Io non ho idea se tutti coloro che mi leggono, per pochi che siano, abbiano idea di che cosa sia la narcolessia. Si tratta di una malattia neurologica, contratta la quale, con vari livelli di gravità, il soggetto si addormenta più o meno qualunque cosa accada e in qualunque situazione. Credo non sia difficile capire che si tratta di una condizione che può essere invalidante fino ad impedire il lavoro, lo studio e la normale vita di relazione.
Nel suo libro The Pickwick Papers, Charles Dickens ne tracciò un quadretto buffo descrivendo un giovane servitore affetto dalla malattia, ma posso assicurare chiunque che nella vita reale
c’è ben poco da ridere.
Da che cosa derivi la condizione è uno dei mille ed uno misteri della Medicina, una disciplina (per carità, nessuno la chiami scienza perché non ne ha le caratteristiche) troppo spesso incapace di risolvere anche i problemi sanitari più banali, dal raffreddore in su. Certo è che si tratta di una patologia in aumento quanto a frequenza e, ancora una volta, i vaccini sono nel numero dei possibili indiziati tra i colpevoli. Come sempre accade, l’industria farmaceutica nega, i medici la cui cultura è quella delle case farmaceutiche negano, le autorità sanitarie negano, l’informazione di stato nega.
Ora un tribunale inglese riconosce che il vaccino Pandemrix della GlaxoSmithKline ha indotto la malattia in un ragazzo di 12 anni al quale ha riconosciuto una modestissima compensazione di 120.000 Sterline (http://www.theguardian.com/uk-news/2015/jun/10/boy-wins-120000-damages-narcolepsy-swine-flu-vaccine-glaxosmithkline) . A mio parere quei quattro soldi sono un insulto nei confronti di un danno che sconvolge una vita, ma l’importante è che il nesso tra vaccino e malattia sia stato riconosciuto. Nel caso specifico io mi chiedo chi mai possa aver spinto il soggetto a sottoporsi a quella vaccinazione, essendo il Pandemrix indirizzato a prevenire pandemie d’influenza (nel caso specifico l’influenza suina di fatto non pervenuta), nella stragrande maggioranza delle evenienze affezioni del tutto benigne. Vorrei solo ricordare che quando si contano i morti derivati da influenza, così come da non poche altre malattie, ci si dimentica regolarmente di riferire come, quasi sempre, si trattasse di soggetti già in condizioni di salute molto precarie che sono morti non DI influenza ma CON l’influenza, qualcosa di profondamente diverso.
Visto che mi si continua ad interpellare sui vaccini, vorrei chiarire la mia posizione, una posizione su cui chiunque potrà obiettare a suo piacimento.
L’idea della vaccinazione è senz’altro buona. Semplificando moltissimo, io induco artificialmente nel soggetto la malattia in maniera estremamente blanda e, così, gli faccio acquisire immunità.
Dato per scontato questo assunto, ora sorgono i problemi. Tra questi il fatto che l’immunità acquisita in quel modo è sostanzialmente diversa e molto meno efficace rispetto a quella ottenuta contraendo la malattia in maniera naturale. L’efficacia può addirittura, e non poi così di rado, essere nulla e, comunque, non è mai duratura. L’illusione di essere protetti come da una specie di armatura che rende invulnerabili ha fatto guai. Basterebbe vedere che cosa accadde quando la vaccinazione antitetanica diventò obbligatoria per accorgersi che, dopo decenni di calo costante, la mortalità per quella malattia mostrò un improvviso incremento, incremento dato dal credere di essere immuni e, per questo, dal credere di non dover più prendere le precauzioni d’igiene che da molti anni si prendevano con frequenza crescente. Ma il tetano non è certo l’unica malattia a mostrare andamenti analoghi. Uno dei pericoli del genere è quello che mi pare di vedere con il vaccino reclamizzato per evitare il cancro del collo dell’utero, vaccino su cui esistono malintesi a non finire con i medici in prima fila ad averci capito, non tutti, per fortuna, poco o nulla.
