Blog

Una modesta lettera atomica

Gentilissima professoressa Hack,

Ieri mattina le ferrovie erano in sciopero e sono dovuto andare a Roma in automobile. Detto per inciso, la mia meta era il Ministero dell’Ambiente

dove ho incontrato Mariano Grillo, responsabile della divisione che si occupa di valutazione dell’impatto ambientale, cioè quelle cosiddette VIA così frequentemente taroccate, e l’incontro aveva per tema uno dei tanti esempi di devastazione a scopo di lucro del nostro territorio, nella fattispecie l’Autostrada Cispadana.

Ad un tratto la radio che mi faceva compagnia ha iniziato a parlare di energia nucleare, dando il via all’opera, peraltro ampiamente prevista, di somministrazione di anestetici al popol bruto (i pazienti paganti) sull’imbarazzante faccenda di Fukushima. Come è noto da esperienze passate e presenti, di qui a poco il protocollo comanderà il raggiungimento dello stato di coma popolare non farmacologicamente ma mediaticamente indotto, secondo una prassi di successo ampiamente consolidata, e le somministrazioni prevedono l’impiego mirato di tuttologi di regime.

Se l’aver sentito citato Umberto Veronesi, ormai più ubiquo del prezzemolo (attenzione: non ho detto del terribile basilico!), è pura routine, sono rimasto un po’ male nel vederla inserita nella farmacopea di stato. Il professor Umberto, al quale tra un po’ si chiederanno anche i numeri del lotto e pareri vincolanti sulla formazione della nazionale di calcio, ha ripetutamente espresso il suo desiderio di giacersi con scorie radioattive di centrale nucleare e credo che troverà più d’uno speranzoso di vedere esaudita la sua ambizione, forse addirittura venata di un certo erotismo. Ma lei?

Sappia che io di lei ho sempre apprezzato la simpatia e la capacità di spiegare in parole semplici fenomeni complessi come quelli dell’astrofisica, ho sempre apprezzato il suo impegno sociale e, forse come mia debolezza, ho sempre trovato particolarmente accattivante saperla buona atleta negli Anni Quaranta. Dunque, nulla dei personale. Anzi!

Tornando alla radio, lei avrebbe detto che le centrali nucleari vanno benissimo, che la loro pericolosità è minima, che la paura che evocano è irrazionale e che dovremmo preoccuparci del Vesuvio invece che dell’atomo.

Ora, attingendo da un noto personaggio della politica, mi consenta…

Evidentemente lei non ha avuto il tempo d’informarsi sui continui incidenti legati alle centrali che avvengono, ad esempio, in Francia. Né ha avuto modo di dare un’occhiata alle scorie immagazzinate che esistono da noi, raffreddate senza posa da enormi quantità d’acqua che ritornano all’ambiente calde e radioattive. Né ha mai visto una piscina (uno spettacolo affascinante) in cui le scorie stanno immerse e che, rimanesse a secco per qualsivoglia motivo, farebbe un bel botto. Comunque, se ha tempo, vada un po’ a fare due chiacchiere con i giapponesi e, forse, troverà motivo di meditazione. Se, poi, vorrà anche solo limitarsi a fare due conti puramente ragionieristici di quanto è costato ogni watt di energia prodotto dalla centrale, può darsi che al motivo di meditazione precedente se ne aggiungerà un altro. Naturalmente sorvolo sul problema dell’ovvio esaurimento dell’uranio, delle scorie che, riempita la camera da letto del professor Veronesi, torneranno ad essere un problema insoluto e, ad oggi, insolubile, e dei costi di costruzione, mantenimento e smantellamento delle centrali unito a quello degli approvvigionamenti del metallo il cui prezzo è in continua ascesa e i cui giacimenti sfruttabili geograficamente non comuni ci renderanno dipendenti da fornitori stranieri. Tutte cose note su cui si preferisce glissare con il solito muro di gomma o, peggio, con risposte che non fanno certo onore a chi le dà.

Ma la cosa che m’interessa di più e che, glie lo confesso, di più mi ha deluso è la storia del Vesuvio.

Che cosa sostiene lei, sempre che il suo pensiero sia stato riportato correttamente? Esiste un pericolo potenziale, in questo caso il risveglio di un vulcano e, dunque, tutti gli altri pericoli vanno messi in un angoletto fino, chissà, a dimenticarli del tutto come se non esistessero.

Cara professoressa Hack, perché io, che abito ad oltre seicento chilometri da Napoli, dovrei consentire che mi si metta una centrale nucleare dietro casa? E poi, lei se l’immagina un giudice che non condanna un pedofilo o un vigile urbano che non multa un divieto di sosta non rispettato perché esiste un crimine più grave come l’assassinio? A questo punto, mi chiedo se lei guardi a sinistra e a destra prima di attraversare la strada oppure, accertatasi che il Vesuvio taccia, attraversa giuliva ad occhi chiusi.

Giusto per sua memoria, le ricordo, comunque, che nel 79 dopo Cristo, quando il Vesuvio fece il guaio accoppando pure il collega scienziato Plinio il Vecchio, non riuscì nemmeno ad arrivare in modo consistente a Napoli che è a due passi. Dia, invece, un’occhiata a che cosa sta combinando Fukushima e dove arrivano i suoi “lapilli”.

Da ultimo, mi consenta ora di ardire ancor più di quanto non abbia fatto finora e di prendermi addirittura ad esempio. Ogni giorno io vengo interpellato su argomenti di cui non posso dirmi esperto, quando non su argomenti di cui sono del tutto ignorante. In quelle circostanze io adotto un sistema che mi pare onesto e che mi mette al riparo da figuracce: taccio.

Con simpatia e in tutta modestia,

Stefano Montanari

2 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
carmine
13 anni fa

Un Capolavoro !
Professò, sta lettera è un capolavoro 🙂

bosco
13 anni fa

haia…Peccato…stimo la Dr. Hack, e’ sicuramente una donna di grande intelligenza, una scienziata capace di divulgare informazioni su materia difficili come la fisica e l’astrofisica.Vero e’ pero’ che spesso le dichiarazioni dei “cervelloni” vanno interpretate.Chi macina con i numeri e ne ha fatto una ragione di vita,non potrebbe essere altrimenti in molti casi, si appoggia spesso ad eseei e le STATISTICHE non sono certo una eccezzione.Sicuramente avra’ visto che le probabilita’ che avvenga un incidente come quello in GIappone sono davvero irrisorie qui in Italia, magari ancora di piu’ se si considerano le centrali di ultima generazione.Anche Rubbia non e’… Leggi il resto »