Un’Italia matura

Dopo un mese senza notizie dall’Italia, rituffatomi in Patria devo dire di aver trovato il Paese molto maturato.
I giornali dedicano pagine ai problemi di salute di Vasco Rossi e alla mobilitazione massiccia dei suoi tifosi raccolti in preghiera sotto le finestre della clinica. Sconvolto come sono, unisco ai loro i miei voti di pronta e completa guarigione al mio quasi conterraneo di cui, ammetto con un po’ di vergogna e ripromettendomi di riparare, non ho mai ascoltato una canzone.

Apprendo, poi, che i calciatori di serie A, la crema dei quali ha appena spezzato le reni alla nazionale delle Isole Fær Øer, per motivi che ignoro ma della cui nobiltà non dubito si sono astenuti dal lavoro alla prima partita di campionato. E se ci si accorgesse che si vive benissimo senza di loro?

Ma la notizia che mi ha messo più in effervescenza e che non mi fa stare nella pelle è che tra qualche settimana ci sarà il concorso di Miss Italia. I giornali radio RAI trasmettono puntualmente lunghi servizi sull’avvenimento venturo e mi accorgo, schiacciato dall’evidenza, di quanto avessero ragione quando mi tragliavano perché ciò che dicevo su pinzellacchere quali cancri di ragazzi, aborti e malformazioni fetali non stava nei 50 secondi dei tempi radiofonici. Stavolta, poi, a farmi ancora più impaziente c’è il grande ritorno del signor Frizzi che ci ha immediatamente palesato tutta la sua saggezza e umanità. All’osservazione dell’intervistatrice sul dovere che le aspiranti miss hanno di stare nella taglia 44, il sig. Frizzi ha lasciato cadere parole pacate sì ma pesanti come pietre. “No, – ha detto il sig. Frizzi – anche una taglia 46 può andare benissimo oggi.” Capito? Capito che cosa ha detto il sig. Frizzi senza pensarci due volte? Personalmente non mi resta che ringraziare per questa lezione di democrazia applicata e invitare alla gratitudine tutti quei donnoni che ora vestono con tristezza e vergogna il 46. Ragazze, da oggi anche per voi c’è uno spiraglio di pari opportunità. Comunque, un grazie alla RAI per averci trasmesso qualche dozzina di volte l’insegnamento e un invito a continuare a tenerci informati fino a miss eletta, incrociando le dita nella speranza che la signorina non incorra in una squalifica postuma per aver posato in versione naturale per foto discretamente presenti su Internet. Ricordo che anni fa un’amica fu squalificata alle selezioni per il concorso di Miss Salama da Sugo a Tresigallo (Ferrara) perché una sua radiografia (perciò, di fatto, un nudo che più nudo non si potrebbe) fu ritrovata in possesso di un impiegato dell’USL. Dunque, attente ragazze!

E ancora un altro grazie alla RAI per averci raccontato, ripetendolo all’infinito per farlo entrare anche nelle teste più dure, come chi si fosse aspettato (io, per esempio) che il nudo integrale della signora Bellucci fosse sexy sia rimasto deluso. Nel film presentato a Venezia la nostra star è “statuaria e casta”. “E’ un omaggio al film,” ha spiegato la casta diva, gloria di tutti noi, che, come ora è evidente a suon di fotogrammi, per omaggiare l’opera (?), non lontana dai cinquant’anni ha sfidato i rischi di un’infreddatura e perfino di un imbarazzante incremento della motilità intestinale posando senza le mutande di lana. Grazie, Monica: sono commosso.

Da ultimo la politica. Più o meno ad ogni segnale orario la maggioranza ci fa cucù e cambia la manovra economica. La notizia che corre (ma non ci sono riscontri) è che, per dare il buon esempio, il ministro Tremonti si è autoridotto motu proprio il cognome portandolo al più risparmioso Duemonti. Subito, però, è rimbombata la voce baritonale della senatrice Finocchiaro ad ammonire gl’italiani denunciando l’imbroglio. A spiegarci il tutto in modo popolarmente comprensibile è stato l’onorevole Bersani: “Eh, no, porco boia! – ha tuonato l’onorevole interrompendo per un attimo un giro di mazurka con la signora Nilde la quale, per l’occasione, aveva abbandonato la postazione dei tortellini alla Festa del PD – Eh no! Non è certo togliendosi un monte che il ministro risolverà un problema che si trascina da anni. DA ANNI! [La signora Nilde annuisce.] Se si vuole davvero fare qualcosa per gl’italiani bisogna stringere senza il braccino corto e il cognome deve essere portato a Unmonteemezzo. La classe operaia non può aspettare ancora e il ministro deve essere il primo a fare un passo in giù.” [La classe operaia presente in rappresentanza grida entusiasta.] A questo punto, per non perdere un colpo, dai monti del Molise il senatore Giustino Checiazzecca di Italia dei Valori ha dato la stoccata finale: “Basta con i monti! Noi italiani abbiamo avuto un grande arbitro che si chiamava ben più modestamente Collina e, se il ministro non vuole prenderci per i fondelli, al massimo Collina deve chiamarsi, anche se Pianura o, se vogliamo essere onesti, Depressione sarebbero cognomi più appropriati al momento che stiamo attraversando e che non sarà breve.”

Insomma, un’Italia davvero cresciuta e meritevole del titolo di meravigliosa che l’onorevole Bersani le ha attribuito in contrasto con il meno laudatorio aggettivo con cui l’aveva qualificata il nostro presidente del consiglio.