Grazie alle tecnologie che i nostri ingegneri continuano a mettere a punto con lena e genio, grazie alla saggezza dei nostri politici (che il mondo c’invidia), grazie alla severità dei nostri numerosissimi enti di controllo (o “agenzie” come l’italiano anglicizzato giustamente pretende), grazie alla coscienza immacolata e alla generosità dei nostri imprenditori, mai come oggi noi godiamo di una vita che solo il Mulino Bianco
può sperare di avvicinare.
In questo panorama idilliaco da ognuno di noi condiviso ci sono, poi, luoghi ancora più privilegiati. Si pensi, ad esempio, ad una città ideale, una sorta di Utopia del terzo millennio, dove, come saggiamente descrive una pubblicazione comunale, nessuno può asportare il terreno né ararlo o dissodarlo né compiere operazioni che sollevino polveri. In quella città non si può tenere un orto, non si può falciare l’erba per farne fieno, non si possono tenere animali da carne o da latte o da uova. L’acqua? Non quella delle rogge e non si pensi nemmeno di mangiare i pesci che lì sopravvivono.
Si pensi ad una città in cui le diossine e i poli-cloro-bifenili nel sangue degli abitanti sono da due a venti volte superiori a quelle riscontrate nelle pur mitiche aree della Campania di cui tanto si favoleggia, e le diossine nel terreno sono più concentrate che a Taranto e a Seveso.
Si pensi ad una città in cui i bambini, secondo quanto consiglia paternamente il Comune, non possono giocare nei prati e devono lavare con cura i giocattoli che – Dio ci scampi! – sono stati a contatto con l’esterno. Bambini che da qualche anno possono contare con fiducia di beccarsi un tumore, visto che le ultime rilevazioni assicurano che l’aumento di quella possibilità è dell’8% l’anno, o il 20% se si parte dagli Anni Cinquanta.
Ad allietare ulteriormente il tutto ci sono le gaie illustrazioni che completano il vademecum
Se non è felicità questa…
Ma esiste davvero una città così felice? Certo che esiste, e, stando a chi conduce il suo favoloso termomiracolizzatore, i suoi cittadini ne vanno orgogliosi (vedi film Sporchi da Morire). Quella città è Brescia.
sono consapevoli !!!
sono “tutti” consapevoli, ma la soluzione , ovviamente, non è prevenire, ma curare !!!
[b]Brescia, la bomba ecologica che tutti ignorano[/b]
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/12/11/brescia-la-bomba-ecologica-che-tutti-ignorano/442596/
RISPOSTA
Ignorare è meglio che prevenire. Ignorando arrivano tanti bei pazienti da spennare.
Vita da polliIl 15 ottobre del 1978 veniva proclamata a Parigi la dichiarazione universale dei diritti dell’animale con la quale si stabilisce che tutti gli animali nascono uguali davanti alla vita e hanno gli stessi diritti all’esistenza (articolo 1). Nel caso che l’animale sia allevato per l’alimentazione, deve essere nutrito, alloggiato,trasportato e ucciso senza che per lui ne risulti ansietà e dolore (articolo 9). Tratto dal sito “Vivi consapevole”. Noi italiani e specialmente noi bresciani, siamo così, polli da batteria che subiscono passivamente la qualunque, ma a differenza di quanto auspicato dalla convenzione, per gli animali, noi si crepa con… Leggi il resto »
Allucunante
E’ allucinante!
Fin dove può arrivare la stupidità di quell’essere morente chiamato uomo!