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Un torrente di petrolio

Di 20 Aprile 2016 2 commenti

È inutile illudersi: stiamo perdendo. È vero che sempre più persone si svegliano dal torpore, ma si tratta di goccioline nell’oceano. Da una parte si segna un gol, dall’altra se ne segnano dieci.

Le fanfaluche solo apparentemente ingenue sparate senza vergogna da Matteo Renzi, personaggio di cui temo non possiamo andare fieri, a proposito delle trivelle, le sue omissioni, il trucco del quorum hanno colpito il bersaglio. Ma quello è solo uno dei mille esempi di fregature di cui l’italiota è preda cronica. Restando al momento, basta ragionare un attimo sulle centinaia di migliaia di litri di petrolio grezzo, forse nemmeno più di un milione, finiti nel torrente di Genova. In fondo poca roba, dice il sindaco rassicurando i suoi amministrati che viaggiano con la mascherina di carta nella convinzione che quella li protegga (vedi I Promessi Sposi a tema protezione dalla peste).

Da noi si costruisce di tutto, dal mini-oleodotto alla centrale a biomasse,  dall’inceneritore (termovalorizzatori per i deficienti) alla centrale a carbone, assicurando il popol bue che da lì arriverà aria cristallina oltre a una valanga di quattrini di cui tutti andremo a godere. A dispetto della burocrazia farraginosa e da bradipo che caratterizza il Paese, tutta quella roba ottiene con facilità irrisoria e spesso all’insaputa generale il permesso di allestimento e di esercizio senza che a nessuna delle nostre cosiddette “autorità” passi per il cervello bonsai che qualche incidente può sempre capitare. E, infatti, incidenti capitano tutti i giorni (sì, tutti i giorni) senza che ne sia data notizia. Coscienti di questo, le sullodate “autorità” dovrebbero pretendere cautele e contromisure da parte dei personaggi che costruiscono e gestiscono gl’impianti: quanto meno fidejussioni bancarie e assicurative proporzionate al danno possibile oltre che progetti credibilmente adeguati ed esecuzioni sovradimensionate rispetto alle condizioni d’esercizio. Impossibile non aggiungere, poi, l’obbligo di smantellare il tutto quando il business inevitabilmente sarà finito, riportando la zona alle condizioni pre-impianto. E anche per questo c’è bisogno di una garanzia sotto forma di fidejussione adeguata.

Invece, è il nulla. E, quando l’incidente avviene, le possibilità sono almeno tre: la più abituale è quella di tacere, poi c’è quella di mentire sull’entità del danno e, da ultimo, c’è quella di far pagare a Pantalone, becco e bastonato al cospetto dei furbetti che hanno incassato quattrini fino a che il giocattolo funzionava per poi allontanarsi inosservati a guaio fatto. Naturalmente tutto questo prevede un sistema magari non raffinato (da noi non ce n’è bisogno) ma abbondantemente collaudato di corruzione, qualcosa di cui lo Stivale è maestro.

Ora, ripensando a Cicerone, mi chiedo fino a quando questi malviventi abuseranno della nostra pazienza e, con l’obiettività che mi arriva da decenni di ricerca, mi rispondo: sarà per sempre. Sarà per sempre perché non è neppure una questione di pazienza: è questione di totale mancanza di cultura e di dignità. Quello italiota è un popolo tenuto artificialmente e per sua volontà rigorosamente ignorante ed è spregevole per non conoscere il concetto di dignità.

2 Commenti
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parideparis
8 anni fa

UN’OCCASIONE PERSASe al referendum sulle trivelle fosse andato a votare un bel 70-80% degli elettori, questo sarebbe stato un messaggio per i politici, che avrebbero capito che l’italiano medio non è disposto a farsi avvelenare allegramente senza opporre resistenza.Ho sentito un giornalista di prima grandezza commentare il risultato del referendum dicendo che il corpo elettorale aveva mostrato la sua pachidermica saggezza che lo porta a muoversi solo per questioni davvero importanti.Alla fine abbiamo i politici e i giornalisti che ci meritiamo. RISPOSTA La democrazia ha regole chiare: contano i numeri. E in Italia i numeri parlano: siamo un popolo ignobile… Leggi il resto »

ctraverso
8 anni fa

Popolo ignorante
La stragrande maggioranza del popolo italico non si informa e crede a tutto ciò che viene propinato in televisione. Gli si dice di non andare a votare e non si va a votare. Se il popolo italico fosse intelligente avrebbe già perpetrato una rivoluzione pari a quella avvenuta in Islanda qualche anno fa. Popolo bue e tristemente ignorante!

RISPOSTA

La maggioranza vince. Così, noi meritiamo quello che abbiamo.