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Vieni avanti, aretino!

Come i più armoniosi degli uccelli gli Uomini (vedi la maiuscola) sono creature musicali. Superiori ad ogni altro essere vivente, gli Uomini possono permettersi di non confidare solo sulla loro voce ma sono capaci di costruirsi strumenti  musicali, e quale tra questi si addice di più all’Umanità (rimaiuscola) se non il trombone?

Dotato di enorme estensione, quello strumento

sa toccare le corde emotive più sensibili dell’animo umano solleticandone le puccinianamente più recondite armonie, cosicché del trombone si servono fior di “politici” e di “scienziati” per confermare la loro supremazia e – perché no? – la loro “nobiltà”.

 

Dopo i trionfi ottenuti con l’amianto, le diossine, i cloro-fluoro-carburi e il tabacco, per non dire che di alcuni tra i prodotti che gli “scienziati” musicisti avevano dichiarato essere innocui suscitando l’entusiasmo dei “politici” e ottenendo l’affascinato consenso della comunità, ecco comparire qualche anno fa una tecnica benedetta dalla “Scienza” chiamata fracking: fratturazione idraulica per i fedeli all’Accademia della Crusca. In termini molto semplificati e con il permesso che chiedo con la dovuta umiltà a chi sa tutto, si tratta di una tecnica risalente agli Anni Quaranta utilizzata oggi con grande frequenza per spremere quel limone già superspremuto che è la crosta terrestre al fine di estrarne idrocarburi. Quantità miserelle, si dirà, ma questo è ciò che passa il convento dopo che la cucina è stata saccheggiata. In termini pratici si trivella fino a profondità di poco oltre i sei chilometri il terreno e vi s’inietta, a seconda dei gusti di chi pratica il processo, una mistura d’acqua e liquidi di varia natura, palline di ceramica, sabbia e ghiaia. Tutto questo lavorìo provoca delle fratture nel sottosuolo e la roccia o le argille spremute lasciano che qualche goccia di petrolio o, con licenza parlando, qualche flatulenza di gas naturali ne sortiscano.

Forse qualcuno ricorderà che nella tarda primavera del 2012 una zona compresa tra Emilia, Veneto e Lombardia ebbe a soffrire di un terremoto che provocò danni materiali notevoli oltre ad almeno sette morti. A me (che non sono un addetto ai lavori e così, come disse un papa, se sbaglio mi corigerete) venne subito in mente che il fracking potesse avere qualche responsabilità in un fenomeno non proprio atteso e ne parlai in pubblico. Non ex cathedra, beninteso, ma solo a livello di domanda rivolta a chi doveva saperne ben più di me. Al proposito bastava retrocedere un poco nel tempo andando nel giugno del 2008 per ritrovare al fianco dell’allora ministro Giovanardi il professor Enzo Boschi, all’epoca presidente dell’Istituto Italiano di Geofisica e Vulcanologia. Confortato dallo statista lo scienziato sponsorizzava in una sala di Mirandola un enorme deposito di gas sottoterra a Rivara, un paesino della Bassa Modenese (http://www.youreporter.it/video_TERREMOTO_EMILIA_GIOVANARDI_e_BOSCHI). Nel corso della presentazione (aggiungo per rigore storico che non era presente una guardia psichiatrica), il professor Boschi affermò la non esistenza di un rischio sismico in zona. Dopotutto la faglia corre ufficialmente a 100 km di profondità e, dunque, no problem.

Poi il terremoto arriva senza chiedere il permesso e lo fa con un ipocentro situato sorprendentemente a poco più di 6 km dalla superficie proprio in una zona dove  il fracking si fa (ma non si dice). “Vieni avanti, aretino!” verrebbe da dire, stante il luogo di nascita del Professore. Invece nessuno ne parlò più e nessuno rispose in modo scientificamente credibile al mio dubbio, un dubbio, lo sottolineo di nuovo, da uomo della strada. Senza occuparci di Giovanardi perché non ne vale la pena, giustizia morale vorrebbe che il professor Boschi, rimediata una figura che solo il compianto Emilio Fede potrebbe descrivere e prima di ritirarsi in una spelonca himalayana, facesse pubblica ammenda davanti alle casalinghe che avevano dimostrato di essere, e non di poco, scientificamente più molto credibili del suo trombone. Ma da noi quelle sdolcinatezze da donnicciola non usano.

