Vediamo di capirci

Vediamo di capirci una volta per tutte.

Che io sia un povero idiota è ormai un fatto scientificamente dimostrato. L’aver dedicato la mia vita e tutto quanto stava al seguito dell’idiozia di pretendere di salvare il mondo quando al mondo non interessa un fico secco essere salvato e, anzi, se ne oppone fieramente è classico dell’idiota ed è ridicolo come chi indossa i panni di un Don Chisciotte planetario.

Ora mi trovo, per mia sola responsabilità, al centro di un bersagliamento di giorno in giorno più violento e costante di sterco umano (di gran lunga il più fetido) lanciato ad angolo giro intorno a me. Nella mia ingenuità non avrei mai pensato che proprio le persone che non solo mi proponevo di aiutare ma che usano a piene mani decenni di quanto ho stoltamente prodotto fossero i più impegnati nel lancio. Addirittura associazioni intere si prodigano per unirsi al massacro, con questo confermando la viltà propria delle masse senza volto. In qualche modo sono importante, almeno dal punto di vista psichiatrico in andata e ritorno.

Parte della mia follia è consistita nel viziare i milordini che presumono di usarmi a loro piacimento, stracciandosi le vesti se mi permetto di rendere loro noto che non ce la faccio più a sostenere ciò che loro classificano come dovuto.

Ingenuo come sono, faccio appello alla vostra dignità, ben sapendo che la dignità vi è sconosciuta: abbiate almeno il pudore di non usare materiale mio. Non pretendo che comprendiate come i vostri santoni, gli scienziati da Carnevale, i millantatori per vocazione dietro cui sfilate cantandone in coro le lodi vi toglieranno i vostri figli restituendoveli in poltiglia. Sono fatti vostri. Chiedo solo, almeno, di non usare roba mia. Oltretutto, non ne siete nemmeno capaci e ogni volta che la brandite sbattete la testa contro un muro invalicabile.