Proprio dopo la conferma dell´acquisizione, da parte della francese Edf, della britannica British Energy e di otto delle sue vecchie cen- trali nucleari, arriva la conferma del conto salatissi- mo che dovrà essere pagato per lo smantellamento del parco nucleare mondiale arrivato a fine vita, do- po 60 anni di attività. Il costo è di mille miliardi, la metà dei quali servirà per intervenire sui siti militari di produzione nucleare, 500 miliardi dovranno esse- re spesi per i laboratori di ricerca e il rimanente per le centrali di produzione elettrica, nei prossimi trent´anni, diventeranno obsolete.La conferma è venuta dal convegno, che si con- clude oggi ad Avignone, di tutti gli operatori del set- tore nucleare mondiale. «Per mantenere aperta l´op- zione nucleare, dobbiamo dimostrare di saper smantellare» affermano a Edf, il gigante francese dell´elettricità. Secondo il Commissariato all´Ener- gia atomica (Cea) francese ormai l´attività di sman- tellamento è entrata «in una fase industriale». Que- sta attività comporta, annualmente, un giro d´affari intorno ai 5-6 miliardi. Smantellare un reattore co- sta intorno ai 500-800 milioni di dollari.Dove trovare mille miliardi di dollari? Ogni paese ha fatto una scelta diversa. In Francia, gli operatori del nucleare hanno costituito ognuno un fondo, 7 miliardi di euro per il Cea, 7,8 miliardi per Edf, 10 miliardi per Areva. Anche la Svizzera e la Svezia han- no un fondo, ma gestito da un´autorità indipenden- te, mentre in Gran Bretagna il governo interviene per far fronte a una parte dei costi. Negli Usa sulla carta dovrebbe esistere un fondo di 22 miliardi di dollari, versati dalle compagnie al governo. Ma pare che nelle casse ne restino non più di 6 miliardi. «Il resto è scomparso» ha spiegato un conferenziere.Ma è anche difficile trovare dei siti per seppellire le scorie, anche se decontaminate. In Francia, per esempio, visto che nessuno le vuole, Edf e il Cea hanno scelto uno stoccaggio temporaneo, in attesa di risolvere definitivamente la questione. Di fronte all´impennata dei costi negli anni a venire, c´è il ri- schio che venga privilegiata un´altra soluzione: al- lungare amministrativamente la vita delle centrali.In un primo tempo, in Europa si era parlato di 30 anni. Poi sono diventati 40. Negli Usa i tempi di sfruttamento sono già di 60 anni.