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Per i ragazzi della SS. Annunziata

Per motivi che restano avvolti nel mistero, chi ama vestire i panni di scena dello “scienziato” e si trova in difficoltà a dibattere di nanopatologie (accade spesso), arrivato all’esasperazione fa la grande rivelazione: Montanari è un farmacista! Ecco, da qui la mia squalifica.

Certo, io non sarò uno scienziato come certi ottoni della nostra accademia, ma assicuro tutti che una laurea in farmacia, sempre che gl’insegnanti non siano i soliti figli, amanti, clienti, soci, ecc., prepara ottimamente ad una vita di ricerca. Io la ricerca la faccio dal 1972 e, a conti fatti, qualcosa credo di aver combinato, pur disponendo solo di quella “misera” laurea in farmacia.

A parte ciò, il compito del farmacista è importantissimo, costituendo una sorta di ponte tra il medico e il paziente, come posso testimoniare io che l’ho visto fare per quarant’anni da mia madre, farmacista pure lei, ma farmacista dietro un banco di una farmacia di campagna dove la clientela non sempre era in grado di capire che diavolo gli avesse detto il medico. Ecco, allora (è l’assoluta verità) chi veniva a dire che le supposte avevano un saporaccio o chi diceva che infilarle con la stagnola intorno era un bel problema. Ed ecco che c’era chi chiedeva se era vero che il Digestivo Antonetto si poteva prendere in tram o chi non voleva il Valontan per il mal d’auto perché lui soffriva sì quando prendeva la corriera ma non andava lontan.

Passato mezzo secolo, il problema di far

da ponte rimane, ma è molto più sofisticato. Oggi la gente non ha dubbi sui canali d’elezione delle supposte, e dei digestivi ha ampia esperienza. Ciò che deve sapere è di gran lunga più critico: l’ambiente in cui siamo immersi come pesci rossi dal quale non abbiamo mezzi per scappare sta diventando un nemico. A complicare le cose ci sta tutta l’azione paziente, accurata e mastodontica di un potere demenziale che non vuole che tante cose si sappiano.

E qui può entrare il farmacista. Quello che ha capito la propria funzione. Quello che si ricorda che il giuramento d’Ippocrate l’ha prestato pure lui. Quello che ha capito che fare il divo in TV sparando fesserie (il famoso zero degl’inceneritori) o abbigliarsi cialtronescamente da scienziato non conta nulla.

A Parma c’è una farmacia che si chiama Santissima Annunziata e lì non si vendono solo aspirine: si regala cultura, e una cultura che rappresenta l’unico salvagente disponibile. I ragazzi che ci lavorano dentro vanno in giro per l’Italia come missionari, raccolgono testimonianze, le registrano e le mettono a disposizione di tutti. E non si fermano lì: vanno anche a rompere le scatole ai vari amministratori locali che a Parma non sono niente di meglio di come sono altrove. L’Italia è abbondantemente fatta (in tutti i sensi).

Date un’occhiata al lavoro che questi farmacisti modesti, tenaci ed efficaci, hanno fatto collegandovi a  http://www.youtube.com/user/FARMACIAANNUNZIATA. E, se lo ritenete opportuno, date loro una mano.

Da parte mia, da collega orgoglioso di esserlo, un abbraccio.