A giugno compirò 67 anni. Se avessi fatto una carriera diversa, una carriera in certi ambiti pubblici furbetti, a quest’ora mi starei godendo da qualche decennio una tranquilla pensione. Chissà: se non avessi rifiutato, da schizzinoso che sono, certe proposte politiche, magari ora godrei di un grasso vitalizio e di tutto il tempo e l’agio per farmi i comodi miei.
Nessuno tema: non ho intenzione di ripercorrere la mia biografia, noiosa pure per me. Mi contengo e ripeto solo quello che dico da tanti anni: se malauguratamente esistesse la metempsicosi e io mi dovessi reincarnare, spero con tutto il cuore di non ritrovarmi a fare la stragrande maggioranza di quello che ho fatto in questa indesiderabile vita. Certo non vorrei fare ricerca scientifica, quella di avanguardia, intendo, perché trovarsi sperduto, anni luce avanti rispetto al gregge, è un massacro.
La mia colpa è stata quella di capire che la scoperta di mia moglie del 1997 era una rivoluzione per la medicina e di averle dato ascolto. Ma quella rivoluzione non la voleva nessuno. Oggi, con il senno della vecchiaia, la manderei al diavolo ricavandone enorme beneficio per entrambi. Ma indietro non si torna.
Dalla scoperta iniziale del ‘97, in realtà partita da osservazioni di entrambi risalenti al 1990, è uscito uno stuolo di altre scoperte, alcune delle quali rubate dopo anni e senza accenni di pudore da qualche trombone dei salottini buoni, molte altre restate, almeno per ora, troppo alte come fu l’uva per la volpe.
Senza farla troppo lunga, noi continuiamo con stolta cocciutaggine a inoltrarci ogni giorno di più in quella che per noi è terra incognita da esplorare e per molti è un’estensione indifferente, magari di cui farsi beffe, salvo poi, naturalmente, correre in abbigliamento di gala a piantarci la bandiera quando la cosa sarà facile e conveniente. Per questo gusto malato di andare avanti, l’ho ripetuto mille volte, noi ci siamo rovinati in tanti sensi, quello economico compreso, laddove i quattrini costituiscono un elemento di estremo comodo per chi li possiede e di valutazione per chi guarda da fuori. Così noi stiamo scomodi e siamo irrisi da chi ridacchia di noi dall’alto di un buon conto in banca.
Danno e beffa. L’altra sera avevo ingenuamente accettato l’invito di un caro amico a tenere un dibattito in un paesello romagnolo, accolto preventivamente dal commento di una farmacista locale: “Che brutta persona: pretende soldi per fare conferenze!” È evidente: la signora regalerà senza dubbio l’aspirina e avrà di certo venduto casa sua (come, ahimè, ho fatto io) per poter soccorrere il prossimo. Da brava pettegolina di paese, poi, la signora farmacista sorvola su due cose: la prima è che io non intasco mai un centesimo e ogni soldino finisce alla mai abbastanza esecrata ricerca, e la seconda è che, nel caso specifico, sono andato a titolo gratuito, per pura amicizia. Ma non importa: l’importante è vomitare malignità e goderne.
Danno e beffa. Il dibattito (tema vaccini) era stato organizzato da qualcuno che non aveva idea di come si organizzano queste cose (il mio amico non c’entra) e si era stabilito che io avrei avuto come interlocutore un medico burocrate della locale ASL. Va da sé che, nella migliore tradizione del burocrate nostrano, costui non avesse la minima conoscenza del problema sanitario legato alle micro- e alle nanopolveri, pur trattandosi di una disciplina ormai grandicella e diffusa in tutto il mondo avanzato. Avanzato è aggettivo chiave. Arrivare a dire che la ferraglia che continuiamo a fotografare nei vaccini potrebbe essere, vedi mai, innocua è una mazzata per tutta la categoria cui quello appartiene. Però, che importa? L’importante è poter contare sul maggior numero possibile di oche giulive che bevano fiduciose e ingorde tutto quello che ti esce dalla bocca, collegata o scollegata che sia con l’intelletto. Va pure da sé che costui non abbia mai fatto una ricerca scientifica definibile come tale e che la sua cultura abbia come ferrei confini una tradizione che sarebbe piaciuta al fu Joseph Goebbels, già ministro della propaganda nazista: ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità. Sia chiaro: non mi stupirei se il dottore ci credesse davvero. Sia come sia, è così che, quando si mette in discussione un assunto mummificato sulla cui veridicità i dubbi sono quanto meno legittimi da parte di chi conserva un po’ di senso critico, si viene guardati come si fa con i matti: curiosità, scandalo e irritazione.
