Vaccini, TV e bovini da reddito

Forse non c’è niente di più umano e di più perdonabile dell’ignoranza, e “so di non sapere” è la frase più onesta che si possa pronunciare. Il dramma, spesso la farsa, a volte la tragedia è quando non si sa nemmeno quello e si cade grottescamente nell’illusione dell’onniscienza.

Non è una novità: presunzione, stupidità e ignoranza sono caratteristiche uniche dell’Homo sapiens e questo da che dell’Homo sapiens abbiamo notizie storiche. Il brutto è quando a queste si accompagna la malafede e peggio ancora quando si approfitta di una posizione in qualche modo privilegiata per diffondere nozioni fasulle o concetti scientificamente insostenibili come fa l’oncologo di regime.

Ad almeno metà delle domande che mi vengono poste io rispondo “non lo so”, e questo perché non lo so davvero e non vedo la ragione di truffare qualcuno facendo, per di più, la figuraccia che si rimedia quando si sparano sciocchezze, visto che a volte tra chi ascolta c’è qualcuno che conosce sul serio l’argomento. Parrà curioso ma accade qualche volta che la reazione del mio interlocutore sia stizzita. Valga per tutte quando io dissi ad una signora che non ero capace di rispondere alla sua domanda e questa reagì dicendomi che la cosa non era possibile e che chissà per quale arcana ragione io rifiutavo la risposta. Il motivo della sua indignazione era semplice: lei mi aveva visto in televisione e nulla importa se in quell’occasione io parlassi di tutt’altro. La televisione è una scatola magica attraverso cui ogni idiota diventa un maestro.

Chi desidera qualche esempio non ha che da sintonizzarsi su un qualunque canale televisivo di regime (e ci sono anche quelli a livello quasi di parrocchia) e ascoltare il “lei non sa chi sono io” di turno che pontifica sui vaccini.

Io qualcosa da dire sull’argomento lo avrei e avrei anche qualche domanda da porre ai burocrati, ai professori e ai tuttologi che si alternano sostenuti dal conduttore che tiene famiglia. Ma io non solo non ottengo risposte: non riesco nemmeno a porre le domande. La farsa inscenata dalla signorina Toffa su Italia 1 ne è un esempio. Eppure le mie sono domande semplici e del tutto giustificate, poste, per di più, proprio a chi si presenta come esperto.

Ultimamente, trovandomi all’estero, non ho avuto modo di vedere la trasmissione RAI sui vaccini a cura di tale Riccardo Iacona, ma, a giudicare dalle mail che ricevo, pare si sia trattato dell’ennesima mortificante sceneggiata. Se riuscirò a trovare la registrazione, me la guarderò, se non altro per interesse sociale.

Qualche giorno fa mi è arrivato l’invito a partecipare ad un programma trasmesso da una TV nazionale. La mia risposta è stata che, se mi verranno riservati due minuti e se ciò che dirò subirà i tagli cui ormai ho fatto l’abitudine, io non andrò. Di regola show del genere sono il ricco terreno di caccia di funzionari e medici la cui preparazione fa il paio con l’onestà e chi pretende di porre domande imbarazzanti viene trattato a pesci in faccia. In definitiva, trappole tanto rozze e volgari quanto, purtroppo, efficaci per continuare a tenere sotto controllo il popol bue, docile bovino da reddito.