Di seguito, con qualche censura su nomi e luoghi, una mail ricevuta e la mia risposta. Si tratta di un futuro nonno che è andato ad ascoltare una conferenza sui vaccini.
(…) Me ne vergogno, ma ho fatto quasi saltare le coronarie al primario (…).
A termine della conferenza ho chiesto
se mi potessero spiegare la motivazione della presenza del nano-particolato nei vaccini. Alla mia domanda mi hanno risposto con la tassonomia e con tono infantile. Così ho affermato che non mi stavano rispondendo e che quindi non mi sembravano ferrati sull’argomento.
Da questo momento in poi il primario (…) si e’ leggermente irritato con me ed ha detto che il mio comportamento e che il mio pensiero sono criminali.
E quindi c’è stata l’ovazione del pubblico a suo favore. Mi son divertito tantissimo.
Dopo l’applauso ho ribadito che questo tipo di comunicazione non risolve le perplessità.
Al termine sono andato a stringere la mano al primario per aver l’opportunità di continuare a rompergli i coglioni. A quel punto ha ammesso tra le parole che lui non può sapere tutto e che non e’ tenuto a sapere tutto e che gli bastano i quattro livelli di validazione dei test dei vaccini. Io, sicuro delle spalle larghe della statistica, ho espresso i miei dubbi sul quarto livello quello epidemiologico.
Comunque Le faccio notare che nessuno dei conferenzieri ha negato l’esistenza del nano-particolato. Due di loro hanno affermato che in precedenza venivano usati gli ossidi di alluminio come adiuvanti e che ciò serve solo per una migliore risposta del vaccino. Ma nel loro non diniego della presenza c’è la dimostrazione della loro ignoranza.
La saluto e la saluta anche la mia nipotina che entro breve si troverà davanti al dilemma del genitori alle prese con la vaccinazione neonatale.
Caro sig. (…)
A volte l’ignoranza genera criminalità, e quello che lei riporta è uno dei casi.
Questi poveri strumenti delle case farmaceutiche non hanno nemmeno il concetto di particella. L’alluminio aggiunto, infatti, è in stato molecolare e nulla ha a che spartire con lo stato particolato. Questo sia dal punto di vista chimico, sia da quello fisico, sia da quello di potenziale induttore di patologie. Insomma, quelli non sanno nemmeno di che cosa si sta parlando.
Le confesso che, un po’ malignamente, anch’io mi diverto parecchio quando m’imbatto in personaggi del genere e mostro loro decine di immagini di microscopia elettronica in cui troneggiano pezzi d’acciaio o di piombo o di tungsteno o di altre ferraglie all’interno dei vaccini che quelli iniettano entusiasticamente nei poveri bambini portati al macello da altrettanto entusiasti e altrettanto ignoranti genitori. Capita anche che ci sia chi rifiuta di vedere la documentazione come, ad esempio, fu con il prof. Silvio Garattini dell’Istituto Mario Negri. Il personaggio, sempre rappresentato come uomo di scienza, mi tenne prudentemente fuori della porta del suo studio per evitare imbarazzi. Certo che, con quell’atteggiamento, scoprì tanto il suo valore scientifico quanto la portata degl’interessi che aveva.
È vero che l’Ospedale (…) non è proprio una delle punte di diamante della ricerca e i tromboni si sprecano, ma almeno una rispostina plausibile avrebbero dovuto dargliela. Questo, se non altro, perché ormai da anni le patologie da particelle sono protagoniste di congressi, di articoli e di libri.
Quanto alla sua nipotina, facciano i genitori. Spero solo che si ricordino che la biologia s’infischia delle esigenze dell’industria.
Cordialmente,
Stefano Montanari
GeometriaSe ho ben capito i suoi scritti, quando parla di differenza di stato molecolare e stato particolato, si tira in ballo anche la geometria. In altre parole un “soggetto” chimico ha comportamenti ben diversi all’interno di un organismo a seconda che abbia forme e dimensioni nanometriche o micrometriche. Ad esempio una “nano-pallina” da combustione (che ha alte probabilità di “rompersi” in oggetti più piccoli) del tipo Fe-Cr-Ni, confrontata con oggetto analogo ma più grossolano si comporta in maniera più aggressiva, benché gli elementi chimici siano gli stessi.Ho capito bene ? Se è così allora è dura farla capire agli studiosi… Leggi il resto »