Chiedo scusa se per un po' di giorni sarò poco presente sul blog.
Al momento scrivo da una postazione di fortuna a Canosa (Bari), città dove ho tenuto una conferenza ieri sera e dove la situazione locale è comica, avendo sfondato il livello della tragicità. Insomma, il vecchio ridere per non piangere. Qui, come la sera prima a Dalmine (Bergamo), ho mendicato un po' di denaro per dare un po' d'ossigeno alla ricerca. In realtà è una respirazione bocca a bocca. Tutti mi dicono "non mollare!", ma chi non mi (ci) vuol bene (e sono tanti e alcuni anche non facili da sospettare) stanno attuando una politica d'assedio prendendoci per fame e non mollare non è per nulla facile. Dunque, se qualcuno pensa che noi possiamo essere utili si deve sobbarcare il sacrificio di rinunciare ad una serata in pizzeria, in discoteca o chissà dove e lasciar cadere il soldino nel cappello teso.
Oggi pomeriggio sarò a Bari, poi, stasera, a Conversano. Il 4 sarò a Foggia, il 6 a Roccasecca (Frosinone) e il 7 a Napoli. Come forse sapete, l'appuntamento del 5 è saltato perché ciò che dico non piace agli amministratori locali (ah, Voltaire!) e, quindi, i personaggi che mi avevano "prenotato", quando si sono accorti di chi si portavano in casa hanno frettolosamente disdetto tutto creandomi un vuoto. Vuoto che ho già provveduto a colmare: andrò a
Matera con la troupe cinematografica di Marco Carlucci a girare qualche scena di un documentario che testimonierà della situazione in questo Paese della Cuccagna. Con me ci sarà, ancora una volta, David Gramiccioli di Radio Spazio Libero, la stazione radiofonica romana che mi dà voce.
Chi non è sotto anestesia, chi non ha di meglio da fare, chi ha a cuore l'ambiente, chi ha dei figli, venga. Gli appuntamenti sono elencati al post del 13 giugno.
Off topic, rispondo a Fabbri A. (commento 19 al post del 30 giugno): Non sono per nulla offeso e se sono schietto e diretto è solo per non perdere tempo. Il mio pensiero su Di Pietro l'ho espresso fino alla noia. In sintesi: non amo chi si appropria di poteri che non ha, non apprezzo i dilettanti della politica (del resto, i nostri sono tutti dilettanti che non hanno la più pallida idea di che cosa sia la loro missione), non amo chi si trincera dietro l'ipocrisia e non mi piace per nulla chi devasta l'ambiente sotto qualsiasi bandiera e qualunque giustificazione accampi. Ricordo che l'ambiente lo abbiamo in prestito dai nostri figli e nessuno ha il dirito di arraffare ciò che non è suo. Per questo, i nomi di Di Pietro Antonio, di Misiti Aurelio e di Borghesi Antonio (informarsi, prego!) potranno essere a buon diritto iscritti nel libro nero stilato dai nostri figli. Purtroppo, allora sarà tardi, perché chi avrà fatto il guaio (o il business) si sarà dileguato nel nulla a dispetto del mio prediletto Principio di Conservazione della Massa e con buona pace di Antoine Lavoisier.
Insomma, e lo ripeto per l'ennesima volta, prego tutti di astenersi dal tracciare paralleli o da inventare affinità tra me e Antonio Di Pietro. Invecchiando divento sempre più intollerate e meno paziente, rischiando, così, di reagire in modo poco educato.