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Roma? No: mal comune.

Di 22 Agosto 2012 4 commenti

Spinto da motivi di lavoro ad andare a Roma, io scendo relativamente spesso dalla Padania, una patria della cui esistenza ho appreso in tarda età. Lo faccio in treno, un po’ per eroismo ecologico e un po’ – ammetto il masochismo –  per non perdermi le varietà di disguidi, di ritardi, di schifezze (ahi, i gabinetti!) che le Ferrovie dello Stato allestiscono credo per non annoiare i passeggeri. E poi mi piace guardare le facce smarrite dei turisti giapponesi.

Arrivato alla Stazione Termini, effettuato, mi si lasci orgogliosamente dire con successo, lo slalom abituale tra tassisti abusivi che ti si avvicinano in tutta confidenza, giovani ambosessi con la bava alla bocca e le mani che tramano cui manca un Euro per tornare a casa e forze dell’ordine impegnate a consumare in santa pace le loro sigarette sotto i cartelli di Vietato Fumare, mi avvio verso uno dei tanti alberghi della zona, uno scelto a caso, che, per una somma di denaro stravagante, mi farà passare la notte a certificare i non troppo discreti ritorni in branda dei miei occasionali vicini di corridoio. Per arrivare alla meta un altro slalom è necessario: quello, prescindendo dalle deposizioni enteriche canine, tra bottiglie, lattine e carte bisunte di pizza nostrana e di hamburger di mamma transatlantica. Già: i rifiuti. Monnezza, rumenta, scoasse, rusco, spassadura… Sì, perché a Roma chi arriva dalle antiche colonie italiche lascia a terra le sue immondizie. Le lascia a terra per imitazione, perché così vede fare dagli altri, romani o no che questi altri siano. Ma anche ordures, garbage, Müll, basura, desperdìcios, affald, jätteet… perché, nella festa generale, non c’è nazionalità che tenga: a Roma ciò che non serve si lascia cadere dove capita. Così fan tutti.

Vabbè, magari è tutto eccitante per qualcuno, diciamo, a mero titolo d’esempio, un tedesco stereotipico che, in patria, sa di essere messo alla gogna se gli casca inavvertitamente a terra un filo dal cappotto di loden. Ma per chi a Roma passa la vita qualche inconveniente c’è. E non si tratta solo del rischio di frattura di un arto scivolando sull’incarto di un panino al tonno o del dover inalare effluvi quotidiani non propriamente desiderabili, ma di salute a lunga gittata.

Vedo di spiegarmi in due parole. Roma intesa come comune conta non molto meno di tre milioni di abitanti e questi, con il fattivo contributo di chi a Roma transita o resta a folleggiare per un po’, producono poco sotto i due milioni di tonnellate di rifiuti ogni anno. Naturalmente la cifra varia a seconda dell’interesse di chi la calcola, un po’ come quella dei partecipanti a una manifestazione popolare di protesta: mezzo milione per gli organizzatori, quattro gatti per la Questura. Però, almeno a spanne, il dato resta.

E, allora, via a discariche, di regola malfatte e peggio gestite, dislocate nei luoghi più improbabili come quella, ad esempio, minacciata su tombe etrusche appena a nord della città. E poi, via agl’inceneritori di rifiuti con tutto ciò che questi impianti comportano in termini di salute, a dispetto degli “scienziati” che non hanno mai sfogliato un libro posteriore al Settecento.

Tecniche per affrontare il problema ce ne sono e sono ampiamente sperimentate, ma metterle in pratica richiede una gestione politica avveduta e competente e un’informazione oggettiva di stampo scientifico fornita a chi produce i rifiuti, vale a dire alla popolazione. A Roma, nulla di tutto questo. Ma ci si consoli: l’Italia è un mosaico di tessere in fotocopia. Dunque, mal comune… Peccato per Roma che, da padano, ammetto essere, e con distacco, la città più bella ed emozionante del mondo. E io ho viaggiato parecchio.

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4 Commenti
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vraso
12 anni fa

agriturismo
Caro Stefano, quando scendi a Roma non dimenticare mai di essere gradito ospite dell’agriturismo Emiliano’s house. Ho sentito dire che la cucina è buona e l’accoglienza familiare. So, inoltre, che usano cibi biologici e che hanno un’attrazione circense internazionale da cui, tanto tempo fa, si è lanciato anche un noto ricercatore d’assalto. Non vuoi ripetere l’esperienza? 🙂

edimattioli
12 anni fa

Ciao Michelangiolo !
brutta notizia: morto il medico Michelangiolo Bolognini
http://iltirreno.gelocal.it/pistoia/cronaca/2012/08/25/news/morto-il-medico-michelangelo-bolognini-1.5591544

RISPOSTA

Con Michelangiolo ci si vedeva raramente ma si comunicava spesso. Era un eccellente divulgatore e, da uomo onesto, non si è mai spacciato per quello che non era, a differenza di qualche suo collega che la “ricerca” la fa su Internet. Arrivederci a presto, Michelangiolo. Qui ci mancherai.

DARIO.DEA
12 anni fa

RaiNews24
Stefano,

ieri sera l’ho vista su RaiNews24. È stato bello ascoltarla, anche se per poco.

RISPOSTA

Non avevo idea di essere su RaiNews24. Che ci facevo?

gbracca
12 anni fa

La fabbrica dell’oro[quote name=”Dario”]Stefano,ieri sera l’ho vista su RaiNews24[/quote] Il video del servizio in cui compare in un paio di brevissimi interventi Stefano Montanari è questo:[url]http://www.rainews24.rai.it/it/canale-tv.php?id=29286[/url][i]L’inchiesta di Gianluca Martelliano si occupa del caso dell’inceneritore di Case Rosse, a Roma, di fronte al quale hanno costruito un asilo nido e centinaia di unità abitative. L’impianto, di proprietà del colosso mondiale BASF, brucia sostanze chimiche a base di metalli preziosi (platino e palladio). Si trovava nel bel mezzo del nulla, poi, nel 1998, sono stati cambiati i piani di zona e nel 2006 sono stati realizzati appartamenti a 68 metri dallo stabilimento.… Leggi il resto »