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Una calza piena di carbone

Di 2 Ottobre 2015 4 commenti

Da quindici anni io guido una Skoda. Sì, una Skoda come Fantozzi.

Fino a che l’automobile non sarà andata a pezzi, non la cambierò perché non me lo posso permettere. Ma, quando sarà ora, non comprerò più una Skoda. Questo almeno per due motivi: il primo è perché l’azienda appartiene al gruppo Volkswagen, un gruppo sui cui non perdo più tempo a dilungarmi, e il secondo è perché sono venuto a sapere che la Skoda fabbrica centrali elettriche a carbone.  Così, a costo di andare ogni settimana a Pesaro (ci vado per usare il microscopio che Beppe Grillo pensò opportuno sottrarmi per non dare fastidio a chi lui non può scontentare) in bicicletta o, pur petrarchescamente rotto dagli anni e dal cammino stanco, a costo di tirar fuori dal cassetto la canottiera da maratoneta con tutto quanto ne consegue, dovrò scegliere un’altra marca, sperando che ne esista una su cui io possa stare tranquillo.

Non sono passati molti giorni da quando l’avvocato lussemburghese Jean-Claude Juncker, da un anno a capo della Commissione Europea, ha proclamato che dovremo ridurre le emissioni di gas serra del 40% rispetto a quelle del 1990. Robetta ma, almeno, sarebbe un’inversione di tendenza. Sarebbe, ho scritto, perché nel frattempo l’Europa con l’addizioni luminosa dei turchi che sbavano per entrare nel nostro club, sta mettendo in pista la bellezza di 110 centrali elettriche a carbone che andranno a far compagnia alle più o meno 240 già esistenti. Curiosamente una sola è prevista in Italia e la si farà nella Sardegna colonizzata. Spero che nessuno lo dica a Matteo, altrimenti, per far vedere di che pasta siamo fatti noi italioti, metterà ai voti un decreto perché ogni condominio ne allestisca una, con una gaia competizione per chi la farà più inquinante (primo premio, statuina di Renzi fanciullo vestito da boy scout).

Insomma, restando all’Europa di oggi, avremo altri 110 monumenti alla follia.

Qualcuno ha già fatto due conti: Pantalone scucirà un pacco di soldi (forse diventerà obbligatorio per legge vendere un rene) perché il carbone è quanto mai antieconomico, con la sola spesa sanitaria che schizzerà in su di decine di miliardi. Sì, perché il carbone è ancora più sozzo del petrolio e contiene un campionario ragguardevole di veleni (è anche radioattivo) che porteranno a morte prematura qualche decina di migliaia di disgraziati, naturalmente non prima che questi abbiano fastidiosamente intasato gli ospedali e abbiano ricevuto qualche tonnellata di medicinali sulla cui efficacia lascerò che giurino altri.

E Juncker? Chissà se qualcuno ha detto all’avvocato presidente che il carbone bruciato sprigiona quantità immani proprio di quei gas serra che lui, a parole, ha condannato quasi a morte. L’impressione è che le espressioni del nostro Jean-Claude siano assimilate da chi conta davvero a quelle di qualunque pensionato che straparli all’osteria, magari davanti ad un fiasco di Barbera prodotto in Inghilterra con il placet democraticamente espresso della Comunità Europea.

Forse a me sfugge qualcosa, perché non posso credere che esistano tanti idioti a questo mondo e che tutti i decisori per i destini planetari appartengano alla benemerita categoria. Mi viene il sospetto che anche il resto del globo sia fatto prevalentemente di idioti, perché altrimenti i decisori di cui sopra sarebbero già stati presi da lungo tempo per la collottola e trattati come meritano.

 

4 Commenti
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gbracca
9 anni fa

Beh, sono tanti…Certo che se la regola resta quella del “[i]se ci saranno dei morti li seppelliremo[/i]”, potrei pensare che la manovra sia indirizzata a risollevare il PIL europeo investendo su funerali e servizi cimiteriali. E’ di qualche anno fa il rapporto di Greenpeace (che riguardava la sola ENEL) il quale c’informava di una morte al giorno per il carbone, o altri rapporti con cifre da capogiro (22.000 morti annui in UE per il carbone):[url]http://www.greenpeace.org/italy/Global/italy/report/2012/clima/Enel-Il-carbone-costa-un-morto-al-giorno.pdf[/url] RISPOSTA A ben pensarci, nessuno può evitare la morte. Quindi, tanto vale che la morte di ognuno frutti quattrini a qualcuno. In aggiunta, se si… Leggi il resto »

Cassino
9 anni fa

Una segnalazione
L’argomento è il cancro, il giornalista è in questione è Paolo Barnard. Può piacere o non piacere, si può essere in accordo/disaccordo con lui, ma non si può non riconoscergli professionalità nelle cosiddette “inchieste d’assalto”. Da leggere: http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=1299

L’unico appunto che posso fare all’articolo è che non si parla di prevenzione primaria.

RISPOSTA

Tot capita, tot sententiae.

parideparis
9 anni fa

UN TUNNEL SENZA USCITAIn un sistema democratico è un semplice sillogismo il fatto che delle decisioni aberranti dei governanti è responsabile il popolo che li ha eletti. Di lì non si scappa. Oggi i telegiornali ci raccontano l’ennesima strage negli U.S.A. dovuta in buona misura anche al fatto che comprare armi è altrettanto facile che comprare il pane. Il presidente, comunemente definito l’uomo più potente del mondo, è totalmente impotente di fronte a tutto ciò e i suoi appelli affinché si arrivi a una regolamentazione più restrittiva della vendita di armi suonano tristemente penosi. RISPOSTA Uno dei misteri buffi in… Leggi il resto »

parideparis
9 anni fa

2 OBIEZIONI A PAOLO BARNARD[quote name=”Cassino”]L’argomento è il cancro, il giornalista è in questione è Paolo Barnard. Può piacere o non piacere, si può essere in accordo/disaccordo con lui, ma non si può non riconoscergli professionalità nelle cosiddette “inchieste d’assalto”. Da leggere: http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=1299 L’unico appunto che posso fare all’articolo è che non si parla di prevenzione primaria.[/quote] PRIMA OBIEZIONE.Parliamo del cancro al pancreas. Tutte le statistiche dicono che è una malattia che non lascia scampo. Eppure a questi pazienti viene regolarmente prescritta la chemioterapia, di fatto sapendo che è del tutto inefficace e che aumenta la sofferenza del paziente. Sarebbe… Leggi il resto »