Vi prego: non chiedetemi più niente.
Ogni giorno continuo ad essere bersagliato da richieste di consigli e pareri, da appelli di soccorso per le solite, vecchie, stucchevoli situazioni di devastazione ambientale, dalla pretesa di avere liste di bibliografia, da domande di revisioni di testi (“un’occhiata”) e chi più ne ha, più ne metta. C’è ancora chi mi chiede quale sia la “distanza di sicurezza” da un inceneritore o se davvero le polveri non facciano bene. Addirittura mi si chiede di fare conferenze pubbliche, alcune per le scuole, naturalmente a spese mie, costituendo io una sorta di bene mobile demaniale unito ad un ente assistenziale.
A tutto questo si va ad aggiungere la richiesta di “spiegare brevemente” la vicenda del microscopio e, ancora, di spiegare come funzioni il sistema per la mitigazione dell’inquinamento urbano da polveri che ho sperimentato per il Comune di Roma.
Ora basta: sono andato dovunque si pretendesse la mia presenza, ho ripetuto tutto questo decine, centinaia di volte, e l’ho fatto inutilmente. Anzi, a mio danno. D’ora in poi rivolgetevi alla
Onlus Bortolani, all’Università di Urbino o, meglio in assoluto, a chi regala il suo sapere sull’unico blog in cui trovi assidua ospitalità assicurando di sapere tutto di tutto, compreso come funzioni l’ormai fin troppo famoso apparato per arrestare le polveri. Il fatto che questo personaggio non abbia mai visto l'apparecchio, che non abbia mai parlato con chi l’ha ideato, che abbia addirittura inventato l'esistenza di un liquido misterioso per “lavare” i filtri o per fare non è chiaro che cosa non importa. Il fatto che il sullodato personaggio non abbia nozioni di biologia e di medicina è irrilevante. Il fatto che sbagli di mille volte gli ordini di grandezza sono minuzie: un metro o un chilometro sono nulla di fronte alla vastità dell’universo. Il pubblico deve avere ciò che chiede e se preferisce il circo, il circo abbia.
Il microscopio? Qualche giornalista ficcanaso mi chiede quanto denaro sia passato di mano nell'operazione o quali vantaggi siano stati ottenuti da qualcuno come compenso di quanto è stato fatto con pazienza e in gran segreto. E che ne so io? Magari è stato fatto tutto in buona fede: l'Uomo è un animale stravagante ed ogni cosa può essere. Quel che sapete voi, so io. Ufficialmente il microscopio è stato “donato” all’Università di Urbino, una città dove, stando ad una casalinga inquieta, anch’essa autodidatta tuttologa, io dovrei trasferirmi con la famiglia per usare “almeno una volta la settimana” l’apparecchio che mi sono sudato e che sta finendo sotto un albero di Natale in anticipo sulla stagione. Io a Urbino non ci vado e chi vuole le solite analisi perché sta tanto male se le faccia fare dove il microscopio è destinato. Militari compresi, ovviamente.
Insomma, lasciatemi in pace.