Si volta pagina

Avevamo detto che il 30 aprile era un limite invalicabile. Se la situazione non fosse cambiata, avremmo chiuso.

Non so perché, c’è stata una specie di risveglio e la situazione è cambiata. Così, ieri pomeriggio abbiamo spedito l’ordine per il microscopio con un prezzo che è stato sorprendente, e questo grazie al negoziato che, silenziosamente, ha condotto Vita al Microscopio.

Stanotte ho ricevuto parecchi messaggi di congratulazioni. Mi auguro che almeno altrettanti siano arrivati a Vita al Microscopio e un grazie ci si ricordi di mandarlo alla FEI, produttrice dell’apparecchio, che ha capito la situazione. Non sempre le multinazionali hanno il cuore di pietra.

Naturalmente, non poteva mancare la reazione di chi è stato morso dai Dracula di regime, animali da reddito spaventati dalla possibilità che salti fuori qualcosa d’imbarazzante. Certo: quel microscopio può disturbare. Del resto, non è la prima volta che il regime reagisce e adesso vedremo che cosa inventerà.

Le donazioni sono arrivate da migliaia di persone. Tante sotto un certo punto di vista, niente da quello dei numeri in proporzione alla popolazione intera.

Come spesso accade, una piccola élite si carica sulle spalle il peso che dovrebbe essere spartito fra tutti. Come è ormai esperienza quotidiana, le istituzioni ne escono moralmente a brandelli. Come è sempre stato, chi ha coscienza civica se ne infischia del regime.

Ora, sia chiaro, non siamo arrivati alla meta semplicemente perché il punto finale non ci sarà mai.

Le ricerche da fare sono tante, a partire da quella recentissima e calda sul Covid19 insieme con l’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Poi ci sono la leucemia, le morti in culla, i farmaci inquinati, il cibo, l’aria… E poi c’è la scuola da fondare, visto che le università paiono ormai rassegnate a imputridire.

Infine, e questo in fretta, c’è da istituire un paio di borse di studio per giovani che vogliano imparare le cose che abbiamo imparato noi con sangue, sudore e lacrime.

Vedremo quali sono i passi burocratici necessari (la burocrazia sarà immediatamente in agguato per gravarci della sua zavorra) per accogliere un giovane microscopista elettronico (ESEM) e un tecnologo biomedico.

Nella seconda metà di giugno, quando il microscopio sarà funzionante, organizzeremo due weekend di corso per chi vuole avere i rudimenti di nanopatologie. Non potremo avere più di cinque partecipanti e chi è interessato si faccia avanti.