Tra i problemi dei vaccini c’è quello evidente, ad esempio, che si deve osservare nella prevenzione farmacologica del morbillo. Le femmine vaccinate non trasmetteranno ai figli l’immunità valida qualche anno alla prole come, invece, è caratteristico delle femmine che il morbillo lo contrassero naturalmente.
Altro problema è la somministrazione di una serie di vaccini a bambini nati da pochissimo che, a causa dell’immaturità del loro sistema immunitario, non potranno comunque beneficiare di quella mitragliata di farmaci, e così i vecchi a causa di un sistema immunitario in declino. A questo sia aggiunge il fatto che, stante la complessità della composizione dei vaccini di oggi unita al fatto che certo non tutto ciò che contengono è denunciato e al fatto che né il medico né il soggetto ricevente conoscono i problemi, le reazioni avverse di tipo allergico alla vaccinazione sono comunissime anche se riportate solo per un’infima percentuale dei casi a dispetto dell’obbligatorietà della denuncia.
Ma, insieme ad altri inconvenienti, il problema che a me balza agli occhi in maniera evidente è quello delle porcherie che si trovano nelle preparazioni farmaceutiche dei vaccini. Non è più il principio attivo veicolato da qualcosa d’innocuo come dovrebbe essere ma un pastrocchio di conservanti, stabilizzanti, antibiotici, adiuvanti, solventi, gomme, gelatine, proteine, addirittura globuli rossi di origine umana o animale. Ma, poi, in tutti i vaccini che abbiamo analizzato cii sono particelle solide di acciaio, piombo, titanio, tungsteno e chi più ne ha più ne metta. Chi leggesse il foglietto illustrativo accluso al vaccino (lo fanno in pochissimi, medici compresi), troverebbe ben pochi di quei componenti, aggiunti volontariamente o inconsapevolmente che siano. Fingere, come fa l’industria farmaceutica e come fanno le cosiddette autorità sanitarie, che questo fatto non esista è qualcosa che dovrebbe indurre alla meditazione. Che cosa faccia la magistratura, poi, è domanda cui non saprei rispondere.
Il mio commento è che le industrie farmaceutiche hanno perso la traccia della scientificità e dell’obiettività, non sono capaci di lavorare né pare siano interessate ad esserlo; che, parlando in generale e con le debite, luminose eccezioni, i medici sono a dir poco disinformati; che la autorità sanitarie non fanno ciò per cui sono pagate e ciò per cui di loro dovremmo poterci fidare; che la magistratura dorme sonni beati; che i vaccini sono spesso somministrati a casaccio, senza conoscere la farmacologia, l’immunologia e le condizioni del soggetto ricevente, e, spessissimo, sono somministrati senza la minima necessità; che i comitati e le associazioni che ruotano intorno ai vaccini sono, fatti alla mano, inefficaci, cosa che pare vogliano continuare ad essere preferendo le chiacchiere vuote ai fatti scientifici; che le ricerche fatte sui vaccini sono quasi sempre(il “quasi” è una mia benevola concessione) allestite in modo da produrre i risultati voluti da chi sui vaccini fa palate di quattrini.
In conclusione, a mio parere i vaccini potrebbero essere uno strumento utile per limitare il rischio di contrarre malattie ma sono fatti male e sono usati peggio.
FortunataHo avuto un medico di famiglia contrario ai vaccini. A mia madre li sconsigliava e lei ha sempre seguito i consigli. Non so se 30-35 anni fa nei vaccini c’erano le stesse porcherie di oggi, ma se cosi fosse mi ritengo fortunata 🙂 RISPOSTA Sì, ringrazi la sorte. Di come fossero fatti i vaccini decenni fa non ho idea. Ma ho idea di ciò che ci si trova dentro ora. Ormai non mi stupisco più delle case farmaceutiche e nemmeno degli enti che paghiamo perché vigilino sulla nostra salute. Non posso non provare ancora più schifo, però, per quei comitati… Leggi il resto »