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Viva il Papa!

Di 12 Maggio 2010 4 commenti

Se prima m’innervosivo, ora la situazione è diventata comica.

Non ho contato le volte, ma sono davvero tante, in cui ho detto e scritto che non posso più fornire consulenze gratuite e che è l’Università di Urbino a doverlo fare, essendosene accollato l’impegno morale dopo essersi impossessata del nostro microscopio. Eppure non c’è mattina in cui, acceso il computer, non mi compaia nella posta elettronica una manciata di messaggi con richiesta di aiuto.

Vedrò di essere conciso e chiaro: RIVOLGETEVI AD URBINO.

E ora, chi, come me, si è stufato dell’ignobile vicenda del microscopio chiuda qui la lettura.

L’ultima novità, per chi

chiede ancora notizie su questo noiosissimo argomento, è che Urbino, incapace di gestire l’apparecchio, senza avvertire nessuno l’ha sbolognato all’ARPA di Pesaro. Con quali modalità sia avvenuto il trasporto, una pratica piuttosto delicata, resta misterioso. Comunque, dopo mesi, qui è stato finalmente sballato, se non altro per controllare che nelle casse ci fosse davvero quel coso, ma, ahimè, il coso resta cocciutamente spento.

Strano: dopo tre mesi e mezzo abbondanti dal trasloco, nessuno dei luminari che promettevano mirabilia se solo avessero potuto disporre del microscopio lo ha usato. E nemmeno acceso, se non altro per curiosità. Eppure mesi fa il rettore (magnifico) mi aveva scritto una lettera di fuoco dicendomi che dovevo far presto a mollare la presa perché la scienza non aspetta.

Fortunatamente dal dramma emerge il lato comico. Il preside della facoltà di scienze, tale Stefano Papa, ha rilasciato un’intervista ad un blogghino in cui afferma che quel microscopio risulta in condizioni talmente buone da essergli chiaro che è stato usato poco o nulla. Nella sua tenera ignoranza, il Papa ignora che l’apparecchio non è un’automobile da Camel Trophy e che la carrozzeria, anche dopo anni, non mostra segni di usura. Sempre che sia usato da addetti ai lavori e non da qualche dilettante allo sbaraglio, naturalmente. Nella sua estraneità, il Papa ignora pure che l’oggetto contiene un contaore e che, quindi, si può vedere quanta strada abbia fatto. Ad ogni modo, se lo strumento era in buone condizioni, così resterà, visto che laggù non l’adoperano.

Approfittando dell’ospitalità del blogghino, Papa continua nella sua ora del dilettante: l’ARPA di Pesaro, cui, a sorpresa, l’oggetto è stato recapitato per evitare ulteriori imbarazzi, dispone di un gruppo di continuità elettrica per fare ricerca anche quando mancasse la corrente, dispositivo che, sempre fidando del Papa-pensiero, mancava alla Nanodiagnostics la quale, ad ENEL inattiva, non avrebbe mai potuto lavorare. Beh, al di là della comicità del rilievo, se non altro perché Modena non è nel Borneo e la corrente manca molto di rado e, quando accade, è per pochi minuti, il gruppo di continuità noi l’abbiamo sempre avuto e, dunque, il naso del preside si è allungato di un altro palmo. O, magari, nelle sue visite al laboratorio, il luminare non è riuscito a decifrare che cosa mai fosse quello strano aggeggio che stava di fianco all’apparecchio che veniva a portarsi via.

Risparmio i commenti sulla sottolineatura, sempre menzionata nel blogghino, dell’opportunità che ora, con il trasferimento a Pesaro,  tanti scienziati in più hanno di avvalersi dello strumento. Ad oggi, noi, a dispetto dell’impegno scritto secondo il quale avremmo potuto usare il microscopio “almeno una volta la settimana”, siamo stati impossibilitati a farlo, stante il suo stato di morte apparente.

Magari, tra qualche mese l’ARPA lo donerà a Mirabilandia (è a due passi) e allora sì che lo accenderanno.

In fondo, però, sfidando eroicamente il ridicolo, tutto ciò che poteva fare chi ci ha tolto il microscopio è stato fatto e più di così era difficile pensare: quell’apparecchio resta spento come doveva essere. Peccato, però, che noi non abbiamo mai perso un giorno di ricerca, ospitando anche occasionalmente un’Università, visto che siamo meglio attrezzati.

A completamento dell’informazione, l’Università dalla quale la scienziata in forza al blogghino ricava lo stipendio ci ha inviato una raccomandata con la quale prende le dovute distanze dalla sua dipendente. Insomma, lette certe esternazioni imbarazzanti, loro si dissociano.

4 Commenti
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gelu
15 anni fa

costernazione
Non se ne può davvero più, di questo mondo.

sarti.s
15 anni fa

Il tempo…
Piano piano si stanno smontando certi castelli in aria .

Come sempre il tempo è galantuomo ,
si ma a quale prezzo !!!

Francesco Michelacci
15 anni fa

Mirabilandia
Tutto sommato sarebbe un avvicinamento, non crede? Mi complimento Stefano per la graffiante ironia, emergono purtroppo amare verita’ di cui sei stato a suo tempo facile profeta. Ma, come si dice, il tempo e’ galantuomo, e spernacchiera’ i soloni, i tromboni e tutta la cricca.
speriamo sia presto.

alcanarein
15 anni fa

e in radio
e dopo la trasmissione di questa mattina su teleradiostereo il quadro è completo.