Non farò menzione qui degli svarioni del dottore, alcuni dei quali sorprendenti anche per me che ormai ho visto e sentito di tutto, e mi limiterò a dire che non è di personaggi come quelli che abbiamo bisogno. E neppure mi dilungherò sulla sindachessa del paesello che, per una mortificante piaggeria della moderatrice (?), fu invitata ad esprimersi coram populo sull’argomento vaccini. Non credo ci si possa stupire se dico che nemmeno la ministra Lorenzin (maturità classica) riesce a partorire stravaganze sanitarie concentrate e a raffica come la maestra elementare assurta alla carica di prima cittadina (almeno lei con i voti della popolazione). Mi fermo solo ad osservare che, quando non si conosce un argomento, è prudente e pure dignitoso tacere.
La cosa più buffa è che nessuno dei due, medico-burocrate e maestra-sindachessa, sono stati all’altezza di capire che ero io a cercare di salvare i vaccini in generale e, nell’occasione particolare, dalla devastazione ridicola in cui quelli li stavano affondando. Il pubblico stesso si era schierato come se ci fossero due squadre di calcio contrapposte e applaudivano “al momento giusto”. La cosa disperante è che, continuando a sparare sciocchezze e bugie distorcendo dati e imbavagliandone altri si arriva inevitabilmente alla conclusione di ciò che qualche settimana fa denunciò con qualche allarme e qualche imbarazzo il responsabile europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: il calo delle vaccinazioni è più evidente presso gli strati più colti della popolazione. Il che è assolutamente ovvio: un analfabeta lo imbrogli facilmente. Una persona con una cultura alle spalle, molto meno. E la conclusione è che, se si continuerà su questa pista, a vaccinarsi saranno solo gl’ignoranti. Sulle conseguenze io non faccio pronostici.
So di non sbagliare se dico che, per salvare i vaccini, strumento addirittura geniale che può essere utilissimo in campo sanitario a patto che li si prepari come si deve, li si somministri con criterio e non li si spacci per quello che non possono essere, bisogna fare ciò che fa un bravo medico: una diagnosi freddamente impietosa e una terapia, magari chirurgica e magari pure radicale, che elimini ogni traccia della malattia. Dunque, basta con ministri raccattati per grazia divina accompagnati da strambi consulenti al seguito, con istituzioni obese brulicanti d’incompetenti (e mi fermo qui), con controllori compiacenti, magistratura per nulla esclusa, con università asservite all’industria farmaceutica, con medici ignoranti (e ancora mi fermo qui), con riviste mediche disposte alla censura e all’inchino a seconda del caso, con industrie farmaceutiche “disinvolte” e con mezzi di cosiddetta informazione più o meno furbescamente disinformanti. Continuando come stiamo facendo ora, piaccia o no, si finisce alla rovina e, quando la rovina è planetaria, è per tutti.
Per finire, rivado all’esordio. A giugno compirò 67 anni e sono stanco. Stanco, dopo troppi anni, di scontrarmi con personaggi ai quali faccio grazia degli aggettivi che meriterebbero. Io ci ho provato a salvare il mondo e non ci sono riuscito. Qualcuno si faccia avanti: a me viene da piangere.
Per ora, io mi farò ritrarre come volle di sé Alessandro Tassoni, il poeta modenese de La Secchia Rapita: con un fico in mano, il frutto di tutte le fatiche di una vita.
