Sulla bellezza e la varietà del mondo

Uno dei detti comuni è “Il mondo è bello perché è vario.”

Su questo mi permetto di obiettare. La bellezza del mondo è a dir poco opinabile e, ancora rifacendomi ad un modo di dire, nell’occasione corrente tra i popoli di lingua inglese, la bellezza è più negli occhi di chi guarda di quanto non lo sia nell’oggetto di osservazione. Quanto alla varietà, poi, io trovo che la maggior parte dei comportamenti umani sia

stucchevolmente ripetitivo.

Tra sorpresa e rabbia divertita un amico espertissimo di radioattività mi racconta di essere stato contattato da un gruppo di grillini a proposito delle radiazioni ipoteticamente o realmente emesse da una certa centrale elettrica. La richiesta era quella di fare un bel lavoro di ricerca e di analisi, il tutto a cura e spese del mio amico, per poi comunicare i risultati alla corte dei miracoli che frinisce nel più dispendioso parlamento del mondo. Parlo, naturalmente dei pittoreschi personaggi che, esattamente come tutti i loro vicini di poltrona, siedono abusivamente nelle dorate stanze romane, nel caso vestendo le insegne delle cinque stelline. Inutile dire che il mio amico ha risposto con un educato, piccolo V-Day.

Per me nessuna meraviglia e tanta ripetitività: io da quelle richieste sono tempestato e quando rispondo di andare a quel paese la reazione è quasi sempre un piagnucolio.

Non voglio continuare a ridire le stesse cose, ma, ragazzi decerebrati, lobotomizzati o anche solo in anestesia profonda, se ce la fate ascoltatemi una volta per tutte. Lo so che molti di voi sono rigorosamente ignoranti delle imprese del mascherone che seguite, ma sappiate che io non sono più nelle condizioni di fare ricerca come posso e come so fare proprio a causa sua e degl’interessi che lui difende a vostra insaputa (anche se non proprio all’insaputa di tutti voi). Sappiate che voi, vi piaccia o no, siete complici di un massacro che si perpetua da anni e che non esiste per voi attenuante applicabile. Sappiate che i poveri personaggi che, pur con modalità assurde, avete mandato a rappresentarvi (in qualche modo a rappresentaci) sono null’altro che dei servi di un padrone occhiuto. Parlano i fatti. Pensate solo al clamore ipocrita sollevato con quei due milioni di Euro “restituiti” perché vadano alle aziende in difficoltà. Due milioni suddivisi per le centinaia di migliaia di aziende fanno al massimo qualche monetina per ognuno e il tutto sprofonda nel solito ridicolo così tipico del grillismo. La domanda è: perché non hanno, invece, tentato di riparare allo scempio fatto dalla sottrazione del microscopio elettronico? Prescindendo dal fatto che i morti non si resuscitano con i soldi e i guai che avete fatto non si riparano, con quel denaro avrebbero almeno potuto metterci una pezza per il futuro, dimostrando nel contempo di avere una dignità e di non essere così  miserabilmente asserviti ad interessi spregevoli.

Inutile essere salottieri: quei personaggi mi fanno schifo e fino a che provare schifo non sarà vietato dalla legge io lo dichiarerò. Un po’ di schifo e molta pena mi fate voi, invece, che, tra furberia e ingenuità, mi chiedete di approntare dati (sempre a mia cura e spese, naturalmente) perché qualcuna delle vostre marionette si faccia bella agli occhi di chi dovrà confermarle nei loro sinecura, magari spedendole nella dorata Bruxelles. Siate almeno gentili: non m’importunate più. In fondo avete a disposizione più di uno scienziato di plastica, uno dei tanti che non hanno mai fatto un giorno di ricerca, che hanno la cultura raccattata su Internet ma che, a dispetto di tutto, hanno trovato di che risplendere nel già luminoso Movimento di Casaleggio. E che dire dei consulenti che vengono pagati a Roma con i soldi nostri? Insomma, fate con il bottino che vi siete portati a casa e, come dice una canzone bolognese dell’Ottocento, andate a rompere le scatole più in là.