Uno dei rischi che si corrono invecchiando è quello di diventare intolleranti anche verso cose tutto sommato di nessuna importanza. E io ci casco in pieno. “Stringiamoci a corte” cantano, ahimé stonando, i nostri calciatori della nazionale di calcio prima dell’inizio della partita, con questo attribuendo una connotazione monarchica a quell’orrore che è l’Inno di Mameli oltre a dire qualcosa che non ha senso. È così che io mi arrabbio anche se non vorrei. “Stringiamci a coorte” sono, invece, le parole originali, dove la coorte è una formazione di battaglia della Roma repubblicana prima di Cristo, quella che seguì il cosiddetto manipolo.
Ma a parte queste noterelle di psichiatria mista a storia militare, chi si deve stringere a coorte siamo noi, noi 120.000 consapevoli che non siamo cascati negli squallidi, eppure efficacissimi, tranelli di Veltrusconi, quelli del “voto utile”, né siamo cascati nell’altro tranello, quello altrettanto indegno ma meno di successo del non voto.
Noi abbiamo votato dopo averci pensato bene. Siamo in pochissimi, ma forse la nostra solitudine durerà poco. Se ci pensiamo un attimo,
PER IL BENE COMUNE va a riempire immediatamente il vuoto lasciato dal lungo suicidio dei Verdi, un movimento che ha messo il seme della rovina quando si è trasformato in partito e quando si è affidato a chi la politica la intendeva come una professione, nel modo in cui è intesa da noi in Italia, e del partito è diventato padre-padrone. E un’altra mazzata da cui non si sono rialzati i Verdi se la sono assestati da soli quando hanno lasciato che in periferia i vari satrapetti facessero gli affari loro, anche se questi affari andavano contro i pilastri stessi del movimento verde. Giusto, dunque, che chi ci credeva sia restato non solo deluso, ma offeso, e ineccepibile una sepoltura che non merita altro che un’anonima pietra tombale.
E da noi trovano ospitalità i delusi delle varie associazioni che si travestono da ambientaliste per poi, alla prova dei fatti, infischiarsi bellamente dell’ecologia. Mi riferisco a Legambiente, sostenitrice di alcuni dei progetti più devastanti che affliggano il nostro Paese, e mi riferisco al WWF che, per motivi del tutto misteriosi, si tiene ben stretto il personaggio Mario Tozzi, un altro degli “scienziati” che la TV di regime ci propina, infilandolo addirittura nel suo direttivo scientifico, quando questo fa addirittura da testimonial per chi sull’incenerimento dei rifiuti prospera a spese della salute e del denaro altrui. Mai letti gl’intenti del World Wide Fund For Nature?
Naturalmente non è solo l’ambiente ad occupare i nostri pensieri, e chi ci ha seguito lo sa bene: noi abbiamo un programma a trecentosessanta gradi e su questo siamo aperti ad ogni discussione e perfezionamento. Chiunque abbia voglia di rimboccarsi le maniche senza cadere nelle vecchie abitudini della discussione fine a se stessa è il benvenuto.
Noi ci possiamo permettere, partendo da zero e non dovendo nulla a nessuno, di fare gli schizzinosi e di pretendere pulizia in tutti i sensi per chi vuole stare con noi. PER IL BENE COMUNE non ha avuto un centesimo da fonti esterne cui rendere il favore, non ha comprato voti, non ha promesso privilegi a chicchessia, non si è alleato con pregiudicati, non ha goduto dell’appoggio di media e giornalisti prezzolati, in qualsiasi maniera questo mercimonio sia avvenuto e qualunque fosse il mezzo d’“informazione” in ballo, né ha goduto della pubblicità di gente di spettacolo né è stato protetto da burocrati kafkiani. Dunque, noi dei nostri 120.000 voti possiamo andare fieri.
E allora, stringiamci a coorte davvero e ripartiamo. Chi vuole, può usare questo blog per scambiare idee. La casta, quella che fa quadrato quando è attaccata, indipendentemente dallo schieramento politico, ha mostrato 120.000 crepe. Se sapremo organizzarci, se sapremo diffondere la consapevolezza come un virus, alla prossima occasione qualcuno avrà di che preoccuparsi.
P.S. Chiunque abbia voglia di unirsi a noi e dare una mano, contatti Monia Benini ([email protected])