Non siamo pochi
Lungi da me nel dispensare consigli, ma mi sento di dirLe di tirare avanti. Non siamo pochi quelli che lo seguono. Non siamo pochi quelli che faticano ogni giorno nel raccontare la verità (con fatti documentabili). Coraggio
RISPOSTA
Io vado avanti perché ho abbondantemente superato il punto di non ritorno, ma mi rendo perfettamente conto che è tutto inutile.
riflessioniHo seguito con attenzione ed interesse il dibattito sui vaccini di cui si parla sopra e che è visionabile nella sua interezza a questo link [url]http://www.ustream.tv/recorded/83681776[/url] Vorrei condividire alcune riflessioni che mi sono nate spontanee nella visione del filmato, convinto come sono che diverse persone accederanno a questo post, compresi magari i protagonisti del dibattito tenutosi l’altra sera. Mi ha fatto piacere l’umiltà con cuie Lei si è presentato come “Scienziato per caso e non per vocazione” anche se avrei gradito vedere come relatore la Dott.ssa Gatti in quanto Scienziato, come Lei giustamente afferma, con un curriculum con tutto rispetto… Leggi il resto »
Risposta per punti[i][i][i][i][i]1. La dottoressa Gatti non partecipa a buffonate come quella dell’altra sera e, comunque, parla solo agli addetti ai lavori.[/i] Premesso che non ho visto alcuna buffonata, è un peccato che la Dott.ssa Gatti non partecipi, perchè un relatore di prestigio aiuta ad evitare che un dibattito si trasformi in buffonata. [i]2. Nel 2012 la dottoressa Gatti fu inserita nel gruppo dei 32 scienziati di maggior rilievo planetario nel campo dei biomateriali. Ogni anno c’è chi viene aggiunto all’elenco.[/i] E questo è corretto. Ma quello che Lei ha lasciato intendere al pubblico è molto diverso, pertanto sarebbe apprezzabile… Leggi il resto »
Il senso comune calpestatoIl medico funzionario della ASL, strenuo sostenitore delle vaccinazioni di massa, a un certo punto, seppur con l’intento di criticare una pediatra che esprime delle critiche ai vaccini, osserva, di passaggio, che la casa editrice Elsevier, che ha pubblicato il libro del dott. Montanari e della dott.ssa Gatti in cui sono riportati i risultati sulle analisi dei vaccini, è una casa editrice molto autorevole, che accetta un testo scientifico solo dopo un vaglio estremamente serio e rigoroso.In effetti, anche dando un’occhiatina da profano in internet (per quello che conta) si trova che Elsevier è il maggior editore… Leggi il resto »
Zecche
Caro dott. Montanari, cerchi di non farsi parassitare dalle infestanti zecche in circolazione.
Fastidiosissimi acari, totalmente inutili e portatori d’infezioni.
Mossi soltanto dall’istintiva necessità di procurarsi un lauto pasto di sangue col loro morso.
RISPOSTA
Io le zecche le capiscono: devono pur mangiare. Chi non riesco a capire è chi aiuta le zecche senza ricavare una gocciolina di sangue.
Mi dispiace…Caro Prof. Montanari ,mercoledì scorso ero venuto anch’io ad assistere alla conferenza di San Mauro P. e quando ho visto arrivare lei e sua moglie volevo ringraziarla di persona per tutto quello che ha fatto in questi anni al servizio della verità scientifica.Purtroppo dovetti abbandonare la sala dopo pochi minuti a causa di una telefonata della badante di mio padre alle prese con l’ennesima crisi respiratoria con conseguente ricovero d’urgenza in ospedale. Ho potuto vedere solo alcuni stralci della conferenza su internet e mi dispiace che il dottor Farneti , non abbia seriamente preso in considerazione i risultati delle… Leggi il resto »
serata vaccini e altro[carissimo Prof.,capisco la sua stanchezza nonchè amarezza, ma io penso che la coscienza di “sano e sanguigno idealista” come lei non possa mai andare in pensione!!Al riguardo dei vaccini penso che come dice lei “il re è nudo” e lo si vede da come son costretti a far azioni di marketing al riguardo.Mi spiego meglio l’associazione genitori di Schio ha organizzato 3 serate per sensibilizzare i giovani ( e genitori) a tutelare la loro salute; già nel pieghevole si notava un continuo richiamo alle vaccinazioni. Il medico ( specializzato in chirurgia toracica) che ha condotto le serate,… Leggi il resto »