Tornando a noi, nel 2011 si scopre che il fracking aveva inquinato con benzene una falda nel Wyoming. L’anno scorso la Duke University conferma l’allarme riportando un suo studio su 141 pozzi di gas estratto nella maniera di cui stiamo parlando e cinque città statunitensi, quattro in Colorado e una in New Mexico, mettono fuori legge il fracking. Al rischio sismico e all’inquinamento idrico si aggiunge un articolo dell’Università del Missouri pubblicato dalla rivista Endocrinology: le porcherie iniettate inquinano le falde acquifere, fanno venire il cancro e provocano sterilità e malformazioni fetali. Ora arriva Los Angeles a vietare la pratica. A tutti questi guai collaterali si unisce la siccità che sta devastando la California e tutto quel consumo d’acqua non se lo può permettere nessuno. Ma Los Angeles è possibilista: se ci si dimostrerà (DIMOSTRERA’) che il fracking è innocuo, riprendete pure a praticarlo. Esattamente ciò che prescrive il Principio di Precauzione che in Italia è legge anche se tutti se ne fregano.

Vuole il caso, però, che Exxon e Shell si accorgano improvvisamente che il gas estratto in quella maniera costa due o tre volte il prezzo al quale lo vendono. In definitiva, una fregatura e, dunque, perché pagare “scienziati” per “dimostrare” una fesseria?

Da noi? Noi abbiamo una storia plurimillenaria e non ci fermiamo certo davanti a quella che è l’evidenza. Da noi alligna il Furbetto.

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gbracca
10 anni fa

Gasland
C’è un film la cui prima edizione risale a qualche anno fa, aggiornato a questi tempi. Si chiama [b]GASLAND[/b] e alcune info, oltre al trailer, si trovano qui:
[url]http://www.gaslandthemovie.com/[/url]

Per chi volesse approfondire, segnalo il blog di [b]Maria Rita D’Orsogn[/b]a (professore associato alla California State University) che è una vera miniera d’informazione sul tema “petrolio ed affini”:
[url]http://dorsogna.blogspot.it/[/url]

e le varie notizie sul fracking forniteci da [b]Maria Ferdinanda Piva[/b], qui:
[url]http://www.google.it/search?q=fracking+site%3Ablogeko.iljournal.it[/url]

gbracca
10 anni fa

IPSE DIXITEnzo Boschi, 8 settembre 2008:[i]«Mah. Anch’io ho fatto tutto quello che in genere si fa per fare carriera. Ho leccato il sedere quando c’era da leccarlo, ho assecondato, ho chinato la testa: non ho paura a negarlo. Ora che sono molto più anziano, potrei anche io fare del moralismo ma ho visto talmente tanto in questi anni che me ne guardo bene».[/i] e ancora:[i]«Sono sempre stato gentile con i potenti perché sapevo che avrebbero potuto aiutarmi, come vedo che fanno i giovani di oggi. Esiste una zona grigia che è quella che separa il momento della laurea dal momento… Leggi il resto »

Moreno.M
10 anni fa

L’umanita’ fa schifoI RESTI FETALI NEL TERMOVALORIZZATORE – Uno degli ospedali più importanti del Regno Unito, l’Addenbrooke di Cambridge, avrebbe incenerito nel termovalorizzatore dell’ospedale 797 feti, tutti al di sotto della tredicesima settimana di gestazione. Alle madri sarebbe stato detto che i resti sarebbero stati semplicemente «cremati». Lo stesso sarebbe successo all’ospedale di Ipswich, che si sarebbe appoggiato a una ditta esterna dal 2011 al 2013: i resti sarebbero stati portati in un altro ospedale dove sarebbero stati impiegati nel termovalorizzatore. «La maggior parte degli ospedali segue il protocollo – ha detto il ministro Poulter – E questa deve essere… Leggi il resto »