La differenza esistente tra un Inceneritore, una Turbogas e un Autovelox ?
Nessuna!
Per molte amministrazioni, sono strumenti utili a far quadrare i bilanci.
Spacciate per tecnologie studiate a favore o a cautela del cittadino…in realtà, molto spesso, gli si rivoltano contro, turbando l’esistenza o minando pesantemente la salute collettiva.
E' il caso, ad esempio, degli inceneritori.
Tra le tante insensate iniziative che l’uomo ha escogitato per speculare e fare lauti guadagni, sottraendo decine di miliardi di euro allo sviluppo delle fonti rinnovabili con il CIP6 (finanziato con la nostra bolletta ENEL!), incenerire i rifiuti è sicuramente la più antieconomica e nociva.
Il ciclo dei rifiuti può essere chiuso senza “velenose” combustioni, combinando intelligentemente una sempre più “spinta” raccolta differenziata a sistemi di estrusione per la quota secca indifferenziata residuale.
La possibilità di sfruttamento economico della parte differenziata del rifiuto, è ormai nota e praticabile, come hanno ampiamente dimostrato la fiera del riciclo di Rimini e la recente trasmissione televisiva di RAI3 “Ambiente Italia”.
Ciò che oggi è da guardare con assoluto interesse, anche economico, è la valorizzazione di quanto, secco ed indifferenziato, viene attualmente smaltito in discarica al costo medio di 120 euro a tonnellata.
Infatti, opportunamente processata con moderni sistemi, la parte indifferenziata secca può essere trasformata in sabbia sintetica “vendibile” al prezzo di 80 euro a tonnellata, impiegabile in edilizia piuttosto che per realizzare sottofondi stradali o terrapieni, ecc.
Un tal responsabile approccio al problema dello smaltimento dei rifiuti, non demagogico, consentirebbe nel tempo un graduale spegnimento degli inceneritori, il conseguente risparmio di patologie tumorali e la promozione di nuove e più ampie opportunità lavorative.
Il tanto “strabicamente” osannato inceneritore di Brescia, capace di bruciare 850.000 tonnellate di rifiuti l’anno, impiega circa 70-80 persone!
La stessa quantità di rifiuti, differenziata, riciclata e smaltita come detto in precedenza, potrebbe generare 3.000 nuovi posti di lavoro, ciò che è già realtà in Nuova Scozia piuttosto che a San Francisco o in altri posti al mondo dove la pratica dell'incenerimento è bandita.
A noi la scelta, continuare con l’incenerimento a propiziare patologie tumorali, oppure contribuire a migliorare la situazione sanitaria ed occupazionale della nostra città e del suo territorio, abbandonando l’insalubre logica “piromane” del facile profitto, sempre più alimentata da una parziale e troppo spesso orientata informazione.
Mario Testi
Comitato Civico Indipendente
“FerrAriapulita”