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Un’opportunità di lavoro

Di 13 Novembre 2013 1 commento

L’Italia è impantanata in una situazione oggettivamente difficile. La connotazione corrente di questa situazione è quella economica, anche se l’economia è solo l’aspetto più appariscente, una specie di semeiotica di un malato affetto da patologie sulla cui possibilità di guarigione io non giocherei un centesimo.

Tra le sofferenze entra a pieno titolo la disoccupazione. E, allora, bisogna arrangiarsi inventandosi qualcosa.

Uno dei modi per sbarcare il lunario è quello di abbracciare la professione del troll. Non l’umanoide delle mitologie scandinave pre-cristiane ma, nel gergo degl’internauti, un tale che si assume l’incarico di tempestare di messaggi uno o più siti Internet, e questi messaggi devono sottostare a certe regole. Il tono deve essere quello di attacco, non importa se del tutto o in parte fuori tema relativamente all’oggetto della discussione su cui il personaggio interviene. L’importante è tentare di essere irritanti per provocare qualche mossa falsa da parte dell’attaccato e per raccattare alleati. Allo scopo è spesso indispensabile ricorrere ad una logica che travalica i limiti della patologia psichiatrica, ma poco importa: se anche la maggior parte delle cartucce sparate manca il bersaglio, è sufficiente che qualche frequentatore del sito non proprio compos sui – e di questi non c’è statisticamente carenza – abbocchi per essere certi di aver raggiunto lo scopo. In un battere di ciglia costoro riprenderanno le pur stravaganti tesi del troll per diffonderle a loro volta, il tutto in una reazione a catena impossibile da arrestare perché incontrollabile. Va da sé che ognuno aggiungerà del suo a mo’ di valanga e per l’oggetto di quelle attenzioni diventerà complicato uscirne. Ma, anche se ce la facesse, non ne uscirà mai del tutto.

Io ne so qualcosa, e chi ricorda le grottesche assurdità che una tale Valeria Rossi, sedicente giornalista (espulsa dall’ordine professionale e con il sito Internet chiuso dalla Polizia Postale), ebbe ad inventare sul mio conto sa di che cosa parlo. Poco importa se poi quel curioso ospite del Pianeta scomparve dalla circolazione dopo essere stato smentito dai fatti e dagli stessi testimoni che aveva tirato in ballo, ovviamente distorcendone le dichiarazioni quando non inventandole di sana pianta: ancora oggi, dopo anni, c’è chi mi accusa dei più turpi misfatti proprio in base a quelle pur così ovvie menzogne. Le smentite pubblicate e i documenti non sortirono effetti, il che è qualcosa su cui quei personaggi sanno di poter confidare.

Dato che io, come noto, disturbo interessi sproporzionatamente grandi con le ricerche scientifiche relative al mio lavoro, non c’è motivo di meraviglia se qualche troll entra in scena. Uno, in particolare, mi mostra una forma quasi morbosamente affettuosa di attaccamento. In questi giorni compare sotto lo pseudonimo di Davide Lombardo, ma di identità ne ha un piccolo catalogo, più o meno paragonabile a quello di un agente segreto, magari appena un po’ maldestro, abbastanza per essere buffo. Anche le oscillazioni tra i sessi fanno parte del repertorio, così come nel repertorio ci stanno personificazioni che vanno dal professionista (es. un avvocato) ad una ragazza siciliana inchiodata da un destino maligno su di una sedia a rotelle. Che cosa voglia in particolare non mi è chiaro, ma chiederselo è come interrogarsi su che cosa pretenda da me il virus della varicella o dell’influenza: è tutto nella sua natura. Gratis o a pagamento? Non saprei dire. Certo che ci mette dell’impegno.

Questo personaggio imperversa ora su questo blog scrivendo di argomenti che esistono ma che non conosce, di altri che conosce in parte e che sa bene di distorcere e di altri che inventa da zero. A volte interviene senza argomenti: così, giusto per esserci. Nessuna differenza di trattamenti: il troll ama allo stesso modo tutti i suoi figli.

Confesso che, come è quasi sempre accaduto, all’inizio ci sono cascato, credendo davvero all’identità di una nuova interpretazione del vecchio troll. Poi è arrivato qualche indizio e ora non ci sono più dubbi. Ma non è detto che le tracce lasciate siano sfuggite al personaggio: non riuscendo, almeno per ora, a farmi scomparire dalla Terra, il massimo dei suoi piaceri è quello, al termine di una serie d’interpretazioni, di rivelarsi nella certezza di aver sconvolto gli animi e di suscitare ammirazione.

Naturalmente non ho nessuna speranza di liberarmi di questa specie di Gabriele Paolini informatico e solo morendo (io sono più vecchio e me la sbrigherò più in fretta) spezzeremo il filo che mi tiene legato. Insomma, finché morte non ci separi.

Nel frattempo consiglio la lettura di http://www.controcopertina.com/mercenari-online-al-soldo-della-casta-rivelazione-choc-di-un-troll-ci-pagano-per-provocare/ Ragazzi, pensateci.

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Autismo Vaccini
11 anni fa

Motivazioni dei troll[b]Ricerca di attenzione[/b]: il troll cerca di dominare la discussione corrente incitando l’astio e dirottando efficacemente l’argomento in oggetto. [b]Divertimento[/b]: per certe persone il pensiero che un altro possa arrabbiarsi per le parole di un totale sconosciuto è divertente. [b]Grido d’aiuto[/b]: molti presunti troll, nei loro messaggi, espongono situazioni disperate o di grave disagio familiare, scolastico, finanziario o relazionale, sebbene sia impossibile sapere se siano vere o no. [b]Far perdere tempo agli altri[/b]: uno dei maggiori temi nel trolleggiare è l’idea che si possa far perdere dieci minuti di tempo a dieci persone spendendo un solo minuto del… Leggi il resto »