cesano e Candigliano.
10 Novembre 2008.