P.S. del 4 novembre. Rispondo pubblicamente a chi mi ha interrogato privatamente: a tutt’oggi non è pervenuta alcuna offerta.
P.P.S. del 26 novembre. Ancora niente. Mia moglie comincia a porsi delle domande.
“O tempora! O mores!” Quando Cicerone ce l’aveva con Catilina gridava il suo “Che tempi! Che costumi!” Sono passati duemila anni molto abbondanti e i brontoloni nostalgici di un passato in verità mai esistito continuano imperterriti a scandalizzarsi di tutto.
Tra i tabù offesi ci sta la verginità, quella situazione anatomica, spesso di breve durata, in cui
l’imene non è ancora stato perforato causando con l’opera di perforazione fastidi a perforata e perforatore. La tesi è che questa precaria condizione non costituirebbe più un valore, con quel più avverbiale che farebbe pensare che un tempo, invece, valore ce ne fosse, eccome.
Beh, che cosa dà più il senso del valore del denaro?
Orbene, una signorina brasiliana ha aperto un’asta in cui l’oggetto dell’incanto (forse non in un senso solo), sarebbe proprio l’apertura del fatidico varco ad opera di un membro (forse non in un senso solo) del sesso opposto.
La fotografia della signorina Ingrid Migliorini riportata dai media, ché tale è il nome della offerente, non mostra un aspetto particolarmente attraente ma, si sa, come dicono gl’inglesi, la bellezza è negli occhi di chi guarda. E nel cervello, naturalmente, oltre che nelle mutande, almeno in questo caso. Così, in men che non si dica arrivano le offerte e l’apertura dell’ambìto reperto anatomico se l’aggiudica un cinquantatreenne giapponese che mette sul cuscino all’incirca 600.000 Euro.
La signorina Ingrid rivela ai giornali che vede tutto questo come un’avventura, che ciò che le entrerà (!) le permetterà di viaggiare e di girare un film con tanti saluti alla mitica Giovannona Coscialunga. Comunque, con i quattrini andrà in Argentina a studiare Medicina, magari con la mira d’interpretare altri film attraverso cui stracciare le dottoresse dei vecchi filmetti nostrani.
Senza alcun sottinteso pruriginoso ma solo per curiosità scientifica, mi piacerebbe assistere al coito: il magnate nipponico nel suo pigiamino di seta e la vergine che offre i misteri dell’inesplorata vagina. Mica roba da niente!
A margine, mi chiedo se il pagamento sia avvenuto all’ordine o se preveda una sorta di soddisfatto o rimborsato.
E ora veniamo a noi. Benché il fatto sia ampiamente censurato e cocciutamente taciuto dai media, da quasi tre anni il mio laboratorio si trova senza microscopio elettronico per la sottrazione voluta dal comico Beppe Grillo. Per informazione, il costo dell’arnese è meno di due terzi rispetto a quello dei preziosi genitali. Pur essendo in corso una causa volta a riavere il maltolto, conoscendo la speditezza della giustizia italica ho tentato più volte di raccogliere denaro per comprare un altro apparecchio, ma tutto questo senza raggiungere alcun risultato. La gente mi tempesta ogni giorno di richieste d’informazione e di aiuto ma non caccia un centesimo. E allora, entro in campo io con tutto il mio fascino.
È vero: sono un po’ avanti con gli anni ma, nonostante i tanti chilometri percorsi, sono ancora in ottime condizioni. Sono in peso forma e, seppure non più prestante come qualche decennio fa, ogni giorno mi faccio la mia corsetta per mantenere la forma e la resistenza. Non ho mai fumato, bevo sì e no mezzo bicchiere di vino a cena e non bevo nemmeno caffè: insomma, come nuovo.
Sono certo che qualche signora in cerca di emozioni forti non vorrà negarsi quella di godersi le prestazioni di uno scienziato capace, tra l’altro, intervallandole a momenti vertiginosi, di citare a memoria numerosi esempi di poesia italiana e di cantare all’occorrenza vecchie canzoni bolognesi.
Mia moglie è d’accordo. “Per salvare la vita a un bambino venderei l’anima al diavolo” è una delle sue frasi. Figurarsi se non venderebbe il marito a una femmina umana.
E allora, via alle offerte!